L'angina non è soft per nessuno

31 marzo 2006
Aggiornamenti e focus

L'angina non è soft per nessuno



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Salute e sesso, anzi differenze di sesso. E' il caso dell'angina stabile, cioè il dolore localizzato al petto che è segno di qualche inconveniente in fatto di perfusione del cuore, e quindi di funzionamento delle coronarie. Da sempre è considerato il primo passo verso incidenti cardiovascolari più gravi e, di conseguenza, viene curato con appositi farmaci detti vasodilatatori, prevalentemente i cosiddetti nitrati (capostipite la nitroglicerina). Però, questo campanello d'allarme non suona ugualmente squillante per gli uomini e per le donne, nel senso che, soprattutto secondo la scuola americana, si tende a ritenere che la scoperta dell'angina in una donna abbia un significato prognostico meno importante. In altre parole la si ritiene una diagnosi soft, che non rifletterebbe una condizione davvero patologica. A questa conclusione si giungeva considerando che la diagnosi di angina è pressoché uguale nei due sessi, ma negli uomini il tasso di infarti è superiore. Però, come spesso accade, prove provate non ce ne sono.

Alla prova dei fatti...


Probabilmente sarà uno studio statunitense-finlandese, pubblicato su JAMA, a colmare questa lacuna. I ricercatori hanno creato un registro delle persone sofferenti di angina, impresa resa facile dalla popolazione relativamente esigua e dalla disponibilità di dati molto completi del servizio sanitario nazionale, basandosi sulle prescrizioni di nitrati. Infatti, spesso questi vengono prescritti anche senza procedere a molti accertamenti diagnostici, spesso non necessari, quindi la prescrizione è un indicatore anche più fedele. Dopodiché hanno valutato se l'angina era incontrata più di frequente nell'uno o nell'altro sesso, quale differenza in termini di mortalità cardiovascolare c'era tra costoro e la popolazione generale, il numero di eventi coronarici assoluto e il rapporto con la gravità dell'angina e la presenza di altre patologie.

... non ci sono favoriti


In effetti l'incrocio dei dati ha mostrato che la diagnosi di angina è più frequente nelle donne, ma se si passa all'angina dimostrata attraverso i test, c'è una leggera prevalenza maschile. Sommando tutti i casi, però l'incidenza è grosso modo simile nei due sessi: 1,89% nelle donne e 2,03% negli uomini. Nelle donne con "angina da nitrati" il rischio di eventi coronarici mortali era più alto rispetto alle donne in genere, in una proporzione simile a quella osservata tra gli uomini. Tuttavia, se si passa all'angina dimostrata dai test, ecco che per le donne di età compresa tra 45 e 79 anni questa comporta un numero di eventi coronarici mortali superiore rispetto all'altro sesso. Tra i 55 e i 64 anni, è quasi doppio. Nel commentare i risultati, gli autori trovano poi preoccupante che meno donne vengano avviate ai test, e che questo fa sì che al test ci arrivi solo chi ha l'angina nelle forma più gravi, il che spiegherebbe la superiore mortalità. In pratica, secondo lo studio, si dovrebbe smettere di considerare l'angina, nelle donne, una sorta di diagnosi benigna: non lo è, gli effetti sono gli stessi che nella popolazione maschile. E anche gli studi dedicati ai trattamenti, si dice, continuano ad arruolare più uomini che donne, cosa che non corrisponde alla realtà "reale". Insomma, come spiega un editoriale dello stesso numero della rivista, largamente dedicato al rapporto tra differenze di sesso e salute, non pare che sia ancora stato compreso che quando si tratta di malattie cardiache, le donne non sono certo risparmiate, come provano anche le più generali statistiche sulle cause di morte.

Maurizio Imperiali

Fonte
  • Hemingway H et al. Incidence and Prognostic Implications of Stable Angina Pectoris Among Women and Men. JAMA. 2006;295:1404-1411.
  • DeAngelis CD, Glass RM.Women's health--advances in knowledge and understanding. JAMA. 2006 Mar 22;295(12):1448-50.



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