Vaccinazioni in calo: «Così ritornano malattie debellate»

12 ottobre 2015
Interviste

Vaccinazioni in calo: «Così ritornano malattie debellate»



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I vaccini sono di fondamentale importanza per tutelare la salute di tutti, a partire da quella dei bambini, ma le campagne che negli ultimi anni hanno accusato ingiustamente i vaccini di provocare danni che in realtà sono dovuti a ben altre cause - arrivando persino ad associare in modo del tutto insensato le vaccinazioni al rischio di autismo - stanno rischiando di vanificare molti dei successi ottenuti dalla sanità pubblica negli ultimi decenni. All'allarme lanciato dal Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi, che ha denunciato il drammatico calo delle vaccinazioni in Italia (sia tra quelle obbligatorie sia tra quelle raccomandate) si è affiancato l'allarme dei pediatri.
Dica33 ne ha parlato con Giovanni Corsello, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), docente all'Università di Palermo.

Professor Corsello, la situazione è allarmante?
«Purtroppo sì. Stiamo assistendo al ritorno di malattie che credevamo debellate. La ricerca ha investito moltissime risorse, anche pubbliche, e ha messo a punto uno strumento estremamente efficace nei confronti di malattie - a partire da vaiolo, poliomielite e difterite - che nelle epoche passate provocavano morte e invalidità. L'introduzione dei vaccini ha radicalmente cambiato le cose nel giro di pochi anni, dimostrandosi più efficace di qualsiasi altro strumento o intervento medico».

Le vaccinazioni sono vittime del proprio successo?
«In un certo senso, paradossalmente, è proprio così. Oggi non si ha più la percezione dei rischi e della gravità di queste malattie controllate dalle vaccinazioni, per cui diventa possibile prendere in considerazione l'ipotesi di non vaccinare. Questo però è un errore gravissimo, da tantissimi punti di vista».

Perché è un errore gravissimo?
«Innanzitutto perché i timori di rischi di malattie dovute alle vaccinazioni sono infondati, ed è stato dimostrato ampiamente che una relazione tra vaccini e autismo o altri problemi neurologici non esiste. D'altra parte perché stiamo parlando di malattie per cui non esistono terapie efficaci, a parte il vaccino, e anche il morbillo - che qualcuno può erroneamente pensare come malattia innocua - in un caso su 1.000 provoca un'encefalite, che può comportare un altissimo rischio di morte o di invalidità permanente».

Che cosa occorre fare?
«Noi pediatri siamo convinti che occorra lavorare di più e meglio per spiegare alle famiglie che la vaccinazione è il modo migliore per proteggere i propri figli da rischi di malattie che in assenza di vaccinazione possono ben presto ripresentarsi, come la cronaca degli ultimi giorni dimostra, con la ricomparsa negli Stati Uniti e in Europa, Italia compresa, di malattie che sarebbero facilmente prevenibili. Si sta anche pensando di tutelare le famiglie dal rischio di ricevere informazioni incomplete o distorte. Anche i medici del Servizio sanitario nazionale devono impegnarsi di più contrastando tutti coloro che esprimono dubbi sull'efficacia delle vaccinazioni o sulla loro sicurezza, che è elevatissima per tutti i vaccini».

Si tratta di accettare un piccolissimo rischio per proteggersi da un rischio assai più grave?
«Certo, come qualsiasi atto medico anche le vaccinazioni non sono al 100 per cento prive di rischi, ma questi rischi sono minimi, legati a reazioni locali o fugaci e certo infinitamente minori di quelli cui i bambini sarebbero esposti in un mondo in cui i vaccinati diventassero minoranza».

Fabio Turone

Per approfondire: I rischi reali connessi alle vaccinazioni



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