Vaccinazioni pediatriche

20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus

Vaccinazioni pediatriche



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A soli 3 mesi di vita i bambini fanno la conoscenza delle temute punture, che li accompagneranno fino ai 3 anni. Stiamo parlando delle vaccinazioni: una delle più grandi scoperte della medicina, grazie alla quale si è ormai persa la memoria di malattie gravissime o mortali. Da quando alcuni vaccini sono obbligatori, infatti, tetano, difterite e poliomielite sono scomparse nei paesi industrializzati, tanto che taluni arrivano a dubitare della necessità di vaccinare i propri figli.
E' vero, quando i bambini vanno a scuola ormai dovrebbero avere chiuso con le "punture", ma è proprio a scuola che si incontra il principale motivo per cui resta fondamentale vaccinarsi. In teoria, vista la diffusione delle immunizzazioni, un po' egoisticamente, qualche genitore potrebbe concludere che essendo vaccinati gli altri il suo bambino può farne a meno, situazione detta "effetto branco". Il fatto è che i bambini immunizzati potrebbero essere portatori sani e contagiare chi non è protetto. Di solito accade proprio questo. Arrivare a scuola vaccinati è poi fondamentale anche tenendo presente che oggi, con i forti flussi migratori, non è possibile escludere a priori l'arrivo di bambini non vaccinati e/o portatori sani. Allo stesso modo, essendo aumentata la mobilità internazionale, è possibile, recandosi in un paese del terzo e quarto mondo, risultare esposti al contagio.
Infine, un piccolo monito: crollata l'Unione Sovietica, entrato in crisi il sistema sanitario pubblico, in tutti gli stati ex sovietici si è registrato il ritorno di malattie ampiamente controllate in passato, a cominciare della difterite. Meglio, molto meglio non abbassare la guardia. A meno che la malattia non sia stata eradicata in tutto il mondo, come è accaduto finora soltanto per il vaiolo.

Per rinfrescarci la memoria


Il tetano è una grave malattia batterica, mortale nel 50% dei casi, causata da un bacillo presente nell'ambiente; esso penetra nell'organismo attraverso ferite infette, ustioni o piccole lesioni cutanee. Il batterio libera una tossina estremamente potente: questa agisce sulle terminazioni nervose provocando spasmi muscolari intensi e incontenibili, che possono coinvolgere anche la muscolatura respiratoria. Il tetano ha un'incubazione di 4-15 giorni, esordio acuto e decorso molto rapido, ma non è contagioso, non si trasmette cioè da uomo a uomo.

La difterite è una malattia batterica trasmessa principalmente per via aerea, quindi contagiosa. L'incubazione varia da 3 a 7 giorni, poi insorge l'infezione dovuta, anche in questo caso, ad una tossina che colpisce cuore, reni, fegato e sistema nervoso provocando danni permanenti o morte.

La poliomielite, invece, è causata da un virus, contagioso, dopo un periodo d'incubazione di 1-2 settimane. Inizialmente il virus provoca infezione intestinale ma poi si localizza nel sistema nervoso, dove può causare paralisi permanenti di uno o più arti, o dei muscoli respiratori.

I neonati sono particolarmente vulnerabili nei confronti di queste infezioni perché:
  • non possiedono anticorpi
  • il loro sistema nervoso è ancora in fase di sviluppo, quindi può subire danni irreversibili
  • non possono esprimere a parole eventuali primi sintomi
  • le medicine disponibili possono a loro volta essere tossiche a questa età
  • gli interventi di rianimazione sono più difficoltosi nei piccoli pazienti

Le vaccinazioni obbligatorie e raccomandate


Attualmente in Italia sono obbligatorie 4 vaccinazioni: antidifterica, antitetanica, antipolio e antiepatite B. Vi sono poi le vaccinazioni consigliate o raccomandate. Queste riguardano il morbillo, la rosolia, la parotite e le infezioni causate da un particolare batterio, l'Haemophilus influenzae b o Hib. Non si tratta di malattie dagli esisti immancabilmente nefasti, come la polio, per esempio, ma senz'altro tali da esporre a complicazioni anche molto gravi.

Morbillo-rosolia-parotite L'analisi dei dati relativi alla mortalità, alle complicanze ed al costo sociale di tre malattie infettive così altamente diffusive e contagiose come il morbillo, la rosolia e la parotite porta all'indicazione oramai assoluta della pratica vaccinale estensiva. La mortalità da morbillo è attualmente stimata intorno a 1 su 100.000 nei paesi industrializzati mentre le complicanze neurologiche , encefalite e panencefalite sclerosante, mostrano una un'incidenza rispettivamente di 1 a 1.000 e 1 a 100.000. Le complicanze batteriche, anche se meno gravi, presentandosi in circa il 10-15% dei casi contribuiscono ad elevare ulteriormente il costo sociale di tale malattia.
Per quanto riguarda la rosolia l'indicazione alla vaccinazione deriva dai danni causati al feto quando contratta nel corso della gravidanza (cardiopatia congenita, cataratta, sordità).
Le complicanze della parotite sono rare nell'età prepuberale e sono rappresentate da pancreatite, in genere di lieve entità, e meningite sierosa che solo raramente può determinare sequele neurologiche. Se contratta dopo al pubertà può complicarsi nel 10% dei casi con orchite (infezione del testicolo) e nel 7% dei casi con ooforite (infiammazione degli annessi: ovaio e tube), potendo determinare sterilità nell'uomo e nella donna.
Tali vaccini si somministrano contemporaneamente a partire dal 15° mese di vita. Gli effetti collaterali sono in genere modesti e compaiono nel 3-7% dei vaccinati (febbre, sonnolenza, irritabilità, rash cutaneo).

Pertosse La pertosse o tosse asinina è un'infezione delle vie respiratorie causata dalla Bordetella pertussis, un batterio. E' molto contagiosa, e si calcola che il 90-100 per cento delle persone che hanno contatti domestici col malato possa essere contagiata a meno che non sia immune. La pertosse rappresenta un forte disaggio (tosse difficoltà respiratoria per un paio di settimane), ma può anche complicarsi in polmonite, soprattutto tra i bambini piccoli, sia direttamente sia a causa di una superinfezione (altri batteri approfittano delle ridotte difese del paziente per moltiplicarsi). Sono segnalate, benché più rare, anche complicazioni di tipo neurologico. La vaccinazione contro la pertosse è nota dagli anni quaranta, e ha ridotto di 100-150 volte il numero dei casi negli Stati Uniti. I primi vaccini effettivamente davano effetti indesiderati abbastanza rilevanti: febbre alta, rash cutaneo e, in un certo numero di casi, complicazioni neurologiche. A quanto risulta, ciò è dovuto all'impiego del vaccino cellulare, che cioè contiene l'intero batterio attenuato. Con l'arrivo dei vaccini acellulari (in cui si usano soltanto alcune parti del batterio) tutti questi fenomeni si sono enormemente attenuati. Questi vaccini di recente introduzione si chiamano vaccini acellulari. La vaccinazione anti-pertosse avviene di solito simultaneamente a quella contro tetano e difterite (vaccino DTP o DTaP quando si usa quello acellulare). Quando viene eseguita singolarmente si preferisce usare il vaccino acellulare.

Haemophilus influenzae Questo batterio può provocare, soprattutto nei bambini piccoli, gravi infezioni: polmoniti, epiglottiti e meningiti. Anzi, nei bambini fino a 2 anni la maggioranza delle meningiti è dovuto proprio all'Hib e comporta a volte gravi conseguenze permanenti: dalla sordità ai ritardi mentali. Il vaccino contro l'Hib non è un vaccino cellulare, ma è basato su alcune componenti della parete della cellula coniugati (cioè legati) con il tossoide del tetano o altre proteine di origine batterica. La vaccinazione può essere eseguita singolarmente o con un vaccino polivalente (cioè assieme ad antidifterica, antitetanica, anti-pertosse o antipolio).

Le novità presenti e future

La principale novità degli ultimi tempi è il ritorno del vaccino antipolio iniettivo, nel quale i virus sono inattivati. Inizialmente questo vaccino era riservato agli adulti, più esposti dei bambini alla possibilità che il vaccino orale (il vaccino di Sabin) potesse esso stesso provocare la poliomielite. Nel 1996, però, i CDC statunitensi hanno raccomandato uno schema sequenziale, nel quale le prime due dosi sono di vaccino inattivato (iniezione) e le seconde sono di vaccino orale. In questo modo ci si attende di ridurre alla metà o addirittura a un terzo i casi (già molto rari) di malattia da vaccino. Infatti, si stima che il rischio sia pari a 1 caso di polio ogni 2,5 milioni di dosi somministrate. Inoltre, il 15% dei casi riguarda bambini con deficit delle difese immunitarie. Le novità future vertono invece sia sull'introduzione di nuove vaccinazioni, per esempio contro il pneumococco, batterio responsabile della maggioranza dei casi di polmonite, sia sulla realizzazione di vaccini sempre più sicuri, magari basati sulle biotecnologie. Queste tecniche, infatti, consentono di evitare l'impiego di materiale virale o batterico.

Elisa Lucchesini



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