Influenza, vaccino protegge anche il nascituro

18 gennaio 2011
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Influenza, vaccino protegge anche il nascituro



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La mamma che nel corso della gravidanza assume il vaccino antinfluenzale protegge non solo se stessa ma anche il nascituro dall'infezione virale e dalle complicanze a essa associate. La conferma arriva da uno studio recente pubblicato dalla rivista su Archives of paediatrics and adolescent medicine, i cui autori hanno monitorato 160 madri con i loro neonati durante l'ultima stagione influenzale, una parte delle quali aveva ricevuto il vaccino. Sulla base delle ospedalizzazioni, è emerso che i figli delle donne vaccinate avevano il 44% in meno di probabilità di contrarre il virus, e anche i ricoveri di quelli colpiti dalla malattia erano minori del 39%. Inoltre, i neonati di madri vaccinate presentavano, al momento della nascita e a 2-3 mesi di vita, livelli di anticorpi contro il virus dell'influenza più alto rispetto agli altri neonati. Non a caso il governo americano, su suggerimento dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) e l'American medical association, ha avviato una campagna per promuovere la vaccinazione antinfluenzale per le donne in gravidanza.

Ma anche in Italia non mancano i richiami ad aderire alla campagna vaccinale anche in gravidanza.I ginecologi della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo),infatti, fanno sapere chenon è troppo tardi per aderire alla campagna e invitano le donne in gravidanza a vaccinarsi senza timori: «La campagna di prevenzione è iniziata all'inizio di ottobre, ma non è troppo tardi per aderire» spiega Nicola Surico, presidente della Sigo «sono necessari circa 15 giorni prima di ottenere una copertura completa, per cui chi si vaccina adesso può non essere ancora protetto quando il virus comincerà a circolare con maggior vigore, tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio». E, sulla sicurezza, aggiunge: «Non è stata evidenziata nessuna relazione causa-effetto fra l'impiego di questo strumento di prevenzione e difetti congeniti del nascituro. La sua somministrazione è raccomandata nel secondo e terzo trimestre di gestazione». L'esperto sottolinea infine, che, in Italia, l'epidemia sta seguendo un corso regolare. La fascia d'età più colpita si conferma quella dei bambini da 0 a 4 anni, seguita dai piccoli dai 5 ai 14 anni, dai 15-64enni e dagli over 65.



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