Calore indoor quanto basta

03 ottobre 2008
Aggiornamenti e focus, Speciale Salute del respiro

Calore indoor quanto basta



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I sintomi dell'asma possono essere aggravati o scatenati da diversi fattori ambientali, non solo esterni ma anche interni alle abitazioni. Un aspetto importante soprattutto per chi trascorre più tempo in casa, come i bambini, oltre agli anziani, con una maggiore vulnerabilità per i piccoli malati dovuta all'immaturità del sistema immunitario, alla crescita, all'inalazione di più aria per massa corporea per una data attività, quindi di più inquinanti. E' una questione di contaminanti atmosferici, dal sempre colpevole fumo di sigaretta a composti organici volatili a prodotti di combustione da riscaldamento o cottura, più muffe e acari della polvere. Non solo, ci sono fattori fisici come freddo e umidità: nei climi temperati infatti gli studi indicano aumenti di morbilità e mortalità per asma nei mesi invernali. Gli stessi studi mostrano però che questo si lega anche ad abitazioni riscaldate male e meno di quanto raccomandato dall'OMS per la salute delle persone più vulnerabili: come sembra accada per esempio in Nuova Zelanda, dove circa un quarto dei bambini riporta sintomi di asma. Per questo una ricerca condotta in quel paese offre un'occasione utile per verificare l'effetto di interventi sul riscaldamento, rispetto a temperatura ed emissione d'inquinanti, nei confronti dell'asma infantile: a conferma indiretta, così, delle responsabilità di questi fattori. E la modalità di riscaldamento domestico emerge come elemento chiave.

Effetti nocivi di NO2 e umidità


In Nuova Zelanda, informano gli autori dello studio, circa un terzo delle case ha sistemi di riscaldamento sprovvisti di cappe o camini per veicolare all'esterno vapore e inquinanti, ed è dimostrato che in queste condizioni si creano concentrazioni indoor di biossido d'azoto (NO2) più alte che con sistemi a scarico esterno o elettrici. Questo gas è in genere utilizzato come marker d'inquinamento esterno cioè outdoor in relazione agli autoveicoli, ma ci sono altre fonti d'esposizione personale anche maggiore. L'NO2 ha effetto proinfiammatorio e può esacerbare sintomi delle vie aeree come la tosse e la respirazione affannosa, oltre a ridurre le difese contro le infezioni polmonari e peggiorare gli episodi influenzali. Altre ricerche avevano mostrato che sostituendo i sistemi a rilascio interno (unflued) nelle scuole erano diminuiti significativamente i sintomi di asma autoriportati dai bambini, o che riducendo l'umidità (gli unflued rilasciano vapore e inquinanti) nelle abitazioni di piccoli asmatici c'era una diminuzione sia di sintomi respiratori quale la tosse notturna sia dei giorni di scuola persi. Gli stessi ricercatori neozelandesi avevano osservato che isolando meglio le case e aumentando così il calore si ottenevano miglioramenti respiratori: hanno così indagato l'impatto di interventi per aumentare le temperature indoor rispetto ai sintomi di bambini asmatici. Nei 409 bambini tra 6 e 12 anni di diverse comunità si sono verificati gli effetti sulla malattia prodotti da sistemi di riscaldamento più efficaci e meno inquinanti (come pompe di calore, bruciatori alimentati con pellet), installati all'inizio dello studio, in confronto al gruppo controllo con installazione finale.

Meno sintomi e assenze scolastiche


Gli obiettivi erano due, accertare sia eventuali cambiamenti della funzionalità respiratoria (picco di flusso espiratorio e FEV1) sia possibili riduzioni dei sintomi con minor uso di farmaci preventivi e sintomatici. Per il primo parametro nel gruppo d'intervento è risultato un miglioramento della funzionalità respiratoria ma non statisticamente significativo. Per il secondo invece si è riscontrato negli stessi un numero inferiore di giorni di scuola persi, di visite mediche legate all'asma e un minor ricorso al farmacista; inoltre c'erano meno casi riferiti di scarso stato di salute, di sonno disturbato da cattiva respirazione, di tosse notturna e minori punteggi di sintomi respiratori. Il gruppo d'intervento è stato associato a un aumento medio di temperatura domestica da mezzo a un grado, e a livelli inferiori di NO2 indoor rispetto al gruppo controllo. Un beneficio dunque c'è stato. L'aumento non significativo della funzionalità respiratoria viene interpretato con il minor uso di farmaci dato il miglioramento dei sintomi, o con le tecniche di misurazione che si prestano a errori, o con una previsione di effetto eccessiva. Oppure il maggior effetto sui sintomi rispetto alla funzionalità respiratoria si spiega con il fatto che i primi in associazione all'NO2 siano più di natura irritativa che legati a cambiamenti del calibro delle vie respiratorie. In ogni caso lo studio mostra come migliorando la temperatura e riducendo l'inquinamento indoor i piccoli asmatici ne beneficino, per i sintomi ma anche per le minori assenze da scuola (e dal lavoro per i genitori), oltre al risparmio sul piano sanitario. Questo purché ci sia moderazione, neppure le temperature elevate vanno bene.

Elettra Vecchia



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