Viaggi lontani? Ecco come affrontare il jet lag

18 luglio 2016
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Viaggi lontani? Ecco come affrontare il jet lag



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Lo chiamano anche "mal di fuso" oppure - in termini più tecnici - disritmia, discronia o disincronosi circadiana. È il jet lag quel malessere con il quale in misura più o meno importante hanno a che fare tutti coloro che si spostano per lunghi viaggi attraversando diversi fusi orari. I sintomi principali sono mal di testa e grande stanchezza, ai quali a volte si aggiungono anche difficoltà di parola, problemi alla vista, bocca secca e movimenti involontari dei muscoli. «Gli effetti del jet lag sono diversi, sia in qualità che in intensità nelle diverse persone e dipendono anche dallo stile di vita individuale» affermano i ricercatori della Texas A&M University che hanno recentemente pubblicato un elenco di consigli utili per non farsi rovinare dal cambio di fuso le vacanze in un paese lontano.


«Indipendentemente dalle ore di volo, muoversi attraverso 4-6 fusi orari verso oriente - per esempio dagli Stati Uniti verso l'Europa - ha un impatto maggiore sull'organismo di quanto ne ha un viaggio nella direzione opposta» esordisce David Earnest, professore al Texas A&M college of medicine che studia i ritmi circadiani, ovvero i cicli fisiologici che si susseguono nell'arco di una giornata e dicono al nostro corpo quando mangiare dormire o svolgere alcune attività. Come spiega l'esperto, il nostro orologio biologico riesce ad adattarsi di 2-4 ore al giorno se si viaggia da oriente verso occidente, ma solo di 1-2 ore al giorno se ci si sposta a est.

«Ciò significa che, se non ci si prepara prima, in un viaggio di otto fusi orari verso occidente l'organismo impiegherà da 2 a 4 giorni per risincronizzare i propri ritmi, mentre il tempo raddoppia se gli otto fusi attraversati sono verso oriente» spiega Earnest. Anche l'orario del volo ha un effetto sulla pesantezza del successivo jet lag. Scegliere un volo notturno quando si viaggia verso oriente è una delle strategie migliori per rendere meno pesante il jet lag, ma solo a patto di dormire durante il volo. Chi non riesce a dormire in viaggio si sentirà invece automaticamente molto stanco non appena arrivato a destinazione.

Tra i preparativi in vista di un lungo viaggio attraverso più di due fusi orari dovrebbero essere inclusi anche quelli per evitare un impatto troppo forte del jet lag. I ricercatori statunitensi della Texas A&M University spiegano cosa fare prima del viaggio e una volta giunti a destinazione per evitare che il cambio di fuso rovini le tanto attese vacanze.

  • Allenare l'organismo. È una buona idea cominciare ad avvicinarsi gradualmente a quelli che saranno i ritmi del paese di destinazione. Ciò significa che almeno 4 giorni prima del viaggio bisogna cominciare a spostare gradualmente gli orari dei pasti, del sonno e del risveglio di circa un'ora al giorno.
  • La melatonina può aiutare. La melatonina è un ormone presente in elevate concentrazioni nell'organismo durante la notte. Assumere prodotti a base di melatonina (acquistabili in farmacia senza ricetta medica) per cinque giorni prima del viaggio può aiutare a smorzare gli effetti del jet lag. Un'avvertenza: la melatonina deve essere assunta a un orario che coincide con la "sera" del luogo di destinazione.
  • Niente sonniferi. Questi farmaci restano in circolo nell'organismo per molto tempo e possono confondere ulteriormente l'orologio biologico.
  • No ad alcol e caffeina. Queste sostanze sono da evitare soprattutto durante i voli notturni, ma la caffeina può essere utile - assieme a una bella passeggiata all'aria aperta - una volta atterrati per rimanere svegli.
  • Si dorme di notte. Anche se il sonno si fa sentire con prepotenza, è meglio aspettare che sia notte per andare a letto evitando sonnellini o dormite fuori orario altrimenti si rischia di allungare i tempi necessari all'organismo per risincronizzarsi.

Cristina Ferrario



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