Allergie: attenzione ai test inefficaci

18 aprile 2016
Interviste

Allergie: attenzione ai test inefficaci



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Con la primavera tornano a farsi sentire i disturbi legati alle allergie stagionali, e spuntano come funghi proposte di test alternativi promossi non solo dall'ormai famigerato "Dottor Google", ma anche occasionalmente da medici e farmacisti poco attenti a distinguere esami e rimedi davvero efficaci da quelli "alla moda", però del tutto privi di affidabili dimostrazioni di efficacia, come per esempio forza muscolare, analisi dei capelli e carica elettrica delle cellule. Dica33 ne ha parlato con Giorgio Luraschi, allergologo e pneumologo del Centro diagnostico italiano di Milano.

Dottor Luraschi, capita spesso che chi soffre di disturbi che potrebbero essere di tipo allergico riceva consigli poco affidabili?
«Il numero di persone che soffre di allergie cresce di anno in anno ma molte di queste non si rivolgono allo specialista più adatto, l'allergologo, e utilizzano terapie inefficaci e non fondate scientificamente, trascurando alcuni trattamenti che invece potrebbero portare un notevole miglioramento alla loro condizione, come, per esempio, i vaccini antiallergici. Questi vaccini sono purtroppo sempre meno prescritti, sebbene con la nuova modalità di somministrazione sotto la lingua, siano sempre più efficaci e facili da assumere. Ad aggravare questo quadro contribuisce il fatto che chi ricorre a questi test inefficaci non solo non migliora ma rischia gravi problemi di salute come, per esempio, un deficit di accrescimento nei bambini sottoposti a eccessive e ingiustificate limitazioni dietetiche».

Si riferisce al sospetto di intolleranze alimentari?
«Sì, negli ultimi tempi capita spesso che anche chi lamenta sintomi come gonfiore addominale, disturbi digestivi, dolori, coliche o irregolarità dell'alvo si senta suggerire test e trattamenti non ortodossi. Misurazione della forza muscolare, analisi dei capelli, studio della carica elettrica delle cellule sono alcuni di questi test, non sottoposti a rigorose verifiche che ne abbiano avvalorato l'efficacia.
Proprio nei giorni scorsi si è tenuta la settimana delle allergie indetta dall'organizzazione mondiale per le allergie (World allergy organization), che raccoglie 97 società allergologiche e di immunologia clinica regionali e nazionali in tutto il mondo e nel tempo ha messo in guardia su alcuni test di uso comune ma ritenuti inaffidabili.

Tra questi vale la pena di citare i principali.
Il test citotossico (o test di Bryan), che si basa sul principio che l'aggiunta in vitro di uno specifico allergene al sangue intero comporti una serie di modificazioni morfologiche nelle cellule, sino ad arrivare alla loro distruzione. In realtà i numerosi studi scientifici compiuti in merito hanno mostrato che ciò non accade e alla luce di queste evidenze sperimentali l'American academy of allergy ha concluso che il test non è affidabile nella diagnostica.

Quanto al test kinesiologico -in cui il paziente tiene con una mano una bottiglietta di vetro contenente l'allergene da testare, mentre con l'altra mano spinge contro la mano dell'esaminatore - uno studio rigoroso ha evidenziato che non è in grado di rilevare effettivamente le allergie e che non è riproducibile, cioè non dà lo stesso esito se effettuato due volte sulla stessa persona.

Vega test, Sarm test, Biostrenght test e loro varianti - utilizzato da alcuni decenni in Europa e anche negli Stati Uniti - si basano sulla convinzione che a contatto con gli allergeni le cellule cambino la loro carica elettrica e si modifichi la loro capacità di condurre l'elettricità. Sono diversi gli studi scientifici che hanno studiato tali metodiche e osservato la loro incapacità di rilevare le allergie e di identificare gli allergeni che ne sono responsabili.

L'analisi del capello è utilizzata in due modi. Nella prima viene identificata un'eventuale intossicazione da metalli pesanti (mercurio, cadmio) o una carenza di altri elementi, come selenio, zinco, cromo, magnesio, manganese. Non è tuttavia dimostrato che queste condizioni siano correlate all'allergia. Con la seconda modalità di utilizzo si cerca di osservare se campioni di capelli del paziente provocano variazioni nella frequenza di oscillazione di un pendolo. I risultati degli studi scientifici effettuati su questo test hanno evidenziato che non è in grado di rilevare effettivamente le allergie e che non è riproducibile».

Quindi questi test non validati forniscono risultati ingannevoli?
«Proprio così. E poiché forniscono un'indicazione inaffidabile, rischiano di far trascurare le vere cause dei disturbi. Capita sempre più spesso di ricevere pazienti che soffrono di disturbi significativi e si presentano portando l'esito di questi test - prescritti in farmacia, o raccomandati dal passaparola - e magari non si sono sottoposti a un esame del sangue, un esame delle feci o a un'ecografia, che possono essere utili al medico per individuare le cause del malessere.

Ciò detto, la migliore lotta contro l'allergia è cercare di evitare l'esposizione alla sostanza allergenica. Quando ciò non è possibile, i sintomi allergici possono essere controllati, secondo l'indicazione del medico, con l'assunzione di alcune famiglie di farmaci, in particolare antistaminici, cortisonici, cromoni, antileucotrieni, oltre ai broncodilatatori a breve e lunga durata nei casi di asma. In casi selezionati, soprattutto di allergia ad alimenti e a veleno di ape e vespa, il paziente dovrà avere sempre con sé l'adrenalina autoiniettabile, che viene prescritta dallo specialista allergologo a pazienti che hanno avuto reazioni allergiche gravi o che sono particolarmente a rischio di averne.
Inoltre, in una buona parte dei casi è possibile effettuare un'immunoterapia specifica con vaccini per via sub-linguale o iniettiva sottocutanea nel tentativo di ottenere una efficace desensibilizzazione nei confronti dell'allergene responsabile. Tale trattamento è l'unico oggi in grado di modificare la storia naturale delle malattie allergiche».

Fabio Turone



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