Giornata mondiale della tiroide 2016: «Poco sale ma iodato»

18 maggio 2016
Aggiornamenti e focus

Giornata mondiale della tiroide 2016: «Poco sale ma iodato»



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Nonostante i passi avanti compiuti in questi ultimi dieci anni, l'Italia è ancora un Paese a carenza iodica. Una condizione per correggere la quale, dal 2005, è stato attivato il programma nazionale di prevenzione che prevede la vendita obbligatoria di sale iodato in tutti i punti vendita, nonché il suo utilizzo nella ristorazione collettiva e nell'industria alimentare.
Per cercare di compiere un ulteriore passo avanti nella prevenzione e nella cura delle malattie della tiroide è stato approvato per il triennio 2016-2019 il progetto "Iodoprofilassi nelle scuole". Un'iniziativa che è stata annunciata in occasione della presentazione della giornata mondiale della tiroide, in programmata il 25 maggio, che in realtà prevede iniziative che si prolungheranno per un'intera settimana, dal 23 al 27 maggio.

«I dati del monitoraggio della iodoprofilassi dicono che il sale iodato è consumato da una percentuale ancora troppo bassa della popolazione» conferma Antonella Olivieri, responsabile scientifico dell'Osservatorio nazionale per il monitoraggio della iodoprofilassi in Italia presso l'Istituto Superiore di Sanità. «Siamo ancora molto lontani dall'obiettivo proposto dall'Organizzazione mondiale della sanità che è del 90 per cento: nel 2014 era iodato solo il 56 per cento del sale venduto (anche se nel 2004, all'inizio della campagna la percentuale era del 30 per cento ndr).
È ancora troppo poca la popolazione che sa quanto sia importante usare il sale iodato. Per questa ragione è stato attivato un protocollo d'intesa fra il Miur, l'Istituto superiore di sanità, le principali società endocrinologiche e le associazioni dei pazienti per la realizzazione del progetto 'Iodoprofilassi nelle scuole' rivolto a tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado. L'obiettivo è quello di consentire la formazione degli insegnanti sulla prevenzione dei disordini da carenza iodica, affinché trasferiscano le informazioni ai loro studenti e attraverso i ragazzi alle loro famiglie».
Il messaggio principale sarà dunque "poco sale ma iodato", ricordando che i vari sali oggi di moda, da quello "integrale" a quello dell'Himalaya, contengono solo tracce di iodio.

«Un periodo in cui è molto importante garantire un adeguato apporto di iodio, ma anche un'adeguata funzione della tiroide è quello della gravidanza. È importante che la funzione tiroidea materna sia perfettamente mantenuta e controllata durante la gravidanza, soprattutto nel primo trimestre quando la donna fornisce gli ormoni tiroidei all'embrione che ancora non ha sviluppato la propria tiroide» sottolinea Alfredo Pontecorvi, Presidente dell'Associazione Italiana della Tiroide. «Una corretta funzione è importante per una migliore fertilità, ma soprattutto permette di ridurre l'abortività che spesso si associa alle malattie autoimmuni della tiroide che a loro volta sono la causa principale di queste disfunzioni; inoltre l'apporto degli ormoni tiroidei al feto è importante per un corretto sviluppo del sistema nervoso».

Osservazioni nell'uomo mostrano per esempio come una carenza di ormoni, ma anche uno scarso apporto di iodio al feto, possano associarsi a una modesta, ma significativa riduzione del QI.
«Al giorno d'oggi, in cui la maggioranza delle gravidanze sono programmate, le donne devono sapere che è fondamentale garantire un adeguato apporto di iodio e avere nozione dell'eventuale presenza di una patologia tiroidea subclinica che è importante correggere prima del concepimento» puntualizza Paolo Vitti, presidente eletto della Società Italiana di Endocrinologia.
«La linee guida internazionali in realtà non raccomandano uno screening indiscriminato della funzionalità tiroidea in tutte le donne; tuttavia se le andiamo a leggere vediamo che in realtà lo raccomandano in chi ha una storia familiare di malattia tiroidea o in chi ha avuto una precedente patologia tiroidea. Probabilmente quindi il 90 per cento delle donne in realtà rientra nelle indicazioni allo screening».

Franco Marchetti



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