Bpco: una malattia respiratoria che può essere prevenuta

25 novembre 2013
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Bpco: una malattia respiratoria che può essere prevenuta



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«Il principale obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari. Devono ottenere il giusto riconoscimento e ricevere una maggiore solidarietà sociale» ha dichiarato Francesco Tempesta, Presidente dell'Associazione italiana pazienti Bpco Onlus, «così come è essenziale proporre nuovi schemi di gestione della malattia al fine di garantire la continuità assistenziale, mettendo al centro della cura il paziente e integrando le competenze tra medicina di base e specialistica». Sotto i riflettori c'è la Bpco, Broncopneumopatia cronica ostruttiva, una malattia poco considerata nonostante, secondo le stime dell'Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità, ci siano 65 milioni di persone che convivono con questa patologia, ed è probabile che questo dato sia sottostimato, in quanto la Bpco, spesso, non è riconosciuta come malattia quindi non diagnosticata.

La fotografia della situazione esce dalla XII Giornata mondiale Bpco, organizzata dall'Associazione italiana pazienti Bpco Onlus.

La Broncopneumopatia cronica ostruttiva è una delle principali cause di mortalità e invalidità nel mondo con significative ripercussioni fisiche ed emotive per chi ne soffre. Detta anche enfisema e/o bronchite cronica, è una malattia respiratoria che può essere prevenuta. Colpisce la popolazione adulta ed è causata dall'inalazione per lungo tempo di inquinanti. Il caso più tipico il fumo di sigaretta, che progressivamente riduce in maniera permanente la capacità respiratoria e la possibilità di condurre una vita attiva.
La Bpco è caratterizzata da fiato corto, tosse, respiro sibilante, aumento dell'espettorato (muco o flegma). Questi sintomi, in particolar modo il fiato corto, possono limitare la capacità del paziente di svolgere le normali attività quotidiane.

Con il progredire della malattia, la funzionalità respiratoria diminuisce e lo svolgimento di attività fisiche può subire conseguenti gravi limitazioni, che impediscono ai pazienti di condurre una vita piena, lo svolgimento delle attività quotidiane e la partecipazione alle normali attività familiari e sociali.

«Tra i principali problemi» spiega Rosanna Franchi, Segretario dell'Associazione italiana pazienti Bpco Onlus, «vorrei ricordare il mancato riconoscimento della Bpco come malattia cronica ed invalidante.
Questo significa che ai pazienti con Bpco non viene riconosciuto il diritto all'esenzione dei costi delle prestazioni sanitarie.
Altro problema sono le liste d'attesa per poter effettuare esami diagnostici o interventi chirurgici, che rallenta la frequenza dei controlli e causa un allungamento dei tempi di diagnosi e inizio della terapia».
Chi soffre di Bpco, inoltre, può sviluppare timori, ansia, frustrazione, senso di isolamento e depressione. Per questo bisogna stimolare i pazienti a uscire di casa, a muoversi e non restare soli. Ma ciò diventa difficile per chi, ad esempio, deve ricorrere a una ossigenoterapia continuativa, in quanto non esiste la possibilità di ricaricare le bombole portatili (chiamate stroller), che hanno un'autonomia di poche ore e che sono caratterizzate da attacchi non omologati tra lo stroller e la bombola. Così come è assai complicato muoversi con mezzi di trasporto come treni o aerei.

Problemi che diventano importanti da affrontare e risolvere se si tiene presente che nei prossimi 10 anni si prevede un incremento di oltre il 30 per cento degli esiti infausti dovuti alla Bpco. Nel 2010 la Bpco è stata una della principali cause di mortalità nel mondo. L'Oms stima, inoltre, che entro il 2030 questa patologia diventerà la terza principale causa di morte a livello mondiale. Entro quella stessa data la Bpco sarà anche la settima causa di anni di vita persi a causa della malattia per disabilità o per morte prematura. Negli Stati Uniti rappresenta già la terza causa di morte.

Come abbiamo detto il fumo di sigaretta è la causa principale della Bpco: è responsabile dell'80-90 per cento del rischio di sviluppare tale patologia. Ma ci sono altre cause: l'inquinamento, compreso quello derivante dall'utilizzo di stufe e impianti di riscaldamento a legna o a carbone in ambienti chiusi, oltre all'esposizione a diversi inquinanti sul luogo di lavoro, aumenta anch'esso notevolmente il rischio. Allo sviluppo di Bpco contribuiscono anche fattori genetici; i ricercatori hanno stabilito che la Bpco è una malattia poligenetica, in cui la predisposizione genetica e fattori ambientali contribuiscono entrambi allo sviluppo della malattia.

Un'ulteriore problematica della Bpco è rappresentata dalle comorbilità, ossia dall'associazione con altre condizioni patologiche croniche, soprattutto di tipo cardiovascolare e metabolico. «Da uno studio pubblicato di recente sulla rivista Multidisciplinary respiratory medicine» afferma Claudio Sanguinetti, già Direttore dell'Unità complessa di pneumologia del San Filippo Neri di Roma e membro dell'esecutivo di Aimar (Associazione scientifica interdisciplinare per lo studio delle malattie respiratorie), «sull'incidenza delle comorbilità nella Bpco nell'ambito di alcuni Ospedali romani, si è visto che in oltre il 90 per cento dei pazienti esiste sempre un'altra patologia associata, prevalentemente nell'ambito cardiovascolare (aritmie, ipertensione, cardiopatia ischemica) o metabolico (diabete di tipo II o obesità), oltre ad alterazioni muscolo-scheletriche (osteoporosi).

Per questo diventa importante che la Bpco sia gestita in modo multidisciplinare, creando una stretta relazione tra pneumologo, cardiologo, diabetologo, oltre a un supporto psicologico, in quanto si è visto che un'alta percentuale di pazienti manifesta anche sindromi depressive. Per migliorare la qualità vita di chi soffre di Bpco è importante che la diagnosi e l'intervento con farmaci adeguati siano precoci. Per questo diventa fondamentale attivare un processo costante di informazione nei confronti dei pazienti, affinché prendano consapevolezza della propria malattia e delle cause, modificando anche il proprio stile di vita, come l'eliminazione di una delle principali cause, quali il fumo. I pazienti con Bpco possono trarre beneficio, inoltre, da programmi di allenamento all'esercizio fisico.

A causa della sua natura progressiva, intervenire precocemente con diagnosi e terapia è essenziale per prevenire le complicanze e le riacutizzazioni associate alla Bpco. Secondo le linee guida internazionali Gold (Progetto mondiale sulla Bpco) va considerata la diagnosi clinica di Bpco in tutti i pazienti che hanno più di 40 anni e presentano dispnea (fiato corto), tosse cronica o escreato, e una storia di esposizione ai fattori di rischio per questa patologia. La Bpco è spesso sotto-diagnosticata quando è di grado lieve e moderato in quanto i sintomi spesso vengono inizialmente attribuiti all'avanzare dell'età. Molti pazienti non si rivolgono al medico sino a che i sintomi non sono diventati gravi ed è stato stimato che la Bpco non venga diagnosticata in una percentuale che raggiunge il 50 per cento della popolazione americana e il 75 per cento di quella europea.

Il primo sintomo da tenere presente è il fiato corto, sintomo caratteristico della Bpco e strettamente associato alle sue riacutizzazioni. All'inizio il paziente può notare fiato corto quando compie attività che richiedono un particolare sforzo, ad esempio salire le scale, ma con il progredire della malattia e del deterioramento della funzionalità respiratoria, questo sintomo diventa più pervasivo e si fa sentire anche nello svolgimento delle normali attività quotidiane, ad esempio quando si porta la borsa della spesa. Nello stadio più avanzato, impedisce attività basilari quali lavarsi e vestirsi.

Per quanto riguarda i trattamenti farmacologici, devono essere prescritti in base alle necessità del singolo paziente. Tra questi ricordiamo broncodilatatori, corticosteroidi inalatori o inibitori della fosfodiesterasi 4. La terapia di gestione con broncodilatatori a lunga durata d'azione, farmaci in grado anche di ridurre il rischio delle riacutizzazioni, è consigliata nella Bpco di grado da moderato a grave.



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