Pressione arteriosa, guida alla misurazione consapevole

30 marzo 2012
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Pressione arteriosa, guida alla misurazione consapevole



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La misurazione della pressione arteriosa è un'operazione piuttosto semplice, non invasiva e che dà un immediato riscontro. Già queste sono delle «buone ragioni per controllarla almeno una volta all'anno negli adulti» ci dice Massimo Volpe, ordinario di Cardiologia all'università La Sapienza di Roma e presidente della Società italiana dell'ipertensione arteriosa (Siia), «anche se si può misurare a tutte le età». Il suo significato clinico è legato soprattutto al riscontro di valori superiori a quelli considerati normali, cioè alla presenza della malattia nota come ipertensione arteriosa. Prima di arrivare a questa diagnosi però, è importante conoscere i principi di base per una corretta misurazione.

In condizioni ideali, tanto per cominciare, cioè: seduti comodi, dopo qualche minuto di riposo, in un ambiente confortevole, non troppo caldo né freddo, con il braccio nudo per indossare agevolmente il bracciale. «Con un bracciale di dimensioni adeguate» specifica il professor Volpe «perché si può e si deve cambiare se il paziente è magari un bambino, oppure un soggetto obeso».
È opportuno anche non aver appena fumato, o bevuto un caffè o consumato un pasto.
La prima volta, nell'ambulatorio del medico, è meglio rispettare alcune accorgimenti: ripetere la misura almeno 3 volte, a distanza di qualche minuto una dall'altra, per evitare il cosiddetto «effetto da camice bianco» cioè la possibilità che il primo valore possa risultare più o meno elevato di quanto non sia in realtà. Inoltre, sempre la prima volta, sarebbe meglio eseguire la misura su entrambe le braccia «una differenza di 5-10 mmHg tra un braccio e l'altro è normale» spiega Volpe «e serve per individuare il braccio con il valore più alto, sul quale eseguire le future misurazioni». Fondamentale però è che i valori riscontrati, anche quando sono nella norma, vengano scritti e conservati dal paziente, perché solo così sarà possibile avere un indice di riferimento futuro, come avviene, per esempio, con i principali parametri di laboratorio.

In ambulatorio dal proprio medico una volta all'anno, se non ci sono alterazioni «secondo le linee guida i valori dovrebbero risultare inferiori a 140/90 mmHg» prosegue Volpe «mentre a casa propria l'automisurazione è in genere motivata dalla necessità di monitorare uno stato ipertensivo e le linee guida non descrivono valori soglia particolari». Quando il medico riscontra valori pressori elevati, infatti, deve indagare la presenza di ipertensione arteriosa ricorrendo alle indagini più opportune, che possono includere anche la misurazione a domicilio o la misurazione nell'arco delle 24 ore, che si effettua con un apparecchio apposito. A casa propria o in farmacia la pressione si misura con apparecchi digitali, più o meno automatici, a differenza dello sfigmomanometro utilizzato dal medico, ma le condizioni ideali per la misurazione sono le stesse descritte sopra e il risultato altrettanto attendibile. L'importante è che la misura sia effettuata correttamente, sempre sul medesimo braccio, e riportata in un diario, che servirà per documentare al medico il profilo pressorio del paziente.

In età adulta la misurazione della pressione è un controllo annuale di routine, oppure può essere dettato dalla necessità di chiarire alcuni sintomi riferiti dal paziente. Nel soggetto iperteso è possibile dover ricorrere a più misurazioni ravvicinate: eseguire e documentare su un diario 2-3 misurazioni a settimana della pressione arteriosa, a orari del giorni differenti, è un giusto compromesso, che non grava il paziente di ansie eccessive ed è utile al medico per verificare se la terapia antipertensiva prescritta è efficace. Questo solo finché non si sia instaurato un trattamento adeguato, poi i controlli potranno essere meno frequenti.
Nei soggetti più anziani sarebbe opportuno rivalutare la pressione arteriosa su entrambe le braccia: questo perché con l'instaurarsi di aterosclerosi, il restringimento di un'arteria a livello di un braccio potrebbe modificare i valori pressori registrati, falsando la misurazione.
L'orario non è importante perché la pressione arteriosa oscilla costantemente durante la giornata, in maniera del tutto fisiologica, e«continua a farlo anche nei soggetti ipertesi» specifica il presidente Siia «se l'ipertensione è controllata con un'adeguata terapia, piccole oscillazioni sono tollerate».

Può accadere anche che la pressione arteriosa sia più bassa della norma, si parla in questo caso di ipotensione «che però non è una malattia e quindi non deve essere curata» come sottolinea Volpe « può semmai suggerire ulteriori approfondimenti diagnostici perché può essere la spia di altre malattie importanti di natura cardiologica o neurologica».

Elisabetta Lucchesini



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