Contro la fibrillazione vince la sicurezza

10 settembre 2010
Interviste

Contro la fibrillazione vince la sicurezza



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Di Simona Zazzetta

Il trattamento farmacologico della fibrillazione atriale pone il medico di fronte a una scelta difficile che deve guardare all'efficacia, ma anche alla tollerabilità e alla sicurezza. Recentemente sono state introdotte importanti novità terapeutiche che potrebbero portare un miglioramento nella gestione di questi pazienti e nella qualità della loro vita. Dica33 ne ha parlato con Antonio Raviele, direttore del Dipartimento Cardiovascolare dell'Ospedale Dell'Angelo di Mestre e past president Aiac (Associazione italiana di aritmologia e cardiostimolazione).

Professor Raviele quali sono le novità farmacologiche nel trattamento della fibrillazione atriale?
Di recente approvazione, per ora da parte dell'Agenzia europea del farmaco, c'è da segnalare il vernakalant, un antiaritmico raccomandato per la cardioversione rapida, cioè il ripristino del ritmo normale del battito cardiaco. È indicato per il trattamento "in acuto" cioè nei pazienti in cui la fibrillazione è in atto da meno di sette giorni. Un'altra importante innovazione è l'introduzione del dronedarone, un altro antiaritmico che in Italia ha già ottenuto la rimborsabilità da parte del Servizio sanitario nazionale per i pazienti con indicazione. Infine, un'altra approvazione importante, ma per ora solo negli Stati Uniti, riguarda dabigatran, un anticoagulante orale più efficace di quelli attuali e di più facile gestione nel dosaggio e monitoraggio che viene prescritto in associazione con la terapia antiaritmica.

Quindi in Italia i pazienti con fibrillazione atriale potranno essere trattati con dronedarone?
Le linee guida europee propongono dronedarone come valida alternativa nei soggetti in cui gli altri farmaci antiaritmici hanno fallito o non sono tollerati, ma anche come terapia di prima scelta in tutte le situazioni cliniche associate alla fibrillazione atriale parossistica e persistente, eccetto nei pazienti con scompenso cardiaco grave. Inoltre, può avere un ruolo anche nella forma permanente in quanto rallenta la frequenza di contrazione ventricolare e controlla i disturbi associati alla fibrillazione. In realtà, l'Agenzia italiana del farmaco ha un atteggiamento cauto, dal momento che la rimborsabilità è accordata solo quando il passaggio a dronedarone è motivato da effetti collaterali o se c'è già una controindicazione per amiodarone, che è l'antiaritmico più potente ma con importanti effetti collaterali.

Quali sono i vantaggi offerti dalle nuove terapie?
In generale, nei pazienti con questo disturbo e, in particolare, in quelli in cui non ci sono sintomi e la diagnosi è avvenuta per caso (16-25% dei casi), è importante intervenire con farmaci che evitino le conseguenze gravi come l'ictus, ma che diano meno effetti collaterali per poter fare una terapia a lungo termine. Gli antiaritmici finora disponibili, purtroppo, o erano poco efficaci o, in caso di efficacia significativa, ponevano un grosso problema di effetti collaterali, per esempio dopo cinque anni di terapia con amiodarone, compaiono sintomi a carico della tiroide e del sistema nervoso. Da questo punto di vista, dronedarone offre un profilo di sicurezza migliore, grazie alla sua struttura molecolare che non contiene lo iodio.



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