Donne più a rischio

30 aprile 2009
Interviste

Donne più a rischio



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Si è spesso data grande responsabilità per la comparsa della sindrome del tunnel carpale all'uso intenso e scorretto del mouse e quindi a professioni legate all'informatica e all'uso di videoterminali. In effetti, il posizionamento scorretto del piano di lavoro rispetto all'altezza di chi ci lavora può essere causa di compressione del nervo mediano del braccio. Tuttavia le ricerche scientifiche recenti hanno ampliato le categorie professionali a rischio, dal momento che il sovraccarico biomeccanico associato a un lavoro manuale ripetitivo che richiede forza, è uno dei maggiori fattori di rischio per il disturbo. Una di queste ricerche è stata realizzata in Italia, in particolare in Toscana, raccogliendo i dati sui casi di chirurgia adottata per risolvere il disturbo.

I pazienti sono stati divisi in base al tipo di lavoro svolto distinguendo tre grandi categorie: impiegati, operai e casalinghe, una distinzione già adottata in altri studi che aveva permesso di individuare nelle professioni legate alla produzione un rischio maggiore rispetto all'ambito impiegatizio. La distinzione di genere ha permesso di chiarire delle differenze tra i due sessi già notate in precedenza. "Le donne possono essere più a rischio - spiega Stefano Mattioli, dell'Unità operativa di Medicina del Lavoro del Policlinico S. Orsola-Malpighi, dell'Università di Bologna e ideatore dello studio italiano - perché gli uomini hanno una struttura fisica maggiormente adatta a resistere a un eccessivo carico biomeccanico. Inoltre - aggiunge il ricercatore - esiste una relazione tra fattori ormonali e sindrome del tunnel carpale, messa in luce dall'alto numero di casi che compaiono tra le donne, nelle età vicine alla menopausa. A causa di fattori ormonali può aumentare il diametro dei tendini che, occupando più spazio, facilitano la compressione del nervo mediano proprio nel suo passaggio attraverso il tunnel carpale, cosa che causa i sintomi tipici della malattia". Questo potrebbe anche spiegare perché i ricercatori italiani hanno trovato un picco di incidenza tra le donne in premenopausa in tutte e tre le categorie professionali, ma, nel confronto con le impiegate, le casalinghe erano più a rischio in qualsiasi fascia di età.

Nel complesso delle lavoratrici il tasso di comparsa del disturbo era, rispetto alle impiegate, 4,2 volte più alto tra le operaie e 3,8 più alto tra le casalinghe. Un tasso più alto di 4,8 volte riguardava anche gli operai rispetto a chi svolgeva lavoro impiegatizio. L'aumento di rischio dovuto all'esposizione al lavoro manuale è riconducibile alle azioni ripetitive e prolungate che spesso prevede la produzione: "Oltre alla ripetitività dei gesti di mano e polso - spiega Mattioli - ci sono altri fattori di rischio di origine lavorativa che sono considerati importanti nella genesi della malattia: la forza con cui i movimenti di mano e polso sono eseguiti, il dover afferrare oggetti (pesanti) con la punta delle dita, la compressione del palmo della mano, l'utilizzo di strumenti che producono vibrazioni che si trasmettono a mano e braccio. Ovviamente, se questi fattori si presentano associati, aumentano le probabilità che compaiano i sintomi della malattia". Anche nei lavori domestici è possibile ritrovare questo tipo di movimenti, spesso accompagnati da posture scomode e sforzi di braccia e mani, che spiegano l'elevato tasso di comparsa della sindrome tra le casalinghe. Fare prevenzione non è semplice in quanto non esistono specifici esercizi da consigliare per la mano e il polso, ma mantenersi in salute aiuta sempre: "Risulta protettivo non soffrire di diabete e non essere in sovrappeso - afferma Mattioli - problemi che si evitano svolgendo una regolare attività fisica. Sebbene sia compito del medico e del servizio di prevenzione aziendale modificare i compiti in modo da limitare al minimo la presenza dei fattori di rischio di cui abbiamo parlato, ogni singola persona può cercare di alternare compiti e movimenti. I cosiddetti "stent", polsini che aiutano a mantenere la mano in posizione neutra rispetto all'avambraccio, vanno prescritti dal medico dell'azienda: il loro utilizzo sul lavoro può, limitando i movimenti del polso, scaricare i problemi su gomito e spalla".

Simona Zazzetta

Mattioli S et al. Incidence rates of surgically treated idiopathic carpal tunnel syndrome in blue- and white-collar workers and housewives in Tuscany, Italy. Occup Environ Med. 2009 May;66(5):299-304



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