Carvedilolo Zentiva 25 mg 30 compresse

29 marzo 2024
Farmaci - Carvedilolo Zentiva

Carvedilolo Zentiva 25 mg 30 compresse


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Carvedilolo Zentiva 25 mg 30 compresse è un medicinale soggetto a prescrizione medica (classe A), a base di carvedilolo, appartenente al gruppo terapeutico Betabloccanti. E' commercializzato in Italia da Zentiva Italia S.r.l.


INDICE SCHEDA



INFORMAZIONI GENERALI


TITOLARE:

Zentiva Italia S.r.l.

MARCHIO

Carvedilolo Zentiva

CONFEZIONE

25 mg 30 compresse

FORMA FARMACEUTICA
compressa

PRINCIPIO ATTIVO
carvedilolo

GRUPPO TERAPEUTICO
Betabloccanti

CLASSE
A

RICETTA
medicinale soggetto a prescrizione medica

PREZZO
6,06 €


CONFEZIONI DISPONIBILI IN COMMERCIO


Confezioni e formulazioni di Carvedilolo Zentiva disponibili in commercio:


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INDICAZIONI TERAPEUTICHE


A cosa serve Carvedilolo Zentiva? Perchè si usa?


  • Ipertensione essenziale.
  • Angina pectoris cronica stabile.
  • Trattamento aggiuntivo nell'insufficienza cardiaca stabile, da moderata a grave.


CONTROINDICAZIONI


Quando non dev'essere usato Carvedilolo Zentiva?


  • Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo
  •  6.1.
  • Insufficienza cardiaca instabile/scompensata di classe IV NYHA della classificazione dell'insufficienza cardiaca, che richiede trattamento inotropo endovenoso.
  • Malattia polmonare cronico ostruttiva con ostruzione bronchiale (vedere paragrafo 4.4);
  • Disfunzione epatica clinicamente manifesta;
  • Precedenti di broncospasmo o asma;
  • Embolia polmonare acuta;
  • Cuore polmonare;
  • Blocco atrio-ventricolare di 2° o 3° grado (a meno che sia stato posto un peacemaker permanente);
  • Bradicardia grave (<50 bpm);
  • Shock cardiogeno;
  • Sindrome del nodo del seno (compreso blocco seno-atriale);
  • Ipotensione grave (pressione sistolica <85 mm Hg);
  • Acidosi metabolica;
  • Angina di Prinzmetal;
  • Feocromocitoma non trattato;
  • Gravi disturbi circolatori delle arterie periferiche;
  • Trattamento endovenoso concomitante con verapamil o diltiazem o altri antiaritmici (vedere paragrafo 4.5);
  • Terapia concomitante con inibitori MAO (eccezione: inibitori MAO B);
  • Allattamento.


AVVERTENZE E PRECAUZIONI D'USO


Cosa serve sapere prima di prendere Carvedilolo Zentiva?


Ipertensione

Carvedilolo Zentiva può essere usato per l'ipertensione essenziale da solo o in combinazione con altri agenti che abbassano la pressione sanguigna, specialmente con diuretici tiazidici. In caso di (pre) trattamento con diuretici, si raccomanda di interromperlo brevemente, se possibile, prima di iniziare la terapia con Carvedilolo Zentiva, se necessario, al fine di evitare un calo potenzialmente eccessivo della pressione sanguigna.

Poiché l'esperienza clinica è limitata, Carvedilolo Zentiva non deve essere somministrato a pazienti con ipertensione labile o secondaria, sintomi di blocco completo della branca, tendenza alla riduzione della pressione arteriosa quando si cambia posizione (ortostasi), disturbi cardiaci infiammatori acuti, ostruzione emodinamicamente rilevante delle valvole cardiache o del tratto di efflusso, malattia arteriosa periferica allo stadio terminale, così come trattamento concomitante con l'antagonista del recettore α1 o l'agonista del recettore α2.

Se, in casi eccezionali giustificati, vengono usati Carvedilolo Zentiva e clonidina allo stesso tempo, la clonidina può essere interrotta gradualmente solo se il trattamento con Carvedilolo Zentiva è stato sospeso pochi giorni prima.

lnsufficienza cardiaca congestizia cronica

Carvedilolo deve essere somministrato principalmente in aggiunta ad una terapia standard per l'insufficienza cardiaca a base di diuretici, ACE-inibitori, digitale e/o vasodilatatori. La terapia con cavedilolo deve iniziare solo se il paziente è stabilizzato nella terapia convenzionale di base da almeno 4 settimane. I pazienti scompensati devono essere ri-compensati. I pazienti con grave insufficienza cardiaca (NYHA ≥ III), deplezione idro-salina (as es. alte dosi di terapia diuretica), anziani (≥70 anni) o pazienti con bassa pressione arteriosa basale devono essere monitorati per circa 2 ore dopo la prima dose o dopo un aumento di dose poiché può manifestarsi ipotensione (pressione sistolica <100 mmHg). L'ipotensione dovuta ad eccessiva vasodilatazione va trattata inizialmente riducendo la dose di diuretico. Se i sintomi persistono ancora si deve ridurre la dose dell'ACE-inibitore. Se necessario può essere ulteriormente ridotta la dose di carvedilolo o temporaneamente sospesa. La dose di carvedilolo non deve essere di nuovo aumentata prima che i sintomi dovuti al peggioramento dell'insufficienza cardiaca o alla vasodilatazione siano sotto controllo.

In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, può verificarsi un peggioramento dell'insufficienza cardiaca o della ritenzione idrica durante la fase di titolazione di carvedilolo. Se questi sintomi si manifestano, il dosaggio dei diuretici deve essere aumentato e la dose di carvedilolo non deve essere incrementata fino a quando non sia stata raggiunta una stabilizzazione dei segni clinici. Occasionalmente, può essere necessario ridurre la dose di carvedilolo o, in rari casi, sospenderne temporaneamente l'assunzione. Questi episodi non precludono la possibilità di una successiva efficace titolazione di carvedilolo. A causa dell'effetto negativo sulla conduzione AV, carvedilolo deve essere usato con cautela nei pazienti affetti da blocco AV di grado I.

Carvedilolo deve essere usato con cautela in combinazione con glicosidi digitalici, in quanto entrambi i medicinali rallentano la conduzione AV (vedere paragrafo 4.5).

Funzionalità renale in caso di insufficienza cardiaca congestizia

Un peggioramento reversibile della funzionalità renale è stato osservato durante la terapia con carvedilolo in pazienti con insufficienza cardiaca cronica e bassa pressione arteriosa (pressione sistolica <100 mm Hg), nei pazienti con cardiopatia ischemica e aterosclerosi generalizzata, e/o insufficienza renale di base. In pazienti con insufficienza cardiaca con questi fattori di rischio, la funzionalità renale deve essere monitorata durante l'aggiustamento della dose di carvedilolo. Se la funzionalità renale peggiora in modo significativo, la dose di carvedilolo deve essere ridotta o il trattamento deve essere interrotto.

Disfunzione ventricolare sinistra dopo infarto miocardico acuto

Prima di iniziare il trattamento con carvedilolo il paziente deve essere clinicamente stabile e deve aver ricevuto un ACE-inibitore almeno nelle ultime 48 ore, e la dose di ACE-inibitore deve essere stabile almeno nelle ultime 24 ore.

Poiché esiste un'esperienza clinica limitata per l'uso di carvedilolo in pazienti con angina pectoris instabile, deve essere usato solo con cautela nel caso di questi sintomi.

Broncopneumopatia cronica ostruttiva

In pazienti con predisposizione al broncospasmo, si può manifestare sofferenza respiratoria come risultato di un possibile aumento delle resistenze delle vie aeree. Pertanto i pazienti con malattie respiratorie con componenti broncospastici non possono essere trattati con carvedilolo (vedere paragrafo 4.3)..

Diabete

Si deve usare cautela nel somministrare carvedilolo a pazienti con diabete mellito, poiché potrebbe essere associato ad un peggioramento del controllo del glucosio ematico o ai segni e sintomi iniziali di un'ipoglicemia acuta che possono venire mascherati o attenuati. Pertanto, nei pazienti diabetici che ricevono carvedilolo è richiesto un attento monitoraggio mediante regolari controlli del glucosio ematico all'inizio del trattamento o quando viene modificato il dosaggio. Il dosaggio dei farmaci antidiabetici deve essere regolato se necessario (vedere paragrafo 4.5).

Inoltre, con un digiuno rigoroso, è necessario un attento monitoraggio medico della concentrazione di glucosio nel sangue (vedere paragrafo 4.5).

I beta-bloccanti possono aumentare l'insulino-resistenza e mascherare i sintomi dell'ipoglicemia. Tuttavia, numerosi studi hanno dimostrato che i beta-bloccanti vasodilatatori come il carvedilolo hanno un'azione più favorevole sui profili glucidico e lipidico.

Vasculopatia periferica e fenomeno di Raynaud

Carvedilolo deve essere impiegato con cautela in pazienti con malattia vascolare periferica (come il fenomeno di Raynaud)poiché i beta-bloccanti possono precipitare o aggravare i sintomi di insufficienza arteriosa.

Tireotossicosi

Carvedilolo può mascherare i segni ed i sintomi della tireotossicosi.

Anestesia e chirurgia maggiore

Deve essere esercitata cautela in pazienti che devono sottoporsi a chirurgia generale, a causa della sinergia degli effetti inotropi negativi di carvedilolo e degli anestetici.

I beta-bloccanti riducono il rischio di aritmie in anestesia, tuttavia il rischio di ipotensione può essere aumentato. Studi più recenti suggeriscono tuttavia un beneficio dei beta-bloccanti nel prevenire la morbilità cardiaca perioperatoria e nel ridurre l'incidenza di complicazioni cardiovascolari.

Bradicardia

Carvedilolo può causare bradicardia. Se la frequenza del polso del paziente si riduce a meno di 55 battiti al minuto e si manifestano sintomi associati alla bradicardia, il dosaggio di carvedilolo deve essere ridotto.

lpersensibilità

Si deve usare cautela nel somministrare carvedilolo a pazienti con una storia di gravi reazioni di ipersensibilità ed a pazienti sottoposti a terapia di desensibilizzazione, in quanto i beta-bloccanti possono aumentare sia la sensibilità verso gli allergeni sia la gravità delle reazioni anafilattiche.

Reazioni avverse cutanee gravi

In corso di trattamento con carvedilolo, sono stati riportati casi molto rari di reazioni avverse cutanee gravi come la necrolisi epidermica tossica (TEN) e sindrome di Stevens-Johnson (SJS) (vedere paragrafo 4.8). Il trattamento con carvedilolo deve essere sospeso definitivamente nei pazienti che manifestano reazioni avverse cutanee gravi eventualmente attribuibili a carvedilolo.

Psoriasi

Si deve usare cautela nel prescrivere beta-bloccanti a pazienti con psoriasi in quanto le reazioni cutanee possono aggravarsi.

I pazienti con una storia di psoriasi associata a terapia con beta-bloccanti devono prendere carvedilolo solo dopo valutazione del rapporto rischio/beneficio.

Uso concomitante di calcio-antagonisti o di altri antiaritmici

Un attento monitoraggio elettrocardiografico (ECG) e della pressione arteriosa è necessario nei pazienti che ricevono contemporaneamente carvedilolo in associazione con calcio-antagonisti del tipo verapamil o diltiazem, o altri farmaci antiaritmici, specialmente amiodarone. La co-somministrazione endovenosa deve essere evitata (vedere paragrafo 4.5).

Feocromocitoma

Nei pazienti con feocromocitoma, un agente alfa-bloccante deve essere iniziato prima di utilizzare un qualsiasi agente beta-bloccante. Sebbene carvedilolo abbia attività farmacologiche sia alfa che beta-bloccanti, non vi è alcuna esperienza relativa al suo uso in questa condizione. Pertanto, si deve prestare cautela nel somministrare carvedilolo ai pazienti con sospetto feocromocitoma.

Angina variante di Prinzmetal

I medicinali con attività beta-bloccante non selettiva possono provocare l'insorgenza di dolore toracico nei pazienti con angina variante di Prinzmetal. Non è disponibile alcuna esperienza clinica con carvedilolo in questi pazienti, sebbene l'attività alfa-bloccante di carvedilolo possa prevenire questi sintomi. Carvedilolo è controindicato nei pazienti con angina variante di Prinzmetal diagnosticata (vedere paragrafo 4.3). Bisogna usare cautela nel somministrare carvedilolo a pazienti con sospetta angina variante di Prinzmetal.

Lenti a contatto

I portatori di lenti a contatto devono tener presente l'eventualità di una ridotta lacrimazione.

Sindrome da sospensione

Il trattamento con carvedilolo non deve essere interrotto bruscamente, specialmente in pazienti affetti da cardiopatia ischemica. La terapia con carvedilolo deve essere sospesa gradualmente nell'arco di un periodo di due settimane, per esempio riducendo di metà la dose giornaliera ogni tre giorni. Se necessario, allo stesso tempo deve essere iniziata la terapia sostitutiva per prevenire un'esacerbazione dell'angina pectoris.

Uso come agente dopante

L'uso di carvedilolo può portare a risultati positivi nei controlli antidoping. L'uso di carvedilolo come agente dopante può mettere in pericolo la salute.

I pazienti noti per essere metabolizzatori lenti di CYP2D6, devono essere attentamente monitorati durante l'inizio della terapia (vedere paragrafo 5.2).

Popolazione pediatrica

Carvedilolo non è raccomandato per l'uso in bambini e adolescenti di età inferiore a 18 anni a causa di dati insufficienti in materia di sicurezza.

Anziani

I pazienti anziani possono essere più suscettibili agli effetti di carvedilolo e devono essere monitorati con maggiore attenzione.

Lattosio monoidrato

Questo prodotto medicinale contiene lattosio monoidrato. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.


INTERAZIONI


Quali farmaci, principi attivi o alimenti possono interagire con l'effetto di Carvedilolo Zentiva?


Interazioni farmacocinetiche

Effetti di carvedilolo sulla farmacocinetica di altri medicinali:

Carvedilolo è un substrato nonché inibitore della glicoproteina-P. Quindi la biodisponibilità dei farmaci trasportati dalla glicoproteina-P può essere aumentata dalla concomitante somministrazione di carvedilolo. Inoltre, la biodisponibilità di carvedilolo può essere modificata da induttori o da inibitori della glicoproteina-P.

Digossina

In alcuni studi su soggetti sani e pazienti con insufficienza cardiaca è stata dimostrata un'esposizione aumentata alla digossina a livello sierico fino al 20%. Nei pazienti di sesso maschile è stato osservato un effetto significativamente più ampio rispetto alle pazienti di sesso femminile. Si raccomanda un controllo dei livelli di digossina quando si inizia, si aggiusta o si sospende la terapia con carvedilolo (vedere paragrafo 4.4). Carvedilolo non ha effetto sulla digossina somministrata per via endovenosa.

Ciclosporina

Due studi in pazienti sottoposti a trapianto renale o cardiaco trattati con ciclosporina per via orale hanno mostrato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di ciclosporina dopo l'inizio del trattamento con carvedilolo. Sembra che il carvedilolo aumenti la disponibilità di ciclosporina somministrata per via orale di circa il 10 - 20%. Al fine di mantenere il livello di ciclosporina terapeutico, è stato necessario ridurre la dose di ciclosporina in media del 10 20% in questi pazienti. Il meccanismo dell'interazione non è noto, ma potrebbe essere associato all'inibizione dell'attività della glicoproteina P nell'intestino. A causa della notevole variabilità dei singoli livelli di ciclosporina, si raccomanda di monitorare attentamente la concentrazione di ciclosporina dopo l'inizio della terapia con carvelidolo e, se necessario, di regolare la dose di ciclosporina. Nel caso di ciclosporina somministrata pir i.v., non si prevede alcuna interazione con carvedilolo.

Effetto di altri medicinali sulla farmacocinetica del carvedilolo

Farmaci che inducono o inibiscono gli enzimi del citocromo P450

I pazienti trattati con farmaci che inducono (per esempio rifampicina e barbiturici) o inibiscono (per esempio cimetidina, ketoconazolo, fluoxetina, aloperidolo, verapamil, eritromicina) gli enzimi del citocromo P450 devono essere attentamente monitorati durante il trattamento concomitante con carvedilolo in quanto le concentrazioni sieriche di carvedilolo possono essere ridotte da induttori enzimatici e aumentate da inibitori enzimatici.

Gli inibitori, così come gli induttori di CYP2D6 e CYP2C9, possono stereoselettivamente modificare il metabolismo sistemico e/o presistemico del carvedilolo, provocando aumentate o ridotte concentrazioni plasmatiche di R e S-carvedilolo. Alcuni esempi osservati in pazienti o in soggetti sani sono elencati di seguito, ma la lista non è esaustiva.

Cimetidina

La cimetidina, l'idralazina e l'alcol possono aumentare la disponibilità sistemica di carvedilolo perché riducono il metabolismo epatico mediante inibizione enzimatica. Pertanto, si raccomanda di monitorare attentamente questi pazienti con una somministrazione concomitante.

Rifampicina

In uno studio su 12 soggetti sani, la disponibilità del carvedilolo con somministrazione concomitante di rifampicina è stata ridotta di circa il 60% e si è osservato un ridotto effetto di carvedilolo sulla pressione sistolica. Il meccanismo dell'interazione non è noto, ma potrebbe essere il risultato dell'induzione della glicoproteina P nell'intestino attraverso la rifampicina, portando ad una diminuzione dell'assorbimento intestinale di carvedilolo. Si raccomanda di monitorare attentamente l'attività β bloccante in pazienti che sono trattati con carvedilolo e rifampicina contemporaneamente.

Amiodarone

Uno studio in vitro con microsomi epatici umani ha dimostrato che l'amiodarone e il desetilamiodarone inibiscono l'ossidazione di (R) e (S) carvedilolo. Il livello minimo di (S) carvedilolo è stato significativamente aumentato di un fattore di 2,2 nei pazienti con insufficienza cardiaca che hanno assunto carvedilolo e amiodarone insieme rispetto ai pazienti trattati con carvedilolo in monoterapia. L'effetto su (S) carvedilolo è stato attribuito al desetilamiodarone, un metabolita di amiodarone, che è un forte inibitore del CYP2C9. Si raccomanda di monitorare l'attività β bloccante nei pazienti trattati con carvedilolo e amiodarone contemporaneamente.

Fluoxetina e paroxetina

La somministrazione concomitante di carvedilolo e fluoxetina, un forte inibitore del CYP2D6, in uno studio randomizzato, crossover, su 10 pazienti con insufficienza cardiaca, ha determinato l'inibizione stereoselettiva del metabolismo di carvedilolo con un aumento del 77% dell'AUC media dell'enantiomero R (+) e un aumento statisticamente non significativo dell'AUC media dell'enantiomero (S) del 35% rispetto al gruppo placebo. Tuttavia, non sono state osservate differenze tra i gruppi di trattamento per quanto riguarda gli eventi avversi, la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca. L'effetto di una singola dose di paroxetina, un potente inibitore del CYP2D6, sulla farmacocinetica di carvedilolo è stato studiato in 12 soggetti dopo singola somministrazione orale. Nonostante un significativo aumento della disponibilità di (R) e (S) carvedilolo, non sono stati osservati effetti clinici nei soggetti.

Interazioni farmacodinamiche

Insulina e antidiabetici orali

L'effetto ipoglicemizzante dell'insulina e dei farmaci diabetici orali può essere l'intensificazione dei bloccanti dei recettori β. I sintomi dell'ipoglicemia possono essere mascherati o attenuati (specialmente la tachicardia). Pertanto, il monitoraggio regolare dei livelli di glucosio nel sangue è raccomandato nei pazienti diabetici che usano insulina o antidiabetici orali (vedere paragrafo 4.4).

Agenti che riducono le catecolamine

I pazienti che assumono sia agenti con proprietà beta-bloccanti sia un medicinale che può ridurre le catecolamine (per esempio reserpina, guanetidina, metildopa, guanfacina e gli inibitori della monoamino-ossidasi, tranne gli inibitori MAO-B) devono essere attentamente monitorati per i segni di ipotensione e/o di bradicardia grave.

Digossina

L'uso combinato di beta-bloccanti e digossina può determinare un ulteriore prolungamento del tempo di conduzione atrioventricolare (AV).

Bloccanti dei canali del calcio del verapamil o, tipo diltiazem, amiodarone o altri antiaritmiciCasi isolati di disturbo della conduzione, raramente con compromissione emodinamica, sono stati osservati in pazienti che stanno assumendo carvedilolo e diltiazem (orale), verapamil e/o amiodarone. Come con gli altri beta-bloccanti, un attento monitoraggio della frequenza cardiaca e del ritmo cardiaco (ECG) e della pressione arteriosa devono essere intrapresi quando vi è co-somministrazione con calcio-antagonisti del tipo verapamil e diltiazem, in quanto il rischio di disturbi della conduzione AV o il rischio di insufficienza cardiaca sono aumentati (effetto sinergico) (vedere paragrafo 4.4). Occorre eseguire un attento monitoraggio quando carvedilolo è co-somministrato, sia con antiaritmici di classe I o amiodarone (orale). Bradicardia, arresto cardiaco e fibrillazione ventricolare sono stati riportati subito dopo l'inizio del trattamento con beta-bloccanti nei pazienti trattati con amiodarone. C'è il rischio di insufficienza cardiaca in caso di terapia endovenosa concomitante con antiaritmici di classe Ia o Ic.

Clonidina

La somministrazione concomitante di clonidina e agenti con proprietà beta-bloccanti può potenziare gli effetti di riduzione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca.

Quando il trattamento concomitante con agenti aventi proprietà beta-bloccanti e clonidina deve essere interrotto, l'agente beta-bloccante deve essere interrotto per primo. La terapia con clonidina può essere interrotta alcuni giorni dopo diminuendo gradualmente il dosaggio.

Altri farmaci antiipertensivi

Come osservato per altri agenti con attività beta-bloccante, carvedilolo può potenziare l'effetto di altri medicinali somministrati in associazione aventi azione antiipertensiva (per esempio antagonisti del recettore αlfa-1) o per i quali l'ipotensione fa parte del profilo dei propri effetti indesiderati, come barbiturici, fenotiazine, antidepressivi triciclici, agenti vasodilatatori e alcol.

Anestetici inalatori

Un attento monitoraggio dei segni vitali è raccomandato durante l'anestesia a causa della sinergia inotropa negativa e degli effetti ipotensivi di carvedilolo e dei farmaci anestetici (vedere paragrafo 4.4).

FANS

L'uso concomitante di farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) e degli antagonisti beta-adrenergici può determinare un aumento della pressione arteriosa e un alterato controllo della stessa pressione.

Broncodilatatori beta-agonisti

I farmaci beta-bloccanti non cardio-selettivi si oppongono agli effetti broncodilatatori dei broncodilatatori beta-agonisti. Si raccomanda un attento monitoraggio dei pazienti.

Diidropiridine

La somministrazione di diidropiridine e carvedilolo deve essere eseguita sotto attenta supervisione, poiché sono stati segnalati insufficienza cardiaca e grave ipotensione.

Nitrati

Aumentati effetti ipotensivi.

Estrogeni e corticosteroidi

L'effetto antiipertensivo del carvedilolo viene ridotto dalla ritenzione di acqua e di sodio.

Simpaticomimetici con effetti alfa-mimetici e beta-mimetici

Rischio di ipertensione e di eccessiva bradicardia.

Ergotamina

Aumentata vasocostrizione.

Agenti bloccanti neuromuscolari

Aumentato blocco neuromuscolare.


POSOLOGIA E MODO DI SOMMINISTRAZIONE


Come si usa Carvedilolo Zentiva? Dosi e modo d'uso


Carvedilolo Zentiva è disponibile nei dosaggi 6,25 mg e 25 mg.

Posologia

Ipertensione essenziale:

Per il trattamento dell'ipertensione essenziale carvedilolo può essere usato in monoterapia o in associazione con altri medicinali antiipertensivi, specialmente con i diuretici tiazidici. Si raccomanda l'assunzione di una sola dose al giorno, tuttavia la singola dose massima raccomandata è di 25 mg e la dose massima giornaliera raccomandata è di 50 mg.

Adulti

La dose iniziale raccomandata è di 12,5 mg una volta al giorno per i primi due giorni. Successivamente, si continua il trattamento con una dose di 25 mg al giorno. Se necessario, la dose può essere ulteriormente aumentata in modo graduale, ad intervalli di due settimane o in misura meno frequente.

Anziani

La dose iniziale raccomandata nell'ipertensione è di 12,5 mg una volta al giorno che può anche essere sufficiente per il trattamento continuo. Tuttavia se la risposta terapeutica è inadeguata, la dose può essere ulteriormente aumentata in modo graduale, ad intervalli di due settimane o in misura meno frequente.

Angina pectoris cronica stabile

Adulti

La dose iniziale raccomandata è di 12,5 mg due volte al giorno per due giorni. Successivamente continuare il trattamento con una dose di 25 mg due volte al giorno. Se necessario, la dose può essere ulteriormente aumentata in modo graduale, ad intervalli di due settimane o in misura meno frequente. La dose giornaliera massima raccomandata è di 100 mg in dosi suddivise (due volte al giorno).

Anziani

La dose iniziale raccomandata è di 12,5 mg due volte al giorno per due giorni. Successivamente continuare il trattamento con una dose di 25 mg due volte al giorno, che è la dose massima giornaliera raccomandata.

Scompenso cardiaco

Trattamento dell'insufficienza cardiaca da moderata a grave in aggiunta alla terapia convenzionale di base con diuretici, ACE-inibitori, digitale e/o vasodilatatori. Il paziente deve essere clinicamente stabile (nessun cambiamento di classe NYHA, nessuna ospedalizzazione dovuta a insufficienza cardiaca) e la terapia di base deve essere stabilizzata per almeno 4 settimane prima del trattamento. Inoltre il paziente deve avere una frazione di eiezione ventricolare sinistra ridotta e la frequenza cardiaca deve essere >50 bpm e la pressione sistolica >85 mm Hg (vedere paragrafo 4.3).

La dose iniziale è di 3,125 mg due volte al giorno per 2 settimane. Se la dose iniziale è ben tollerata, la dose di carvedilolo può essere aumentata ad intervalli di due settimane o in misura meno frequente, dapprima fino a 6,25 mg due volte al giorno, poi a 12,5 mg due volte al giorno e infine 25 mg due volte al giorno. Si raccomanda di aumentare la dose fino alla dose massima tollerata dal paziente.

La dose massima raccomandata è di 25 mg due volte al giorno per pazienti che pesano meno di 85 kg, e 50 mg due volte al giorno per quei pazienti che pesano più di 85 kg, a patto che lo scompenso cardiaco non sia grave. Un aumento di dose fino a 50 mg due volte al giorno deve essere attuato sotto attenta supervisione medica del paziente.

Peggioramenti temporanei dei sintomi dell'insufficienza cardiaca possono avvenire all'inizio della terapia o in seguito a un aumento della dose, specialmente in pazienti con grave insufficienza cardiaca e/o in trattamento con dosi elevate di diuretici. Ciò di solito non richiede l'interruzione del trattamento, ma la dose non deve essere aumentata. Il paziente deve essere monitorato da un medico/cardiologo dopo l'inizio del trattamento con carvedilolo o dopo l'aumento della dose. Prima di ogni aumento di dose deve essere condotto un esame dei potenziali sintomi di peggioramento dell'insufficienza cardiaca o dei sintomi di eccessiva vasodilatazione (ad es.: funzionalità renale, peso corporeo, pressione arteriosa, frequenza e ritmo cardiaco). Il peggioramento dell'insufficienza cardiaca o la ritenzione idrica vanno trattati aumentando la dose di diuretico, e la dose di carvedilolo non deve essere aumentata fino a che il paziente non è stabilizzato. Se compare bradicardia, o in caso di allungamento della conduzione AV, deve essere monitorato per primo il livello di digossina. Occasionalmente può essere necessario ridurre la dose di carvedilolo o anche interrompere temporaneamente il trattamento. Anche in questi casi, il graduale aggiustamento della dose di carvedilolo può essere continuato spesso con successo.

Se la terapia con carvedilolo viene interrotta per più di 2 settimane, si deve ripartire dalla dose di 3,125 mg 2 volte al giorno e aumentarla gradualmente secondo le raccomandazioni di cui sopra.

Insufficienza renale

Il dosaggio deve essere determinato individualmente per ogni paziente, ma secondo i parametri farmacocinetici non c'è evidenza che sia necessario un aggiustamento della dose del carvedilolo nei pazienti con insufficienza renale.

Disfunzione epatica moderata

Può essere richiesto un aggiustamento della dose.

Popolazione pediatrica (<18 anni)

La sicurezza e l'efficacia di carvedilolo nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni non è stata dimostrata.

Anziani

I pazienti anziani possono essere più suscettibili agli effetti di carvedilolo e devono essere monitorati più attentamente.

Come per gli altri beta-bloccanti, e specialmente in pazienti con malattie coronariche, l'interruzione di carvedilolo deve avvenire gradualmente (vedere paragrafo 4.4).

Modo di somministrazione

Non è necessario assumere le compresse ai pasti. Tuttavia, si raccomanda ai pazienti con insufficienza cardiaca di prendere il medicinale con il cibo, per permettere un assorbimento più lento e ridurre il rischio di ipotensione ortostatica.


SOVRADOSAGGIO


Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Carvedilolo Zentiva?


Sintomi e segni

Il sovradosaggio può causare grave ipotensione, bradicardia, insufficienza cardiaca, shock cardiogeno ed arresto cardiaco. Vi possono essere inoltre problemi respiratori, broncospasmo, vomito, riduzione del livello di coscienza e crisi convulsive generalizzate.

Trattamento

In aggiunta al trattamento supportivo generale, i parametri vitali devono essere monitorati e, se necessario, corretti in condizioni di terapia intensiva. Potrebbe essere necessario eseguire la ventilazione meccanica. Possono essere prese le seguenti misure di supporto:

L'assorbimento di carvedilolo nel tratto gastrointestinale può essere ridotto dalla lavanda gastrica, dalla somministrazione di carbone attivo e da purga.

Il paziente deve essere portato in posizione supina.

Antidoti disponibili:

L'atropina può essere utilizzata in caso di eccessiva bradicardia (0,5 – 2 mg endovena).

In caso di bradicardia refrattaria, è necessario impiantare un pacemaker. Per ipotensione o shock, devono essere utilizzati sostituti del plasma e, se necessario, simpaticomimetici.

L'effetto β bloccante del carvedilolo può essere ridotto e, se necessario, antagonizzato da somministrazione i.v. di simpaticomimetici dosati in base al peso corporeo, ad esempio isoprenalina, dobutamina, orciprenalina o adrenalina. Se è necessario un effetto inotropico positivo, può essere presa in considerazione la somministrazione di un inibitore della fosfodiesterasi, ad esempio milrinone. Se necessario, può essere usato il glucagone per via endovenosa: inizialmente 1 10 mg per via endovenosa, se necessario seguito da una infusione lenta di 2 - 5 mg / ora (per mantenere la funzione cardiovascolare).

Se è richiesto un effetto inotropo positivo, si devono prendere in considerazione gli inibitori della fosfodiesterasi (PDE).

Se la vasodilatazione periferica domina il profilo di intossicazione si devono somministrare norfenefrina, noradrenalina o etilefrina monitorando continuamente la circolazione.

In caso di broncospasmo, devono essere somministrati farmaci beta-simpaticomimetici (come aerosol o endovena, se l'aerosol non fornisce un effetto adeguato), oppure possono essere somministrati endovena teofillina o aminofillina. In caso di crisi convulsive si raccomanda la somministrazione di diazepam o clonazepam per iniezione endovenosa lenta.

Nota: In casi di grave sovradosaggio con sintomi di shock, il trattamento di supporto deve essere continuato per un periodo di tempo sufficientemente lungo, ossia fino a quando le condizioni del paziente si sono stabilizzate, in considerazione di un prolungamento dell'emivita di eliminazione e della ridistribuzione di carvedilolo dai compartimenti più profondi.

Carvedilolo è fortemente legato alle proteine. Pertanto non può essere eliminato mediante dialisi.


GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO


E' possibile prendere Carvedilolo Zentiva durante la gravidanza e l'allattamento?


Gravidanza

Non vi è adeguata esperienza clinica relativa all'utilizzo di carvedilolo nelle donne in gravidanza.

Studi sperimentali sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli umani è sconosciuto.

I Beta-bloccanti riducono la perfusione placentare, che può portare a morte intrauterina del feto, parti immaturi e prematuri. Inoltre, nel feto e nel neonato possono manifestarsi reazioni avverse (soprattutto ipoglicemia, bradicardia, depressione respiratoria e ipotermia). Nel neonato si può verificare un aumentato rischio di complicazioni cardiache e polmonari nel periodo post-natale. Il trattamento deve essere interrotto 2-3 giorni prima della data prevista per il parto. Se questo non è possibile il neonato deve essere monitorato per i primi 2-3 giorni di vita.

Allattamento

Gli studi sull'animale in allattamento hanno dimostrato che il carvedilolo e/o i suoi metaboliti sono escreti e accumulati nel latte materno dei ratti. L'escrezione di carvedilolo nel latte materno non è stata studiata negli esseri umani. L'allattamento al seno è pertanto controindicato durante la somministrazione di carvedilolo.

Fertilità

Negli studi sugli animali, ci sono stati disturbi della fertilità femminile dopo il trattamento con carvedilolo (vedere paragrafo 5.3).


GUIDA DI VEICOLI E USO DI MACCHINARI


Effetti di Carvedilolo Zentiva sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari


Non sono stati effettuati studi sugli effetti del carvedilolo sulla capacità di guidare o di usare macchinari.

A causa di reazioni individuali variabili (per esempio capogiri, stanchezza), la capacità di guidare, di azionare macchinari, o di lavorare senza un solido sostegno può essere compromessa. Ciò vale in particolare all'inizio del trattamento, dopo aumenti di dose, col cambiamento del medicinale e in combinazione con alcol.


PRINCIPIO ATTIVO


Ogni compressa contiene 6,25 mg di carvedilolo.

Ogni compressa contiene 25 mg di carvedilolo.

Eccipienti con effetto noto: lattosio monoidrato.

Carvedilolo Zentiva 6,25 mg compresse rivestite con film: ogni compressa rivestita con film contiene 25 mg di lattosio monoidrato.

Carvedilolo Zentiva 25 mg compresse rivestite con film: ogni compressa rivestita con film contiene 100 mg di lattosio monoidrato.

Per l'elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1.


ECCIPIENTI


Nucleo della compressa:

cellulosa microcristallina

lattosio monoidrato

crospovidone CL

povidone K30

silice colloidale anidra diossido

magnesio stearato

Rivestimento della compressa:

ipromellosa

titanio diossido (E171)

trietilcitrato

macrogol 8000

polidestrosio (E1200)


SCADENZA E CONSERVAZIONE


Scadenza: 36 mesi

Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.

Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.


NATURA E CONTENUTO DEL CONTENITORE


Flacone di plastica (HDPE) o blister (PVC/Alu)

Dimensione delle confezioni: 10, 14, 28, 30, 50, 56, 98 e 100 compresse.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.


PATOLOGIE CORRELATE


Data ultimo aggiornamento: 03/04/2023

Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.

Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico



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