Inquinamento e effetti negativi sulla salute: come difendersi dello smog

15 gennaio 2020
Interviste

Inquinamento e effetti negativi sulla salute: come difendersi dello smog



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In questo periodo è boom di bronchiti e polmoniti a causa dell'inquinamento e dello smog. Le polveri sottili raggiungono i polmoni e gli ospedali si ritrovano sotto pressione.

Recenti dati di uno studio pubblicato su The Lancet hanno portato alla ribalta il fatto che nel 2015 siano morte quasi nove milioni di persone nel mondo per patologie legate all'inquinamento. Il principale responsabile è l'aria inquinata nelle città, ma non bisogna dimenticare che l'inquinamento si trova anche all'interno delle case. I sindaci delle grandi città cercano di arginare il problema con divieti, ma è concretamente possibile fare qualcosa per evitare di subire gli effetti negativi dell'inquinamento? Dica33 ne ha parlato con Pier Mannuccio Mannucci, ricercatore della Fondazione Ca' Granda Policlinico di Milano, e autore di Cambiamo aria!, un libro che analizza soluzioni pratiche per difendersi dall'inquinamento.

Professor Mannucci, quanto incide l'inquinamento sulla nostra salute?
«L'inquinamento ambientale è responsabile di molte morti premature, e incide sui costi per la salute fino a cifre esorbitanti. L'inquinamento all'interno delle case, in particolare, è molto pericoloso, e costituisce uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, dopo pressione alta e fumo. L'inquinamento inoltre può avere effetti negativi sullo sviluppo del feto, ma non solo; recenti studi hanno indicato che i bambini che vanno a scuola in aree dove c'è meno verde hanno avuto risultati più bassi a test intellettivi rispetto ai bambini che studiavano in una zona ricca di verde, e una sperimentazione negli Usa ha indicato in riscontro di un apprendimento di livello inferiore associato a poco verde e a vari fattori sociali».

Com'è la situazione attuale in Italia?
«Purtroppo in Italia abbiamo alcune aree che subiscono una situazione geograficamente infausta, come la Pianura padana, per via dell'assenza di vento. Anche in Europa orientale, la Slesia e la Polonia soffrono per lo stesso problema. I principali colpevoli dell'inquinamento sono i combustibili del riscaldamento e il traffico, ma nonostante tutto una parte dell'inquinamento non dipende da loro per cui anche in estate ne abbiamo. In realtà, negli ultimi 15 anni abbiamo avuto una diminuzione in assoluto dell'inquinamento, ma c'è ancora molto da fare. Per dare un'idea della situazione, basta notare che le direttive europee hanno posto una soglia limite di 25 microgrammi per millimetro cubo d'aria per il Pm2,5, le polveri sottili, mentre l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha fissato un limite molto più in basso, di 10 microgrammi, al quale si avvicina molto anche l'Agenzia americana per la protezione dell'ambiente (Epa), con 12 microgrammi. Lo stesso vale per il Pm 10, altro indice di inquinamento che riguarda maggiormente le vie aeree superiori, per il quale la soglia europea è di 40 microgrammi, mentre per l'Oms di 20. Quindi, se noi teniamo conto delle soglie europee, il 31 per cento della popolazione è esposta ai pericoli del Pm 2,5 e il 33 per cento del Pm 10; ma se consideriamo la soglia dell'Oms, parliamo del 96 per cento per il Pm 2,5 e dell'88 per cento per il Pm 10. L'Europa dovrebbe abbassare i limiti, e i giornali dovrebbero informare meglio e più spesso sui valori dell'aria, non solo quando si esce dalla scala».

I cittadini possono fare qualcosa per migliorare la situazione?
«Ovviamente le istituzioni devono occuparsi della situazione in generale e a lungo termine, ma i singoli cittadini possono, con alcuni accorgimenti, limitare almeno in parte la propria esposizione all'inquinamento e anche contribuire a inquinare meno. Prima di tutto, le persone che soffrono di alcune patologie, in particolare quelle respiratorie e quelle cardiovascolari, sono maggiormente a rischio, e devono ricordare di seguire le loro cure in maniera molto precisa in questi periodi. Per tutti, invece, è importante evitare di fare attività all'aria aperta nelle ore di grande traffico, e preferire le zone verdi per una corsa. Non è una soluzione chiudersi in casa, anche perché gli inquinanti ristagnano anche all'interno delle abitazioni, e bisogna preferire gli spostamenti a piedi o in bici per evitare di peggiorare la situazione, ma è necessario cercare i percorsi meno inquinati, per esempio preferendo strade a senso unico in cui l'inquinamento è minore ed evitare le strade strette e circondate da palazzi alti, in cui si hanno ristagni di aria calda e smog. Bisogna evitare di fumare, perché in caso di aria molto inquinata gli effetti negativi di fumo e inquinamento non si sommano, bensì si moltiplicano tra loro; assolutamente bisogna evitare poi di fumare in casa e in auto. Cambiare l'aria in casa va bene, ma va fatto al mattino presto o alla sera, quando il traffico è minore».

Cosa possiamo fare in particolare per proteggere i più piccoli?
«Per proteggere al meglio i bambini piccoli, oltre agli accorgimenti già evidenziati, è meglio evitare di trasportarli nel passeggino, e metterli piuttosto in un marsupio, per tenerli lontani dallo strato inquinato dell'aria alla loro altezza».

Ci sono cibi che possono aiutare a combattere gli effetti negativi?
«Gli effetti dell'inquinamento sono legati all'ossidazione, per cui è utile mangiare verdura, frutta, mirtilli, insomma, tutti i cibi con proprietà antiossidanti possono aiutare».

E per quanto riguarda l'inquinamento all'interno delle mura domestiche come possiamo comportarci?
«Sarebbero da evitare le forme di riscaldamento come la stufa a pellet, i caminetti a biomassa, ed è consigliato quando si cucina con fuochi in casa aprire le finestre e usare la cappa. L'inquinamento domestico però non si ferma a questo; inquinano anche, per esempio, detersivi e prodotti per pulizie che contengono formaldeide, per cui è meglio utilizzare detergenti naturali come acqua e aceto per le pulizie.

Susanna Guzzetti




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