Professione casalinga

17 febbraio 2006
Aggiornamenti e focus

Professione casalinga



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C'è anche chi lavora a e per la casa, le casalinghe, e chi, molti davvero, deve svolgere anche questo tipo di incombenze in aggiunta. Ebbene anche le attività casalinghe non vanno esenti da pericoli. Secondo i dati più aggiornati disponibili, elaborati da un progetto dell'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (Ispesl) , nel 2003 si sono verificati 4,5 milioni di incidenti domestici (4,3 milioni secondo l'Istat) che hanno provocato circa 8 mila morti. E le casalinghe sembrerebbero essere la categoria più colpita perché il 34,2% di questi li subiscono loro, e anche se sono occupate in professioni diverse il rischio rimane doppi rispetto agli uomini. I maggiori pericoli si nascondono in cucina e in bagno e possono essere strutturali, cioè legati strettamente legati alla struttura immodificabile della casa, per esempio il pavimento scivoloso o le scale. Oppure comportamentali cioè dovuti all'uso improprio di strumenti e di strutture; oppure, infine, manutentive, cioè la scarsa attenzione alla manutenzione di impianti a gas, prese elettriche, fili scoperti, sportelli scardinati. Infatti, le tipologie di lesioni prevalenti sono cadute, urti, tagli, distorsioni, ustioni eccetera. E se i gradini di casa la fanno da padrone (il 14% di incidenza) quanto a elemento coinvolto nell'incidente, subito dopo vengono gli accessori per cucina, gli attrezzi da lavoro (o bricolage che dir si voglia) e via di questo passo.

L'esempio delle scale


Tanto frequenti e diffusi che Lancet ha dedicato al tema delle scale a libretto, quelle normalmente impiegate per imbiancare casa ma anche per cambiare le tende delle finestre o pulire i lampadari. Sembra incredibile: ma nel 2002 in Gran Bretagna 35 mila persone sono ricorse alle cure ospedaliere per cadute da scale verificatesi durante attività non lavorative. Eppure, dice l'autore, i consigli sono sempre gli stessi: non si deve appoggiare la scala al muro ma va aperta, la base deve essere stabile, non ci si deve sporgere di lato per raggiungere l'ultimo gancetto. Eppure, sempre secondo Lancet, quasi tutti questi incidenti sono prevenibili. Vanno, inoltre, considerati gli avvelenamenti per ingestione o inalazione di solventi, caustici, acidi e altro che in un ufficio sono ben più rari, oppure provocati da impianti a gas e altro ancora. E senza pensare a conseguenze estreme basta anche l'elevata frequenza degli eczemi, soprattutto alle mani, dovute non tanto ai detergenti ma a conservanti, tracce di metalli quali il nickel, agli additivi delle gomme eccetera. Le attività domestiche possono aumentare anche gli effetti di malattie croniche. Per esempio, anche se è circostanza poco nota, i prodotti della combustione generati dai fornelli a gas, in particolare il biossido di azoto, contribuiscono nelle persone asmatiche a creare il broncospasmo, e anche se non è detto ci siano conseguenze cumulative, nelle donne che usano cucine a gas alcuni studi hanno osservato un aumentato ricorso ai broncodilatatori. Notevole sembra essere anche l'effetto sulle affezioni in qualche modo legate alla postura e alla ripetizione dei movimenti: il mal di schiena persistente, per esempio. Uno studio ha dimostrato che mentre nella popolazione maschile solo un quarto dei casi riguarda chi non ha un lavoro retribuito, nelle donne sale al 50%, segno che i lavori di casa sono almeno altrettanto gravosi di quelli esterni.

Stare a casa logora


In linea generale, il lavoro di cura e gestione della casa non appare meno logorante di quello retribuito: per esempio, la mortalità per tutte le cause è più elevata tra le casalinghe: il tasso standardizzato di mortalità, tra le casalinghe di età compresa tra 18 e 59 anni è pari a 98,7 tra le casalinghe e a 86,5 tra le lavoratrici e lo svantaggio si mantiene anche dai 60 ai 74 anni (93,7 contro 82,6). A questo ovviamente non concorrono soltanto gli infortuni meccanici.Non a caso, dunque, una legge del 1999 prevede che presso l'INAIL si debba stipulare un'assicurazione riservata alle donne (e uomini) che si occupano stabilmente dei lavori di conduzione della famiglia e della dimora in cui risiede. E chi non lo sapesse è bene che si informi.

Maurizio Imperiali



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