Reumatismi, col freddo il dolore è più forte

27 gennaio 2012
Interviste

Reumatismi, col freddo il dolore è più forte



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Le malattie reumatiche sono piuttosto diffuse e spesso sembrano peggiorare nei mesi autunno-invernali. Per capire se è vero e come ci si può proteggere Dica33 ha intervistato Gianfranco Ferraccioli, ordinario di Reumatologia e responsabile delle Uoc di Reumatologia e di Medicina interna presso il Cic dell'università Cattolica - Policlinico A. Gemelli di Roma

Che cosa sono le malattie reumatiche?
Le malattie reumatiche sono moltissime, oltre un centinaio, e ciascuna ha caratteristiche peculiari, però condividono, se così si può dire, un denominatore comune: colpiscono l'apparato muscoloscheletrico. Questo significa che, con modalità e intensità diverse, possono coinvolgere e danneggiare le strutture preposte al movimento (muscoli, tendini, legamenti, ossa, articolazioni).


Quando si parla di reumatismi, ci si riferisce a una malattia precisa oppure il termine è generico?
Il termine non è clinico tuttavia fa riferimento a quella che, tra le malattie reumatiche, è la più diffusa, ossia l'artrosi o osteoartrite. È la malattia che si manifesta tipicamente con dolori intermittenti alle articolazioni. La fase infiammatoria, infatti, ha un andamento lento e progressivo, per cui a fasi acute seguono periodi di relativa stabilità.


Possiamo considerarla una malattia dell'anziano?
È una malattia dell'adulto, con un'incidenza compresa tra l'8 e il 15% della popolazione, che però peggiora lentamente nel tempo, per cui tende a manifestarsi in maniera più esplicita intorno ai 60 anni d'età.


È vero che peggiora nei mesi invernali?
L'andamento della malattia, cronico intermittente, non risente dei fattori climatici che, invece, possono incidere negativamente sui sintomi dolorosi. Mentre un freddo intenso ha un effetto quasi anestetico, il freddo umido altera la soglia di sensibilità dei recettori per il dolore, quindi se l'articolazione è infiammata d'inverno farà più male.


Consigli come quelli di non mettere le mani in acqua fredda o evitare passeggiate all'aperto sono validi?
Nessuna di queste attività è preclusa ai pazienti con artrosi, anzi camminare è fortemente consigliato perché aiuta a preservare la lubrificazione delle cartilagini, ritardando la progressione del danno articolare. Magari appena usciti l'impatto col freddo farà avvertire di più il dolore, che poi andrà scemando con il riscaldamento indotto dalla camminata. Stesso discorso per l'acqua fredda: non fa male, nel senso che non incide sul decorso della malattia, ma al momento peggiora la sintomatologia, basta essere preparati.


Un soggiorno in località a clima più caldo può avere effetti benefici?
Relativamente per la verità, perché il calore non spegne del tutto i sintomi e, anzi, un'esposizione eccessiva all'irradiazione solare (anche artificiale) aumenta l'infiammazione articolare. Consiglio il ricorso a soggiorni termali, con relativi trattamenti in acqua calda o fanghi, nelle fasi in cui l'artrosi è "spenta". In ogni caso, meglio sempre concordare con il proprio medico gli interventi più adeguati.


A proposito di medico, quando è il momento di consultare lo specialista reumatologo?
Sarebbe meglio farlo all'insorgere dei primi sintomi di artrosi per ottenere un corretto inquadramento della patologia e delle terapie più indicate (fisiche e farmacologiche), che poi si potranno seguire con il supporto del proprio medico di famiglia.

Elisabetta Lucchesini




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