Teenager attivi, adulti senza diabete

22 settembre 2015
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Teenager attivi, adulti senza diabete



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L'insulino-resistenza, ovvero la bassa sensibilità delle cellule all'azione dell'insulina che abbassa i livelli di zucchero nel sangue, ha un picco negli anni dell'adolescenza e non è ancora del tutto chiaro se l'esercizio fisico possa contrastare questo problema.
«La tendenza delle cellule a non rispondere all'azione dell'insulina è alla base dello sviluppo del diabete di tipo 2 » spiega Brad Metcalf, dell'Università di Exeter in Inghilterra, sottolineando che l'insulino- resistenza sale in modo drammatico tra i 9 e i 13 anni di età per poi scendere fino ai 16 anni. E per valutare l'effetto dell'attività fisica sulla resistenza all'insulina, Metcalf e colleghi hanno coinvolto in uno studio pubblicato sulla rivista Diabetologia 300 bambini e bambine dai 9 ai 16 anni, sottoponendoli ogni anno a una serie di esami per valutare il buon funzionamento metabolico: pressione sanguigna, indice di insulino-resistenza, glucosio, glicemia a digiuno, emoglobina glicata e lipidi.
«Abbiamo anche misurato il livello di attività fisica dei giovani coinvolti nella ricerca» spiega l'esperto.

E a conti fatti, lo studio ha dimostrato che il picco di insulino-resistenza a 12-13 anni era del 17 per cento più basso negli adolescenti (maschi e femmine) che si dimostravano più attivi dal punto di vista fisico, indipendentemente dalla percentuale di grasso corporeo e dal fatto che la pubertà fosse già arrivata oppure no. «La differenza legata all'attività fisica diminuiva progressivamente con l'avanzare dell'età e scompariva del tutto arrivati a 16 anni» precisa Metcalf che poi aggiunge: «questo dato però non deve portare a conclusioni sbagliate e non significa certo che a 16 anni i ragazzi non hanno più bisogno di svolgere attività fisica: sono molti infatti i benefici legati all'esercizio a qualunque età».

Come spiegano gli autori, una riduzione nel picco di insulino-resistenza adolescenziale può ridurre le richieste che arrivano alle cellule produttrici di insulina, mantenendole più attive e disponibili in seguito. «Muoversi riduce senza dubbio il picco di resistenza all'insulina che si verifica nell'adolescenza, ma resta da capire se questa riduzione influenza lo sviluppo di diabete nei ragazzi e la salute metabolica nell'età adulta» conclude il ricercatore.



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