Film in 3D per “svegliare” l’occhio pigro

03 novembre 2015
Aggiornamenti e focus

Film in 3D per “svegliare” l’occhio pigro



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Tre film alla settimana per due settimane consecutive. Questa potrebbe essere la terapia prescritta dal medico ai bimbi che soffrono di "occhio pigro", che gli esperti del settore chiamano ambliopia, un difetto visivo a causa del quale un occhio lavora meno dell'altro e per questo motivo la vista non è perfetta. «Sono diverse le ragioni che possono portare allo sviluppo dell'ambliopia, un problema che riguarda circa tre bambini su 100 e che rappresenta la causa più comune di problemi visivi a un occhio nei bambini e nei giovani adulti in molti paesi» spiega Eileen E. Birch del Southwestern medical center all'Università del Texas (Usa), autrice di uno studio da poco pubblicato sulla rivista Journal of the american association for pediatric ophthalmology and strabismus.

Come ricordano gli autori, se non viene curata in età precoce, l'ambliopia persiste anche in età adulta e la strategia oggi utilizzata per cercare di "svegliare" l'occhio pigro consiste nel posizionare un cerotto sull'occhio che ci vede bene per costringere l'altro a lavorare. Molti studi hanno dimostrato che utilizzare la visione dicoptica - cioè presentare immagini diverse ai due occhi - potrebbe rappresentare un'altra efficace opzione di trattamento per i bambini che offrono di ambliopia.

«Il problema è che gli strumenti di visione dicoptica oggi utilizzati sono giochi o altri mezzi di apprendimento spesso considerati noiosi dai bambini che quindi non seguono la terapia prescritta» sostiene la ricercatrice, che assieme ai colleghi ha valutato l'efficacia di strumenti più piacevoli e interessanti per i piccoli pazienti: i film in 3D. Non si tratta ovviamente di film qualsiasi ma di sequenze di immagini costruite ad hoc nelle quali all'occhio pigro vengono presentate immagini con un alto contrasto, mentre all'occhio più attivo immagini con un contrasto più basso. «In questo modo si evita che l'occhio sano prenda il sopravvento su quello più debole» precisa Birch.E a quanto pare l'idea dei ricercatori statunitensi funziona. Gli otto bambini (età 4-10 anni) con ambliopia hanno mostrato miglioramenti importanti dopo solo 9 ore di terapia fatta di tre film in 3D a settimana visti con gli appositi occhiali.

«Servono altri studi per confermare l'efficacia di questa terapia e per stabilire quale miglioramento si può raggiungere con tale strumento, ma i risultati ottenuti aprono la strada a nuove opzioni di trattamento che risultano più gradevoli anche ai piccoli pazienti» conclude la ricercatrice.



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