Asmatici da subito

01 gennaio 2000
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Asmatici da subito



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L'asma è una malattia a forte diffusione e con una sicura componente genetica, tuttavia la sua diffusione ineguale nelle diverse aree del mondo fa sì che si debba tenere presente nella sua comparsa una forte interazione tra gene e ambiente. Visto che sono i paesi industrializzati a soffrirne di più, spesso è stato prospettato che conti molto il fatto che alcuni inquinanti possano alterare la risposta immunitaria in chi è già sulla "cattiva strada". Quindi nel mirino degli allergologi sono entrate sostanze come il fumo di tabacco ma anche l'anidride solforosa, l'ossido nitrico, l'ozono e il particolato emesso dai motori diesel. Anche il calo delle infezioni respiratorie virali nei neonati è stato indicato come un elemento scatenante. Infatti nelle prime fasi della vita il sistema immunitario deve svilupparsi più o meno come tutto l'organismo, e in questo sviluppo entrano anche i contatti con i virus respiratori. Tra l'altro lo confermerebbe uno studio dove si è controllato se i bambini avessero o meno frequentato il nido, circostanza che espone a infezioni più frequenti, con il risultato che effettivamente l'atopia e l'asma erano molto meno frequenti in chi aveva fatto da subito "vita sociale". Peraltro l'interazione tra geni e ambiente sembra cominciare anche prima della nascita: infatti pesa molto di più il fatto che sia la madre a soffrire di asma piuttosto che il padre e questo lo si attribuisce proprio alla possibilità che l'ambiente uterino agisca sui geni suscettibili del nascituro.

Guariscono in pochi
Questi aspetti sono stati esaurientemente trattati al 61° congresso dell'American Academy of Allergy, Asthma & Immunology ma non sono stati i soli. Per esempio, è stato anche affrontato un tema che fa sperare molti genitori, ovvero che con il tempo i bambini asmatici guariscano. In effetti nella tarda adolescenza ci sono casi in cui i sintomi scompaiono e si ha una guarigione. Tuttavia, come ha mostrato la revisione dei dati forniti dallo studio CAMP (Childhood Asthma Program) questa felice situazione riguarda soltanto pochi dei piccoli asmatici: il 6%. Per gli altri, poco meno del 40%, si può parlare di malattia intermittente, in quanto in alcune visite di controllo si sono manifestati i sintomi, in altre no. I fortunati sono prevalentemente pazienti che hanno la malattia in forma lieve, media, riescono a stare bene con un uso più contenuto del farmaco e hanno una funzionalità respiratoria migliore. Non è insomma una buona notizia, però c'è almeno un altro elemento positivo che viene dallo stesso studio e riguarda il decadimento della funzionalità polmonare. Negli adulti si sa che questo declino è superiore negli asmatici rispetto ai non asmatici, mentre se questo si verificasse anche nei bambini non era chiaro. A quanto pare solo il 25% dei giovanissimi subisce la stessa sorte degli adulti e con un declino simile (circa l'1% l'anno di diminuzione del volume forzato espiratorio in un secondo, la principale misura della funzionalità polmonare). Una percentuale contenuta, hanno commentato gli esperti, ed equamente distribuita sia tra chi faceva uso di farmaci sia nel gruppo del placebo. Come dire che la terapia potrebbe non avere un grande effetto sulla conservazione della funzionalità.

Cure da mirare meglio
Non sembra quindi che l'asma possa passare da malattia cronica a malattia guaribile, almeno non in tempi prevedibili, anche se migliorare la conoscenza delle determinanti genetiche potrebbe almeno permettere di attuare da subito misure per evitare il contatto con l'allergene nelle prime fasi della vita. Farmaci per controllare l'asma del resto non mancano, anche se occorrerebbe un indicatore dell'efficacia del trattamento stabilito. In altre parole, per l'ipertensione è facile vedere se la cura funziona: basta misurare la pressione arteriosa, nell'asma si possono valutare i sintomi, anche con la spirometria, ma è difficile stabilire in modo semplice se si è riusciti a controllare l'infiammazione delle vie respiratorie. Per la verità c'è la possibilità di controllare la presenza di particolari cellule, gli eosinofili, nello sputo. Se la terapia elimina gli esosinofili dalle secrezioni bronchiali è segno che si ha un controllo ottimale. Purtroppo è un test lungo, che richiede abilità e, soprattutto, non facilmente applicabile ai bambini.

Maurizio Lucchinelli

Fonte
Spahn J. Managing Airway Inflammation in Asthma. Medscape 27 aprile 2005

 




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