Adhd: sindrome da deficit di attenzione

19 marzo 2024

Adhd: sindrome da deficit di attenzione: cause, sintomi e cure



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Indice


Definizione


Adhd: sindrome da deficit di attenzione: definizione e generalità


La sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Adhd, dall'inglese Attention deficit hyperactivity disorder) è un disordine dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell'adolescente, caratterizzato da inattenzione, impulsività, iperattività. Impedisce ai bambini di concentrarsi e focalizzarsi su un'attività, con possibili pesanti ricadute sul rendimento scolastico e sul loro funzionamento sociale. Non dipende da un deficit cognitivo (ritardo mentale) e può persistere fino all'adolescenza e all'età adulta.

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Cause


Adhd: sindrome da deficit di attenzione: cause principali


Non si conosce la causa esatta dell'Adhd, ma alcuni studi sembrano suggerire un ruolo di alcuni geni che, interagendo con alcuni fattori ambientali e sociali, potrebbero dar luogo a questo disturbo: si tratta, quindi, di una sindrome multifattoriale. Un sano stile di vita in gravidanza riduce il rischio di insorgenza di molte malattie, tra cui anche la possibilità di avere un figlio affetto da Adhd: in particolare è importante evitare di fumare (i figli di madri fumatrici in gravidanza hanno il doppio del rischio di sviluppare Adhd), di bere alcolici e di assumere droghe. È anche molto importante prevenire la prematurità che rappresenta un fattore di rischio importante per l'Adhd.

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Sintomi

Adhd: sindrome da deficit di attenzione: sintomi più comuni


I bambini affetti da Adhd hanno difficoltà a concentrarsi, a prestare attenzione, a seguire una conversazione, a controllare il proprio comportamento, ad aspettare il loro turno per parlare o per un gioco, a pianificare un compito o a portare a termine un progetto. Sono iperattivi, si muovono in continuazione, toccano tutto quello che trovano, interrompono la conversazione, non riflettono sulle conseguenze di un loro gesto o delle loro parole. Tutti i bambini possono presentare questi comportamenti in qualche occasione, ma quelli affetti da Adhd con maggiore frequenza e gravità.
Per poter parlare di Adhd i sintomi devono avere una durata di almeno 6 mesi e insorgere prima dell'età di 7 anni. Il Diagnostic and statistical manual of mental disorders (Dsm-IV), il manuale che codifica i disturbi e le malattie mentali, ne distingue tre forme diverse: inattentiva, iperattiva/impulsiva, combinata (è la forma più frequente, circa l'85% dei casi).

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Diagnosi

Adhd: sindrome da deficit di attenzione: come efftuare la diagnosi


La diagnosi di Adhd è clinica, si basa cioè sulla valutazione dei sintomi da parte del medico. I sintomi devono essere presenti per oltre 6 mesi consecutivi ed essere molto più importanti di quelli presentati dai bambini della stessa età. I sintomi, inoltre, devono essere presenti in almeno due contesti (a scuola, a casa, in palestra, ecc.) e non in un luogo solo. Non esistono test specifici, ma ci si basa su interviste diagnostiche, scale di valutazione dei sintomi dell'Adhd (es. Adhd rating scale) e sulla somministrazione di questionari a genitori e insegnanti. Il bambino, in genere, dopo essere stato valutato dal pediatra di famiglia viene inviato dallo specialista (neuropsichiatra infantile). Prima di fare diagnosi di Adhd, vanno escluse alcune condizioni che possono rendere inquieto un bambino, per esempio problemi di vista o di udito non riconosciuti, epilessia, depressione, disturbo bipolare, sindrome di Tourette, disturbi nell'apprendimento, disturbo della condotta, disturbo oppositivo provocatorio, problemi socio-familiari, celiachia, malattie della tiroide.

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Cure

Adhd: sindrome da deficit di attenzione: cure e rimedi


Il trattamento dell'Adhd si basa sull'impiego di farmaci specifici e di terapie psico-comportamentali, preferibilmente in combinazione tra loro (terapia multimodale) perché numerosi studi clinici hanno dimostrato che così si ottengono i risultati migliori.

In Italia i farmaci autorizzati sono l'atomoxetina e il metilfenidato, uno stimolante del gruppo delle amfetamine, che ha un effetto calmante sui bambini affetti da Adhd. Questi farmaci permettono di controllare i sintomi dell'Adhd, finché vengono assunti, ma non curano la malattia. Vanno assunti solo se prescritti e sotto stretto controllo dello specialista in neuropsichiatria infantile.
Le terapie psico-comportamentali comprendono il parent training, il child training e il counseling agli insegnanti.

Ai genitori viene spiegato cos'è l'Adhd e come applicare strategie comportamentali: come organizzare la giornata del bambino, come comportarsi durante gli accessi di iperattività e impulsività, come aiutarlo a tenere tutto in ordine, ad affrontare un compito e a semplificare quelli troppo complessi, come dare direttive chiare da rispettare e come premiarli o punirli quando queste vengono infrante.

Il parent training aiuta i genitori anche ad affrontare lo stress e la frustrazione che possono scaturire nell'affrontare le problematiche di educazione del figlio con Adhd. La consulenza sistematica agli insegnanti serve ad aiutarli ad assumere un atteggiamento costruttivo nei confronti del bambino con Adhd e a strutturare l'ambiente della classe sulle base dei suoi bisogni.




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