Farmaci: effetti collaterali e interazioni con altri medicinali. L’importante è vigilare

24 marzo 2016
Interviste, Video

Farmaci: effetti collaterali e interazioni con altri medicinali. L’importante è vigilare



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Per garantire farmaci sicuri ed efficaci è in piedi da anni anche in Italia un complesso sistema che raccoglie le segnalazioni sui sempre possibili effetti collaterali dei medicinali, e sulle interazioni con altri farmaci o - per esempio - con prodotti erboristici e integratori.
Ai meccanismi della cosiddetta "farmacovigilanza" - e della "fitosorveglianza" che riguarda i prodotti non registrati come farmaci - sono dedicati tre brevi video da poco pubblicati su Youtube (visibili anche in fondo all'intervista). Dica33 ne ha parlato con Luca Pani, direttore generale dell'Agenzia italiana per il farmaco (Aifa), che coordina la rete nazionale della farmacovigilanza.

Professor Pani, perché è importante segnalare gli effetti collaterali dei farmaci?
«La segnalazione, da parte dei professionisti sanitari (medici, infermieri, ostetriche, farmacisti) ma anche dei cittadini, è uno strumento fondamentale per essere sicuri che tutti i farmaci e i prodotti assunti per star meglio offrano sempre le migliori garanzie di qualità, sicurezza ed efficacia. Al di là dei molti controlli che vengono effettuati su ogni farmaco prima della commercializzazione, l'esperienza ci insegna che c'è sempre la possibilità che compaiano nuovi effetti indesiderati quando il farmaco viene usato magari insieme a molti altri farmaci e rimedi naturali, soprattutto se chi li assume è in uno stato di salute compromesso che richiede multiple terapie».

Come funziona il sistema di segnalazione degli effetti indesiderati?
«Il sistema di farmacovigilanza, attivo da molti anni in Italia, raccoglie attraverso una fitta rete di esperti tutte le comunicazioni inviate dagli ospedali, dai singoli medici e farmacisti, ma anche direttamente dai cittadini, attraverso le schede di segnalazione disponibili su Internet. Non tutte le segnalazioni sono uguali, ma tutte sono importanti, perché per esempio quelle che arrivano dagli ospedali riguardano generalmente gli eventi avversi gravi, che si manifestano immediatamente e in genere sono di tipo allergico o anafilattico. Le reazioni meno gravi, che però possono essere per alcuni fonte di profondo disagio, di solito non comportano un ricovero, e quindi sono più spesso segnalate dai professionisti che lavorano sul territorio, o dai cittadini stessi».

Oggi chiedete anche ai cittadini di contribuire a segnalare con più sistematicità le proprie esperienze negative con i farmaci... Occorre rendere più efficace il sistema?
«Il sistema è già molto efficiente, se si pensa che dal 2011 a oggi siamo riusciti a più che raddoppiare le segnalazioni, che erano allora appena al di sopra della soglia considerata efficace. Nel 2015, tuttavia, il dato è sceso un po' rispetto all'anno precedente, per la fine di alcuni importanti progetti regionali di farmacovigilanza finanziati dall'Aifa, per cui è importante riprendere la tendenza all'aumento, perché più numerose sono le segnalazioni maggiore è la possibilità di scoprire eventi molto rari e di associarli con precisione alla causa.
Per esempio si tende a sottovalutare gli effetti dei preparati erboristici, da soli o in combinazione con vari farmaci. Anche il recente caso di grave fotosensibilità causato dall'erba di San Giovanni ci conferma che questi eventi avversi possono essere gravi.
Inoltre le segnalazioni dei cittadini sono le uniche che ci possono permettere di individuare i farmaci che non funzionano: è già capitato di scoprire, partendo proprio da segnalazioni di questo tipo, casi di malfunzionamento della filiera produttiva o distributiva e di vere e proprie frodi».

Il meccanismo di invio delle segnalazioni, via internet o via fax, è un po' macchinoso. Non si rischia così di scoraggiare i cittadini?
«Proprio perché si tratta di una tematica delicata, la legge prevede alcuni passaggi che complicano un po' la compilazione e l'invio del modulo, per avere la certezza che la segnalazione arrivi da un essere umano disponibile a fornire eventuali chiarimenti ulteriori e non - per esempio - da un software malizioso. Per questo occorre confidare nella buona volontà e nel senso civico di chi ha avuto un'esperienza negativa che non vuole capiti anche ad altri».

Fabio Turone

Guarda i tre video promossi dalla Regione Lazio, con l'intento di incoraggiare la cultura della farmacovigilanza e della fitosorveglianza:

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