Lettini solari e cancro: le immagini sono più convincenti delle parole

22 giugno 2015
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Lettini solari e cancro: le immagini sono più convincenti delle parole



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Un'immagine vale più di mille parole. Si potrebbero sintetizzare così i risultati di uno studio statunitense da poco pubblicato sulla rivista American journal of public health che ha valutato l'efficacia dei messaggi presentati a chi decide di recarsi in un centro di abbronzatura. «Si tratta di un argomento di grande interesse per la salute pubblica dal momento che l'abbronzatura indoor, quella dei lettini e delle lampade solari, è una causa di tumore della pelle che può essere completamente eliminata» afferma Darren May, che si occupa di oncologia al Georgetown university cancer center di Washington, negli Stati Uniti, ed è il primo autore della ricerca.

«Circa il 30 per cento delle giovani donne bianche negli Stati Uniti usa lettini e lampade abbronzanti ogni anno e metà di loro lo fa addirittura 10 o più volte l'anno» dice May, che ha coinvolto nella sua ricerca 682 giovani donne bianche di età compresa tra 10 e 30 anni che si erano sottoposte ad almeno una seduta abbronzante nell'anno precedente. Come ricordano gli autori, oggi negli Stati Uniti è obbligatorio esporre sui dispositivi abbronzanti la scritta "Attenzione: le lampade solari non dovrebbero essere utilizzate da persone di età inferiore a 18 anni", ma questo non basta a far riflettere le giovani donne e a dissuaderle dall'abbronzatura facile senza sole. Ecco allora che May e colleghi hanno deciso di verificare se aggiungere immagini alle parole potesse essere più convincente. «I messaggi fatti anche di immagini dei rischi associati all'abbronzatura artificiale (per esempio tumori della pelle) sono risultati molto più efficaci dei classici messaggi fatti solo di parole per convincere le giovani donne a rinunciare o almeno a ridurre l'uso di lampade e lettini» afferma l'autore, concludendo che questa potrebbe essere una strategia vincente per migliorare la prevenzione del tumore della pelle, una patologia sempre più frequente e che nella sua forma più pericolosa (il melanoma) si riscontra di frequente nelle donne sotto i 40 anni.

Ma per una prevenzione davvero efficace dei danni prodotti dall'eccessiva esposizione ai raggi Uv non basta sapere cosa dire (o mostrare), ma bisogna anche sapere quando farlo. Ne sono convinti Kyle Amber del MacNeal hospital di Berwyn (Usa) e colleghi che hanno recentemente pubblicato i risultati della loro ricerca sulla rivista Jama dermatology. «Le ricerche online di termini come "tumore della pelle" e "melanoma" hanno un picco nei mesi estivi» afferma il ricercatore che per arrivare a questa affermazione ha analizzato le ricerche di queste specifiche voci effettuate negli Stati Uniti dal 2010 al 2014. «Questi picchi osservati nei mesi estivi sono presenti in tutti gli anni analizzati» afferma l'autore. «Dal momento che l'estate è il periodo dell'anno nel quale la gente sembra essere più interessata e sensibile al tema del tumore della pelle, i mesi estivi potrebbero rappresentare il momento più adatto per fare educazione e prevenzione sul tema».



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