Il tumore del polmone si vince con i “geni”

30 marzo 2010
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Il tumore del polmone si vince con i “geni”



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La ricerca ha fatto grandi progressi nella comprensione dei meccanismi molecolari alla base della trasformazione della cellula da sana a malata. Già oggi nuovi farmaci consentono cure più mirate. Ce ne parla Giorgio Scagliotti, direttore del dipartimento di Oncologia polmonare, all'Ospedale S. Luigi Gonzaga di Orbassano (To).

Prof. Scagliotti, quanto è diffuso il tumore del polmone e quali sono i fattori di rischio?
Il carcinoma polmonare rappresenta la prima causa di morte per cancro nell'uomo e nelle donne è la seconda causa dopo il carcinoma della mammella. Ogni anno in Italia sono diagnosticati oltre 30 mila nuovi casi, la maggioranza dei quali in stadio inoperabile dove la chemioterapia somministrata per via endovenosa e per via orale ha un ruolo determinante. Il principale fattore di rischio è costituito dal fumo di tabacco. Fumare un pacchetto di sigarette al giorno in modo abitudinario aumenta di 10 -13 volte il rischio di ammalarsi di tumore polmonare. Un aspetto rilevante degli ultimi 20 anni è l'incremento delle diagnosi di tumore polmonare in soggetti non fumatori.

Che consigli darebbe per una diagnosi precoce?
La migliore misura preventiva è smettere di fumare, a qualunque età, visto che si riduce comunque e in modo significativo il rischio di ammalarsi. Per quanto riguarda la diagnosi precoce, negli ultimi 10 anni considerevoli risorse economiche e umane sono state dedicate a definire il ruolo della Tac del torace con basso dosaggio di radiazioni. La Tac individua molte più lesioni nodulari di piccole dimensioni rispetto a quanto è possibile osservare con la semplice radiografia del torace. Di tutti i noduli polmonari individuati, soltanto l'1-2% risulta essere un tumore polmonare. In oltre il 50% dei casi si tratta di tumori polmonari in stadio iniziale. Tuttavia questo non è sufficiente per poter affermare che eseguire una Tac in fumatori di più di 50 anni di età, ovvero quando il rischio di contrarre la malattia è più elevato, sia in grado di migliorare effettivamente la prognosi della malattia. Questa risposta verrà unicamente quando i risultati di studi attualmente in corso saranno disponibile.

Quali risultati si possono ottenere oggi con chirurgia, radioterapia e chemioterapia?
Sfortunatamente la sopravvivenza a 5 anni della popolazione complessiva dei pazienti affetti con tumore polmonare è rimasta pressoché immodificata ma, nel corso degli ultimi 10 anni, è emersa una serie di osservazioni relative all'assetto genico del tumore rispetto al tessuto polmonare sano che hanno consentito e consentiranno, in un prossimo futuro, di modificare le modalità di trattamento. Per esempio si è osservato che un farmaco come il pemetrexed è più attivo in particolari tipi istologici rispetto ad altri. Nel 2004 sono state evidenziate mutazioni a carico di un gene che, se presenti, rendono il tumore sensibile a una molecola, il gefitinib la cui efficacia è risultata clinicamente rilevante con la possibilità di ottenere una rapida regressione della malattia e un prolungamento del tempo alla progressione della stessa.

Oggi, in oncologia, si parla molto dei farmaci biologici. Che cosa sono e che impatto hanno sulla terapia del tumore del polmone?
Per farmaci biologici si intendono quei farmaci mirati a colpire selettivamente le alterazioni molecolari presenti prevalentemente nelle cellule tumorali e non nei tessuti sani. Occorre dire che questo, purtroppo, rimane un obiettivo in quanto i farmaci biologici oggi a nostra disposizione hanno una buona ma non assoluta selettività d'azione. In conseguenza l'impiego di terapie biologiche è comunque accompagnato da effetti collaterali legati all'azione di questi farmaci sui tessuti sani.
Come sopra sottolineato, l'impatto è osservabile in piccoli gruppi di pazienti con specifiche alterazioni molecolari ma l'effetto sulla popolazione complessivo lo si osserverà unicamente quando si potrà ottenere una visione più completa delle alterazioni molecolari del tumore polmonare.

Quali sono le prospettive future?
La prospettiva è quella di una terapia quanto più personalizzata sulla base della mappatura delle alterazioni molecolari cruciali presenti nell'ambito del singolo tumore polmonare.




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