La paura non aiuta il rendimento scolastico

22 maggio 2014
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La paura non aiuta il rendimento scolastico



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La paura non è la molla per ottenere buoni risultati in un esame scolastico; meglio utilizzare messaggi incoraggianti per motivare gli studenti e aiutarli ad affrontare al meglio le prove. Lo affermano i ricercatori guidati da David Putwain della Edge Hill University in Inghilterra, in uno studio recentemente pubblicato sulla rivista School Psychology Quarterly.

«Gli insegnanti sono sempre alla ricerca di messaggi che riescano a motivare i loro studenti, ma devono rendersi conto che questi messaggi possono essere letti e interpretati in modi molto diversi dai ragazzi» afferma Putwain, che assieme ai suoi colleghi ha analizzato le strategie utilizzate dai professori inglesi per motivare gli studenti a prepararsi e a raggiungere buoni risultati negli esami importanti. In particolare i ricercatori hanno valutato le reazioni di 347 studenti attorno ai 15 anni di età coinvolti in un programma di 18 mesi per la preparazione di un esame che corrisponde più o meno a un diploma di scuola superiore.

E per motivare i ragazzi, i professori hanno utilizzato due tipi di approccio: in un caso la comunicazione mirava a spaventare gli studenti, nell'altro a incoraggiarli. «In entrambi i casi gli adulti mettevano i ragazzi di fronte alle conseguenze del fallimento nell'esame, ma i toni e le parole utilizzate erano diverse e si focalizzavano sulla necessità di evitare un fallimento oppure sulla possibilità di successo» spiega l'autore.

«Se non superi l'esame, non riuscirai mai a trovare un buon lavoro o ad andare al college. Devi lavorare sodo per non sbagliare». Questo è un esempio di messaggio per spaventare, che si contrappone a messaggi più incoraggianti come «Superare l'esame è importante dal momento che molti lavori qualificati richiedono che tu lo abbia superato e per andare al college il successo nell'esame è indispensabile».

I risultati hanno dimostrato che gli studenti "spaventati" erano meno motivati e ottenevano risultati peggiori. «I professori dovrebbero prestare più attenzione ai messaggi utilizzati per motivare gli studenti e gli psicologi scolastici li possono di certo aiutare in questo compito» conclude Putwain.



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