Puerili segni sospetti

25 maggio 2007
Aggiornamenti e focus

Puerili segni sospetti



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Un bambino che tossisce insistentemente, magari di notte o in coincidenza con cambiamenti climatici. Può essere un malessere passeggero, ma se persiste per settimane o è disturbante al punto per esempio da causare il vomito, potrebbe anche trattarsi di una manifestazione di asma, malattia che è fondamentale diagnosticare per tempo. Riconoscerla però in molti casi non è facile per i genitori, che possono pensare a mali di stagione o altro, e a dire il vero in prima battuta può non esserlo anche per il medico, che in presenza di un bambino con sintomi respiratori può essere indotto a sospettare un'infezione virale, un'allergia o altri disturbi delle vie aeree superiori. Eppure la diagnosi è possibile senza ricorrere a esami sofisticati, lo confermano le nuove raccomandazioni nazionali statunitensi dell'Istituto per le malattie cardiologiche e pneumologiche e del Programma per la prevenzione e l'educazione per l'asma. Un rilancio necessario: basti pensare che sono affetti da asma 20 milioni di americani, compresi 9 milioni di bambini, o il 6,5% della popolazione d'età inferiore ai 18 anni: ma è un problema in aumento in molti paesi, compreso il nostro.

Attenti a tosse persistente e sibili


Nell'aggiornamento delle linee guida si enfatizza l'importanza di analizzare i sintomi, di ricercare il coinvolgimento di allergeni, di raccogliere l'anamnesi e di confermare la diagnosi con la spirometria. Come ha affermato Stuart Stoloff, medico di famiglia e membro del panel di esperti che riscrivono i criteri di diagnosi e gestione dell'asma, in questo caso non si può contare su marker facilmente individuabili o singole analisi del sangue che dicano se c'è o non c'è la malattia, piuttosto bisogna valutare attentamente l'intero quadro. E oltre a indagare sulla storia familiare, sui sintomi e sull'esposizione agli allergeni, ci sono test di agevole utilizzo tra i quali il più comune è la spirometria. Cominciando comunque dalla sintomatologia, va prestata attenzione a un bambino con respiro rumoroso e sibili, con tosse ripetuta e notturna, con sintomi che si manifestano o peggiorano di notte, o si aggravano a causa di fumo, allergeni, esercizio fisico, sbalzi climatici; sospette anche diagnosi ripetute di bronchiti allergiche o con respiro affannoso. Gli attacchi, con infiammazione e restringimento a livello dei bronchioli, sono infatti scatenati in genere da fattori quali infezioni virali (come il raffreddore), esercizio, esposizione a pollini, peli di animali o altri allergeni; poiché variano però d'intensità e si manifestano con respiro corto, sibili, tosse, dolore toracico o loro combinazioni, si rischia di confondere l'asma con altre malattie. Un altro elemento che può ingannare è l'aumento d'incidenza dell'obesità infantile, in quanto in questi soggetti non è chiara la presenza di asma, può essere il sovrappeso a provocare il respiro corto.

Conferma semplice con la spirometria


La preoccupazione degli addetti ai lavori è che l'asma spesso non venga diagnosticata, specialmente nei bambini sotto i 7-8 anni d'età, che non si sanno ancora esprimere su come si sentono. Il ricorso a un test quale la spirometria può aiutare a confermare la diagnosi, anche se non è esente da limitazioni: a parte il fatto che bisogna vedere se è disponibile nello studio medico, non può per esempio individuare anomalie nell'espirazione se eseguita quando non sono presenti sintomi, inoltre alcuni soggetti nei quali sembra normale potrebbero comunque avere l'asma, senza contare che in genere non si può usare con i bambini piccoli, sotto i 4 anni. Per la diagnosi strumentale, esistono comunque anche altri esami di funzionalità polmonare oltre alla spirometria, dalla misurazione dei picchi di flusso ai test di provocazione, e possono essere opportuni i test allergologici. Nessun esame può però supplire il riconoscimento precoce dei sintomi e in questo senso è fondamentale che i genitori per primi sappiano cogliere gli elementi di sospetto.

Viviana Zanardi



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