La TBC cambia faccia

27 marzo 2009
Aggiornamenti e focus

La TBC cambia faccia



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Nove milioni di nuovi casi l'anno, 1,7 milioni di morti e 2 miliardi di persone contagiate dal Mycobacterium tuberculosis, questo è il quadro epidemiologico della tubercolosi (TBC) nel mondo fornito dall'Organizzazione mondiale della sanità nel 2007. Ma ciò che preoccupa maggiormente gli esperti, non è l'incidenza in generale, tutto sommato invariata rispetto al 2004, con un leggero calo, ma la prevalenza della forma resistente ai farmaci: sono mezzo milione i casi di malattia che non rispondono alle terapie correnti. Con un progetto a lunga scadenza, Global Plan to Stop Tb 2006-2015, l'associazione Medici Senza Frontiere (MSF) non smette di richiamare l'attenzione sul tema, e in occasione della Giornata Mondiale della TBC, rinnova il suo impegno in tal senso.

Armi spuntate


Il fenomeno di resistenza si manifesta a diversi livelli. La tubercolosi multiresistente, è provocata da un ceppo batterico resistente almeno all'isoniazide e alla rifampicina, i due principali farmaci impiegati nella terapia. Quella a estrema resistenza è provocata da un ceppo batterico multiresistente anche a tutti i fluorochinoloni e ad almeno uno dei farmaci iniettabili di seconda linea (amikacina, capreomicina o kanamicina). Anche in condizioni ottimali, le cure oggi disponibili sarebbero efficaci in appena la metà dei pazienti con le forme di tubercolosi resistente. Un quadro che mette fuori gioco gli strumenti attualmente disponibili e che richiede un importante sforzo verso l'innovazione. Anche per gli strumenti diagnostici: "Ci si scontra con i limiti degli strumenti di diagnosi e cura. Nei Paesi in via di sviluppo le visite si fanno in strutture sanitarie con attrezzature di base. L'unico test diagnostico utilizzabile in queste condizioni è l'analisi al microscopio dell'espettorato. Esame che diagnostica solo il 60% dei casi, nei bambini è difficile da usare, ha una sensibilità ridotta nei casi di coinfezione da HIV e non identifica la resistenza" spiega Martina Casenghi, ricercatrice che si occupa della campagna per l'accesso ai farmaci essenziali lanciata da MSF. E quanto la TBC coinfetta soggetti HIV positivi la terapia diventa ancora più complessa, evenienza molto frequente nell'Africa subsahariana: "Nei contesti dove assistiamo tanti malati di HIV/Aids il rischio di una diffusione a macchia d'olio della tubercolosi resistente ai farmaci è terrificante - dice Liesbet Ohler, medico di MSF nella baraccopoli di Mattare, vicino a Nairobi in Kenya - Trattare la TBC e l'Aids insieme è incredibilmente frustrante perché i diversi farmaci utilizzati hanno interazioni pericolose che scatenano effetti collaterali pesantissimi, senza parlare dell'enorme quantità di pillole che i pazienti sono costretti a prendere".

La resistenza aumenta, il budget no


Lo sforzo innovativo necessario per far fronte all'emergenza è poco stimolante per le aziende, che hanno pochi interessi a investire in ricerca: solo 11 nuovi farmaci per la TBC sono in sperimentazione, contro i 370 per le malattie cardiovascolari. Uno sforzo al quale, però, non possono sottrarsi le autorità sanitarie e i governi. MSF, tra i vari obiettivi, ha anche quello di fare, letteralmente, i conti in tasca alle istituzioni per svelare quanto non hanno fatto per tentare quanto meno di risolvere l'emergenza. Secondo il Global Plan to Stop Tb, sono necessari 900 milioni di dollari l'anno per ottenere dei risultati accettabili nella lotta alla TBC. Un report del 2007 ne ha contati 429, uno del 2006 410. Manca all'appello lo sforzo per coprire metà dei bisogni e un altro studio europeo indica che l'Europa con 18 milioni dollari alla causa e che la Germania, per esempio, è in deficit dell'80% di quanto potrebbe investire. In Italia mancano queste stime, e MSF si accinge a questa valutazione. Intanto, l'associazione fa notare che, secondo un rapporto curato dall'Osservatorio di Pavia, le edizioni di punta dei Tg italiani hanno dedicato alla TBC appena 3 notizie in tutto il 2006. L'allarme aviaria (una pandemia per fortuna per ora solo temuta con appena 80 morti in tutto) ha invece conquistato ben 416 servizi. Non stupisce, dunque, che per l'aviaria si siano attivati immediatamente ingenti finanziamenti per la ricerca di un vaccino e di una cura. Che sia solo una questione di informazione?

Simona Zazzetta



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