Pubblicità in aumento
Il problema, sottolinea l’editoriale di commento, è da tenere in considerazione visto quanto la pubblicità dilaghi in tv. Gli spot sono, infatti, in costante aumento in particolare nei canali commerciali. E la realtà è ancora più inquietante, se come fa l’editoriale, la si mette in relazione all’epoca aurea degli anni ’50, quando gli spot erano di là da venire e la tv aveva addirittura valenze pedagogiche. Altri tempi. Oggi le cose sono cambiate. I bambini guardano in media più di tre ore al giorno di tv e i consigli commerciali impazzano. Sedici minuti in un’ora negli Stati Uniti. Più di 40000 spot all’anno per un medio bambino Usa. I cartoni animati del sabato mattina prevedono uno spot sul cibo ogni cinque minuti. E oltre il 90% di questi, riferisce Jama, riguardano il cosiddetto junk food, cibo spazzatura. Del resto i produttori spendono 7 miliardi di dollari per le pubblicità e ne sono ampiamente ripagati. I bambini che stanno troppo davanti al video finiscono così per mangiare cibo malsano e per scartare invece quello più sano. Quanto basta perché genitori e medici si preoccupino. Ma questi risultati non sono nuovi.
Non è una novità
Nel 1990 una legge del Quebec in Canada che prevedeva l’eliminazione degli spot nei programmi per bambini, ha permesso una singolare affermazione. La legge, infatti, non riguardava la programmazione statunitense. L’effetto paradossale è stato così che essendo il Quebec bilingue, chi guardava i programmi canadesi (in lingua francese) non aveva pubblicità. Sui canali statunitensi, invece, andavano in onda pubblicità su ogni tipo di snack. L’effetto? Un evidente dato di risposta alla pubblicità, con i piccoli di lingua inglese più inclini a mangiare “junk”. Un altro studio, pubblicato sulla rivista Appetite, ha evidenziato come in un giorno in cui si guarda la tv, per gli adolescenti non aumenta tanto il numero dei pasti, quanto il numero di calorie. Si mangia peggio in sostanza non di più. E il problema degenera ulteriormente se si prendono in considerazione aspetti come le pubblicità di alcolici, un aspetto tanto pericoloso quanto sottovalutato. Con l’evoluzione dei media, quella tecnologica se non altro, diventa sempre più chiaro che è necessario porre attenzione a quello che passa tra un programma e l’altro. Non solo ai programmi in sé. Bisogna fare di più, conclude l’editoriale di Jama. Medici e genitori in prima battuta.
Marco Malagutti
Fonti
Christakis DA. The Hidden and Potent Effects of Television Advertising.JAMA. 2006;295:1698-1699.
Wiecha JL et al. When Children Eat What They Watch: Impact of Television Viewing on Dietary Intake in Youth. Arch Pediatr Adolesc Med. 2006;160:436-442.
Stroebele N, de Castro JM. Television viewing is associated with an increase in meal frequency in humans. Appetite. 2004;42:111-113.