Fruttosio aggiunto: un pericolo per il fegato dei più piccoli

06 marzo 2017
Interviste

Fruttosio aggiunto: un pericolo per il fegato dei più piccoli



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Il fruttosio è dannoso per i bambini? La questione, da tempo dibattuta, è stata recentemente portata alla ribalta dai risultati di uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Hepatology ed effettuato dai ricercatori dell'area delle malattie epato-metaboliche dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, che ha rivelato i danni di questo tipo di zucchero sulle cellule del fegato dei più piccoli.
Dica33 ne ha parlato con Valerio Nobili, responsabile dell'Unità Operativa Complessa di Malattie epato-metaboliche dell'Ospedale Bambino Gesù e co-autore dello studio.

Professore, quali sono le reali conseguenze per il fegato dei bambini e quanto sono immediate?
«Il fruttosio aggiunto nei cibi e nelle bevande è dannoso sopra una certa soglia in quanto viene metabolizzato, cioè scomposto e trasformato, esclusivamente nel fegato. Le trasformazioni producono energia per il corpo, ma anche derivati di scarto come l'acido urico. I bambini che assumono quotidianamente quantità di fruttosio maggiori hanno quantità di acido urico nel sangue più alte, che il corpo fatica a smaltire. Oltre una certa soglia, calcolata all'incirca intorno ai 25 grammi al giorno, la rottura dell'equilibrio causa un danno a livello delle cellule, in cui i vari componenti vengono danneggiati, e si attivano processi di resistenza all'insulina, precursori del diabete, e infiammazione delle cellule del fegato, che causa fibrosi. A causa di questo, il fegato si danneggia progressivamente, indipendentemente da altre variabili nei bambini sani, mentre nei bambini con fegato già compromesso si ha un'accelerazione della malattia verso stadi più gravi. Tutto questo è stato verificato per la prima volta nel nostro studio».

Quindi in questo caso ci stiamo preoccupando prevalentemente del fruttosio e non di altri tipi di zucchero?
«Altri tipi di zucchero sono meno interessanti per l'epatologo perché mentre il metabolismo del fruttosio passa tutto dal fegato, gli altri zuccheri coinvolgono più organi.
Il problema che ci troviamo ad affrontare è che non è semplice capire quanto fruttosio i bambini stanno assumendo, in quanto sull'etichetta noi troviamo scritto semplicemente "zucchero" senza entrare nel dettaglio di quanto di questo sia costituito da fruttosio. Il calcolo della dose che si trova in alcuni tipi di alimenti è stato fatto in molte parti del mondo con tabelle particolari, ed è esattamente sovrapponibile a quello che abbiamo ottenuto nel nostro studio. Per un aumentato consumo di fruttosio oltre la soglia giornaliera il rischio di danno al fegato è maggiore di una volta e mezza, e per i nostri bambini non parliamo di un grammo o due in più; dai nostri calcoli e dagli esami risulta che arriviamo a livelli di 60-80 grammi, e sono sicuramente sottostimati».

Parliamo però dello zucchero contenuto nella frutta e nella verdura. Con l'alimentazione rischiamo di introdurre dosi esagerate se non consideriamo gli alimenti con fruttosio aggiunto?
«Il fruttosio è uno zucchero naturale presente in una serie di alimenti, lo si trova soprattutto nella frutta, ma anche nei vegetali e nelle farine, quindi in pasta, pane e pizza. In una dieta bilanciata, il consumo di fruttosio naturalmente contenuto nei cibi non provoca problemi. In questo caso infatti il fruttosio si trova legato a vitamine, sali minerali e fibre, e non libero, come quello che viene aggiunto negli sciroppi e nei dolcificanti che vengono utilizzati dall'industria nelle preparazioni alimentari, come marmellate, bevande dolcificate, snack dolci e salati, succhi di frutta, caramelle. Per fare un esempio, una lattina di bevanda zuccherata o 100 grammi di marmellata contengono da soli una quantità di fruttosio che già soddisfa la quantità giornaliera massima indicata per l'età pediatrica».

Cosa possiamo offrire ai nostri bambini come snack o merende, in modo da limitare l'assunzione di questi alimenti particolarmente ricchi di fruttosio aggiunto?
«Frutta fresca, e cibi semplici e naturali, come pane e pomodoro, ovviamente sempre nel rispetto delle calorie giornaliere. A questo proposito è da ricordare che la dieta mediterranea porta dei vantaggi anche rispetto a molte patologie. Per fare un esempio, su 100 bambini obesi negli Stati Uniti, 10 presentano diabete di tipo II; sullo stesso numero solo 0,1 dei nostri bambini lo presenta. Questo perché abbiamo ancora a nostro favore degli effetti positivi acquisiti anche dai nostri avi derivanti proprio dal tipo di dieta».

Susanna Guzzetti



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