La prevenzione nello sport

20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus

La prevenzione nello sport



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Se in salute un po' di movimento quotidiano serve essenzialmente a prolungare il proprio benessere il più a lungo possibile, in molte condizioni patologiche, invece, si possono accoppiare le cure farmacologiche ad un programma di terapia fisica. Per essere più precisi, si tratta di discutere sugli scopi di una branca specialistica della medicina chiamata fisioterapia riabilitativa (o fisiatria) che si avvale della stretta collaborazione di personale paramedico altrettanto specializzato, i fisioterapisti. In breve, il meccanismo sui cui si basa la terapia fisica e quello di arrivare, attraverso la riattivazione del movimento muscolare, fino alla "riaccensione" dei processi metabolici cellulari (gli scambi energetici più piccoli).
La terapia fisica si addice a parecchie condizioni patologiche principalmente a quelle ad andamento cronico.

Cuore e dintorni


Per il sistema cardiocircolatorio: le malattie del cuore e dei vasi sono state le prime a far riscontrare i reali benefici del moto (dalle cardiopatie innocenti dell'infanzia fino a quelle dell'adulto comprese la cardiopatia ischemica, le vasculopatie cerebrali e l'ipertensione). L'esercizio fisico di tipo aerobico, infatti, permette di migliorare l'irrorazione (la fornitura di sangue) in centro e in periferia. E' vero che può bastare anche una breve passeggiata ogni giorno nei cardiopatici più anziani, ma è pur vero che esistono programmi di riabilitazione del post-infarto che si effettuano in centri specializzati. Naturalmente ci sono anche programmi adatti ai difetti cardiocircolatori secondari, come avviene per le persone che soffrono di diabete.
Per recuperare i difetti respiratori la fisioterapia moderna ha realizzato trattamenti complessi e speciali. Anche in questo caso la terapia fisica si effettua in centri specializzati, in massima parte divisioni ospedaliere, che sono chiamate "unità di fisiokinesi-terapia, respiratoria". Una buona alternativa è costituita anche dalla pratica del nuoto per le persone che hanno problemi di respiro meno gravi e persino per i giovani asmatici. In ogni caso, per recuperare la funzione respiratoria, il primo bersaglio della terapia fisica è quello del recupero della forza e dell'efficacia della muscolatura toracica.

Ossa, muscoli, articolazioni


In passato, la massima espressione della terapia fisica era per gli apparati osseo, muscolare e articolare. Per i traumi distorsivi (slogature delle articolazioni) o anche per le fratture, le terapia può essere in prima battuta localizzata al segmento osteo-articolare interessato e successivamente può interessare il recupero della funzione portante per esempio di un arto inferiore traumatizzato . Totalmente diverso è il caso delle forme ossee cosiddette degenerative e che conducono a una vera e propria rarefazione dell'osso (perdita del tessuto e fragilità conseguente) come l'osteoporosi. Per questa malattia si può partire dai programmi di prevenzione, soprattutto indirizzati a giovani donne (dall'adolescenza fino alla pre-menopausa). E si arriva poi ai trattamenti dedicati alla post-menopausa che qualche volta purtroppo sono riabilitativi per il recupero di una frattura spontanea. In ogni caso, la terapia fisica dell'osteoporosi è mirata da un lato al contenimento del peso corporeo e dall'altro al ripristino delle funzioni del tessuto osseo. Più ristretti nell'intensità e nella frequenza degli esercizi, sono i programmi di terapia fisica per le infermità provocate dalle varie localizzazioni dell'artrosi o, peggio, per quelle delle artriti reumatiche maggiori.
Una branca ancor più particolare della medicina riabilitativa e quella che si occupa del recupero delle patologie degenerative neuro-muscolari. In questi gravi difetti della trasmissione di un comando cerebrale e della realizzazione del movimento, spesso presenti già alla nascita, la fisioterapia si trasforma in neuro-fisioterapia (il medico specialista è un neuro-fisiatra) e l'andamento della malattia di base è molto condizionante rispetto al successo della cura, ma non senza esito positivo. Qui il percorso riabilitativo si deve prolungare per tutta la vita.

Per dimagrire

In ultimo è rimasto il controllo del peso corporeo. Questa posizione gli spetta per il tormento che provoca l'indicazione all'attività fisica nei soggetti che sono sovrappeso o, peggio ancora, negli obesi. Infatti, la proposta di intraprendere un programma di riduzione del peso basato sulla restrizione calorica e contemporaneamente anche sull'aumento dell'attività fisica e muscolare è quanto di più fallimentare si possa pensare.

Ma prima il certificato

A proposito di come muoversi, questa volta negli itinerari cartacei, restano ancora poche norme che vanno rispettate onde non trasformare l'attività fisica in danno.
Ogni terapia (in quanto cura di una malattia) va prescritta dal medico. Il programma fisioterapico va guidato dal medico specialista e eseguito con l'assistenza di un fisioterapista in una struttura riconosciuta dal Servizio Sanitario Nazionale.
Il certificato di idoneità(detto anche di "sana e robusta costituzione") va rilasciato dal proprio medico di famiglia o da uno specialista che concorda con questo per la necessità del paziente di frequentare palestre o piscine e che deve aver visitato il paziente nel giorno della data indicata sul certificato stesso.
La certificazione per le attività di tipo sportivo e agonistico sono invece a carico delle società sportive e l'idoneità va attestata da uno specialista in medicina sportiva e corredata da alcuni esami (ECG, esame del sangue, esame delle urine) che devono essere effettuati almeno una volta l'anno.

Patrizia Maria Gatti



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