Anemia: cause e sintomi

20 giugno 2008
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Anemia: cause e sintomi



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Il termine "anemia" evoca, in genere, un'immagine di persona sottile, più spesso, una giovane donna, dall'aspetto pallido e malaticcio. Per essere più precisi, però, l'anemia in sé non è una vera e propria malattia, ma piuttosto il sintomo (un disturbo banale che appare nascondendo una malattia più complessa) di una condizione generale di disagio dell'organismo (tolta l'eccezione di quelle forme che partono proprio da un'anomalia del midollo osseo).
Secondo la definizione scientifica più corretta, l'anemia si verifica ogni volta che avviene una diminuzione del livello dell'emoglobina totale nel nostro organismo insieme con un calo del numero dei globuli rossi circolanti (detti anche eritrociti e abbreviati in RBC dall'inglese "red blood cells"). L'emoglobina - in sigla Hb - è la proteina, contenuta nei globuli rossi, che trasporta l'ossigeno ai vari tessuti dell'organismo e che dà al sangue il tipico colore rosso vivo. E' una proteina complessa che in una delle sue parti contiene il ferro cioè l'eme.
Quindi, una persona anemica appare pallida quando proprio tutte le cellule degli organi interni già risentono della carenza di ossigeno e quelle della cute la manifesteranno schiarendosi (essendo la cute il solo e unico tessuto disponibile a vista).

Quale potrebbe essere la causa?


Dato che ad un primo accertamento ciò che in effetti si rileva in laboratorio, analizzando un campione di sangue, è la diminuzione del numero totale dei globuli rossi (eritrociti) per semplificare è bene ricordarsi che alla base di un'anemia si possono trovare le seguenti cause:
  • una diminuzione della produzione dell'emoglobina. Questa può verificarsi già nelle cellule del midollo osseo (che è il tessuto dove si trovano le cellule da cui originano tutte le cellule del sangue, le famose cellule staminali) dalle quali nasceranno i globuli rossi circolanti. Può dipendere anche da un particolare momento fisiologico che richiede un aumento del fabbisogno (accrescimento, gravidanza, allattamento, invecchiamento) oppure da uno stato patologico (malattie genetiche, carenze di vitamina B12, di ferro, e di acido folico, malattie croniche invalidanti, insufficienza tiroidea e tumori)
  • una maggiore "fragilità" dei globuli rossi (anemie emolitiche) che li rende più velocemente eliminabili da parte dei meccanismi di depurazione del nostro organismo (localizzati principalmente nel fegato)
  • un aumento della perdita di globuli rossi causato da un'emorragia acuta (fuoriuscita di sangue dovuta alla rottura improvvisa di una vena o di un'arteria, perdita mestruale troppo abbondante o troppo frequente) o cronica (sanguinamento invisibile all'esterno e prolungato nel tempo causato da una lesione dell'apparato digerente o anche dell'apparato genito-urinario).

E' sempre meglio approfondire


Oggi, la diagnostica di laboratorio ci offre una serie d'esami sicuri, precisi ed affidabili e, ancor più per le anemie, "misurare il sangue", diviene necessario quanto sufficiente.

Ecco un sintetico elenco degli esami più noti che sono universalmente effettuabili sottoponendosi ad un semplice prelievo di sangue:
  • con l'esame emocromocitometrico si quantifica il numero dei globuli rossi (ematocrito - Hct - cioè in % il numero dei globuli rossi rispetto agli altri elementi cellulari del sangue); quello di tutte le altre cellule del sangue (globuli bianchi o leucociti e piastrine); la quantità dell'emoglobina totale (Hb)
Valori normali dei pricpali parametri:

Eritrociti (globuli rossi), da 4 a 6,2 milioni/mm3; leucociti, da 4.000 a 10.000/mm3; piastrine,da 150.000 a 350.000/mm3; emoglobina, 12-16 g/dl (donne); 14-18 g/dl (uomini); ematocrito: 35 - 47 (donne); 40-54 (uomini).
  • misurare il ferro nel sangue: sebbene un esame emocromocitometrico completo sia sufficiente ad orientare il vostro medico di fiducia, è vero che l'aggiunta delle determinazioni di: sideremia (concentrazione del ferro totale nel sangue) transferrinemia (misura del livello della transferrina che è la proteina trasportatrice del ferro) ferritinemia (misura del livello di ferritina nel sangue che è la proteina di immagazzinamento del ferro) possono aiutare a togliere ogni dubbio; se poi si desidera controllare un'eventuale perdita dall'apparato digerente, è possibile che il medico suggerisca la ricerca del sangue occulto nelle feci
  • per testare il metabolismo dell'emoglobina si possono aggiungere alcuni esami della funzionalità epatica (le misure delle transaminasi - AST- ALT e quella della bilirubinemia)

Quando l'anemia è la punta dell'iceberg

Un po' diverso è il capitolo delle anemie secondarie a condizioni patologiche croniche come le insufficienze epatiche e renali, le disfunzioni della tiroide: tutte condizioni che modificano e possono limitare lo stile di vita, le abitudini alimentari e anche l'attività fisica e lavorativa. In questi l'esame emocromocitometrico completo deve affiancare gli esami di laboratorio che testano la funzionalità degli organi colpiti dalla malattia di base saranno affiancati. Ovviamente, il controllo degli elementi cellulari del sangue va di pari passo con il compenso della malattia.

Come riconoscere l'anemia

Prima ancora di ricorrere al laboratorio, ci sono alcuni altri segni e sintomi che, oltre al classico pallore, si accompagnano all'anemia vera, cioè alla condizione di fondo, l'ipossigenazione tissutale e cellulare diffusa (calo dei livelli dell'ossigeno):
  • stanchezza, svogliatezza e incapacità alla concentrazione
  • affanno da sforzo fisico
  • tachicardia (aumento del numero dei battiti cardiaci anche a riposo - in un soggetto adulto 60-80 battiti al minuto sono da considerarsi normali)
  • mal di testa persistente
  • glossite (infiammazione e dolore da lesioni che compaiono sulla lingua)
  • nausea e disturbi della digestione
  • perdita dell'appetito
  • vertigini e senso di stordimento
  • gengive sanguinanti.
Non è detto che tutti questi disturbi siano sempre presenti, ma se ci sono, è molto probabile che valga la pena di approfondire.

Se l'anemia è già un problema di famiglia...

Infine, ma non per ultimo, quando qualche familiare (padre, madre, fratelli) è affetto da una forma di anemia, anche se la causa non è mai stata ben identificata con una diagnosi precisa, è bene tenere presente la possibilià di una malattia genetica.
A questo proposito, nel nostro Paese, sono abbastanza comuni le anemie dette mediterranee (o anche talassemie o ancora emoglobinopatie, tipiche delle popolazioni che si affacciano sul Mar Mediterraneo) che sono delle vere e proprie malattie ereditarie e congenite (presenti fin dalla nascita) che nei casi più lievi possono rimanere a lungo silenti (senza manifestarsi con un evento acuto).
In questi casi è difficile che nessuno dei componenti della famiglia sia venuto a conoscenza del problema, e se fosse così, non mancherà occasione per contattare il medico di famiglia e molti dei centri specializzati per queste forme per le quali la diagnosi specifica e tempestiva s'impone sia per i malati sia per la prole da coppie che non hanno manifestato la malattia, ma ne portano i geni trasmissibili.

Patrizia Maria Gatti



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