Benessere in gravidanza

20 novembre 2012
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Benessere in gravidanza



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Controlli periodici e semplici accorgimenti


La gravidanza è un periodo di straordinario mutamento fisico e psicologico, complessivamente positivo e appagante per la maggior parte delle donne, ma quasi mai esente da disturbi più o meno importanti e, talvolta, da vere e proprie patologie. I controlli periodici, da intraprendere fin dalle prime settimane di gestazione, sono indispensabili per cogliere precocemente eventuali alterazioni metaboliche e funzionali che potrebbero causare problemi alla salute della mamma e del bambino. Semplici accorgimenti di stile di vita possono evitare i disagi più innocui, ma comunque fastidiosi, permettendo di vivere serenamente questa straordinaria esperienza.

Dieta bilanciata e integrazioni mirate


Importante durante tutte le fasi della vita, una dieta varia e bilanciata diventa irrinunciabile durante la gravidanza per assicurare il massimo benessere alla mamma e tutti i nutrienti essenziali al bambino che si sta sviluppando. Le fibre di frutta e verdura e tanta acqua aiutano a contrastare la stitichezza tipica della gestazione. I cereali (nella giusta quantità) forniscono energia, mentre pesce e carni (sempre ben cotti) sono fonte privilegiata di proteine nobili e ferro. Ancora pesce e oli vegetali assicurano l'apporto di omega-3 e omega-6, preziosi per la funzionalità del tessuto nervoso e dell'apparato cardiovascolare. I latticini (meglio se magri) assicurano il rifornimento di calcio. Da integrare in modo specifico, fin dal concepimento, invece, l'acido folico.

Vietati fumo e alcolici

La donna che di norma fuma dovrebbe cercare di smettere fin dall'inizio della gravidanza, cogliendo magari l'occasione per farlo in modo definitivo. Le ragioni? Il fumo aumenta il rischio di parto pretermine, placenta previa e basso peso alla nascita del bambino; inoltre, altera il battito cardiaco e i movimenti del feto. Altro elemento da bandire, gli alcolici. Il consumo eccessivo, anche nel periodo che precede il concepimento, è estremamente deleterio per lo sviluppo del sistema nervoso fetale. Un consumo moderato di vino (2-3 bicchieri alla settimana) non è vietato, ma preferibilmente da evitare. Ammesso, invece, il caffè, a patto di limitarsi a 1-2 tazzine al giorno.

Toxoplasmosi: i cibi a rischio

Le donne negative al test per la toxoplasmosi all'inizio della gravidanza, oltre a ripeterlo ogni mese, dovranno adottare alcune cautele sul fronte dell'alimentazione per prevenire un possibile contagio durante la gestazione. In particolare, sarà necessario evitare il consumo di carni crude (carpacci, tartare ecc.) o poco cotte (soprattutto se di agnello), insaccati, verdure crude di cui non sia certa la perfetta pulizia e latticini non pastorizzati (latte crudo e derivati). Altra accortezza: limitare il contatto con animali di igiene dubbia o che frequentano spazi pubblici come parchi e giardini condominiali.

Controlli regolari per nove mesi

Anche la donna giovane e apparentemente sana, durante i nove mesi deve sottoporsi a controlli regolari per escludere la presenza di patologie non ancora diagnosticate al momento del concepimento o insorte durante la gravidanza. Oltre al toxo-test e al rubeo-test (per verificare l'avvenuta rosolia), i principali controlli comprendono esami del sangue e delle urine tesi a valutare lo stato fisico generale ed evidenziare possibili infezioni o una condizione di iperglicemia o diabete e la misurazione della pressione arteriosa. Per seguire il corretto sviluppo del feto, invece, sono essenziali almeno tre ecografie. Amniocentesi ed esame dei villi coriali o diagnosi prenatali più raffinate possono essere proposte dal ginecologo in casi selezionati.

Diabete gestazionale

Il diabete gestazionale è una condizione transitoria, indotta dall'alterazione dell'equilibrio ormonale e da difetti della secrezione insulinica, che si instaura nel 2-5% delle gravidanze, di solito tra la 24esima e la 28esima settimana, senza dare sintomi evidenti. La lieve iperglicemia che ne risulta non comporta rischi immediati per la salute della donna, ma può interferire con lo sviluppo del feto, che può crescere troppo e in modo irregolare nonché andare incontro a pericolose ipoglicemie subito dopo la nascita. Riconoscere presto l'alterazione del profilo glicemico attraverso esami del sangue e delle urine permette di prendere contromisure dietetiche e farmacologiche efficaci.

Preeclampsia, pressione alta in gravidanza

La preeclampsia è una condizione caratterizzata dall'aumento della pressione arteriosa e dalla perdita di proteine con le urine che manifesta nel 5-8% delle gravidanze, generalmente a partire dalla 20esima settimana, perdurando poi nel post partum. I sintomi comprendono soprattutto gonfiori a gambe e braccia, rapido aumento di peso (edemi), mal di testa e disturbi della vista, ma non sono sempre presenti. La preeclampsia va gestita in primo luogo con una dieta iposodica, il riposo (spesso a letto) e la rimozione delle cause di stress. Soltanto nei casi più gravi si ricorre a interventi farmacologici. Può richiedere un'anticipazione del parto.

Prepararsi insieme alla nascita

Che si tratti di scegliere i vestitini, di arredare la cameretta o di frequentare i corsi di preparazione alla nascita, condividere emozioni, decisioni e progetti legati alla gravidanza e all'arrivo del bambino permette di stabilire un'armonia di coppia di cui beneficeranno sia i genitori sia il bambino. La presenza del compagno durante gli esercizi in palestra aiuterà la donna a essere più serena e ad apprendere più facilmente le tecniche antalgiche naturali, permettendo eventualmente al futuro padre di assistere in modo produttivo al parto.

Farmaci con qualche cautela

In gravidanza, come in ogni altro momento della vita, i farmaci vanno assunti soltanto quando sono effettivamente necessari e con cautela, ma quando il medico ritiene opportuno somministrarli non si deve temere per la salute del bambino. Gran parte dei medicinali d'uso comune, usati correttamente, non creano problemi al feto, che potrebbe invece essere danneggiato dalla malattia della mamma. È il caso della febbre (che può essere trattata con paracetamolo) o di infezioni che richiedono terapie antibiotiche. Ciò che conta è evitare il "fai-da-te" e non assumere neppure prodotti da banco o preparati fitoterapici senza aver interpellato il medico.

Epidurale sì o no?

L'analgesia epidurale è un mezzo semplice, sicuro ed efficace, che permette alla donna di partorire in modo naturale con un dolore minimo. Oltre al maggior benessere per la mamma, la minore ansia associata al momento del travaglio e dell'espulsione rende meno traumatica l'esperienza anche per il bambino. Un altro aspetto positivo riguarda il contributo dell'epidurale alla riduzione del numero di parti cesarei, spesso scelti per timore di un travaglio lungo e doloroso. Se non sussistono controindicazioni e si desidera riceverla, meglio richiederla per tempo.

Attenzione al "baby blues"

Eccolo è nato. Sorride, piagnucola, vuole il latte. Chi è quel piccolo estraneo che vi guarda senza vedervi davvero? L'arrivo a casa dopo il parto, lungi dall'essere un momento magico, può mettere seriamente in crisi la neo-mamma che, insieme allo stravolgimento dell'equilibrio ormonale, deve gestire quello della propria vita. Spesso, senza provare immediatamente il tanto celebrato "istinto materno" e sentendosi in colpa per questo. Non trascurate segnali di disagio o malessere psicologico che possono insorgere nelle settimane o nei mesi dopo il parto: potrebbe trattarsi di baby blues o depressione post-partum. Parlatene con il medico per affrontarla in modo adeguato.



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