Meno luce meno serotonina

05 dicembre 2008
Aggiornamenti e focus

Meno luce meno serotonina



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Il fatto che nelle zone temperate gli individui si sentano più felici e con più energie nei mesi di sole e caldo e, al contrario, avvertano un declino nell'umore nei mesi invernali è assodato. E basterebbero le osservazioni epidemiologiche a confermarlo. Nei mesi invernali aumentano le sintomatologie a carico dell'umore e nei paesi nordici, dove notoriamente c'è meno sole, le sindromi depressive sono più diffuse. Un ruolo centrale in questo tipo di fenomeni è svolto dalla serotonina, che, come tutte le indolamine trasferisce le informazioni sul fotoperiodo agli organismi ed è coinvolta in molti comportamenti fisiologici e patologici che si modificano al modificarsi delle stagioni. Ecco perché molti studi hanno evidenziato una variazione stagionale nei marker periferici della serotonina. Manca però il background molecolare a conferma di questi fenomeni. Quello che si sa è che il trasportatore della serotonina svolge un ruolo chiave nel regolare l'intensità e la diffusione del segnale serotoninergico. Gli studi ad oggi effettuati non hanno portato alla chiara comprensione del fenomeno. Per arrivare a qualche risposta più precisa, uno studio canadese pubblicato sugli Archives of General Psychiatry, ha condotto un'analisi retrospettiva su un campione di soggetti controllo sani residenti nell'area di Toronto, misurando il livello del trasportatore della serotonina in varie regioni di interesse, ricche di innervazione serotoninergica. Con risultati significativi.

Quale meccanismo


I ricercatori hanno studiato il cervello di 88 volontari sani di età media 33 anni con la tomografia a emissione di positroni (PET) tra il 1999 e il 2003. Le scansioni effettuate con la PET hanno cercato di definire l'attività del trasportatore della serotonina, la proteina che si occupa di "sequestrare" la serotonina nel cervello. Quanto più attiva è la proteina tanto minori sono i livelli di serotonina nel cervello e tanto maggiore la probabilità di umore depresso. L'osservazione dei ricercatori è stata che la proteina fosse significativamente più attiva in inverno e in autunno. In primavera-estate la situazione si inverte e allora la serotonina in circolo aumenta, probabilmente aumentando il tono dell'umore. E' evidente, osservano i ricercatori, l'effetto diretto della luce sulle attività della proteina. Un fatto con importanti implicazioni per la comprensione dei cambi di umore stagionale che si verificano negli individui sani, della vulnerabilità al disturbo affettivo stagionale, la cosiddetta SAD, che colpisce il 4-5% della popolazione, e delle relazioni tra esposizione alla luce e umore. Lo studio, concludono i ricercatori, offre una possibile spiegazione al regolare ripresentarsi degli episodi depressivi invernali e autunnali in alcuni soggetti vulnerabili. Ancora da definire, peraltro, quanto la lunghezza del giorno possa cambiare l'attività del trasportatore della serotonina.

Marco Malagutti



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