Due mesi di allattamento al seno riducono il rischio della cosiddetta “morte in culla”

30 novembre 2017
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Due mesi di allattamento al seno riducono il rischio della cosiddetta “morte in culla”



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Arrivano dagli Stati Uniti nuove prove sull'importanza dell'allattamento al seno che, stando a quanto si legge sulle pagine della rivista Pediatrics, aiuta a ridurre il rischio di morte improvvisa del lattante, la cosiddetta Sids. Il latte materno è un alimento importantissimo per la salute del bambino e l'allattamento al seno porta vantaggi sia alla mamma che al piccolo, tanto che l'Organizzazione mondiale della sanità raccomanda l'allattamento esclusivo al seno per almeno 6 mesi di vita del bambino.

«Numerosi studi hanno finora dimostrato i vantaggi per la salute legati all'allattamento con latte materno, ma finora non era stato determinato il periodo minimo di allattamento necessario per raggiungere tali benefici» spiegano gli autori della ricerca coordinati da Fern Hauck della University of Virginia school of medicine e children's hospital, negli Stati Uniti. Assieme ai colleghi, Hauck ha analizzato i dati di otto studi sull'argomento coinvolgendo in totale 2.267 casi di Sids e 6.837 controlli.

«A conti fatti il nostro lavoro ha dimostrato che allattare al seno per meno di due mesi non ha alcun effetto protettivo contro la morte in culla» affermano i ricercatori, ricordando che l'effetto positivo cominciava a comparire a partire da periodi temporali superiori ai due mesi. Inoltre, l'analisi ha mostrato che maggiore era la durata dell'allattamento al seno, più ampia ed evidente era la protezione da Sids e che non era necessario l'allattamento esclusivo con latte materno per ottenere beneficio. «Non siamo al momento in grado di spiegare il perché di questi vantaggi ottenuti grazie all'allattamento al seno, ma ipotizziamo che possano avere un ruolo i benefici che tale pratica porta a livello del sistema immunitario del bambino e delle sue abitudini legate al sonno» concludono gli esperti.

Fonte: Pediatrics. 2017. doi: 10.1542/peds.2017-1324



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