Cos’è l’asma: definizione, cause e fattori di rischio

05 ottobre 2015
Aggiornamenti e focus, Speciale Salute del respiro

Cos’è l’asma: definizione, cause e fattori di rischio



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L'asma è una malattia caratterizzata da "attacchi" nel corso dei quali le vie aeree e i bronchi, tendono a stringersi: questo fenomeno ostacola il passaggio dell'aria. La conseguenza sono i classici sintomi dell'attacco asmatico: difficoltà a respirare, tosse, fischi, oppressione al torace.

Responsabile di questo fenomeno è l'infiammazione diffusa delle vie respiratorie che può essere provocata da vari fattori (vedi sotto) e che si manifesta appunto con questi episodi reversibili di bronco costrizione.
La buona notizia è che le terapie oggi disponibili sono estremamente efficaci e consentono di controllare molto bene l'asma nella maggior parte dei pazienti. E avere l'asma sotto controllo vuol dire:
  • Condurre una vita normale
  • Non avere sintomi né di giorno né di notte
  • Non dover ricorrere a terapie d'urgenza

L'asma è una malattia molto comune e la sua diffusione è oltretutto in aumento. Si calcola che attualmente siano circa 300 milioni gli asmatici in tutto il mondo, di cui oltre 30 milioni in Europa.
Secondo una recente ricerca, in Italia soffre di asma poco più del 6 per cento della popolazione, vale a dire oltre 3 milioni e mezzo di persone.

Ma cosa provoca l'asma? Concorrono diversi fattori che interagiscono fra di loro. Esiste sicuramente una predisposizione genetica che però si intreccia a fattori ambientali.
Questi ultimi comprendono l'allergia e quindi l'esposizione a sostanze nei cui confronti si può rispondere con una reazione allergica (gli allergeni), ma anche la dieta e alcuni fattori perinatali (periodo compreso tra la 28ª settimana di gestazione e il 28º giorno dopo la nascita del feto). Fra gli allergeni chiamati in causa ve ne sono alcuni presenti nell'ambiente domestico, come gli acari della polvere e il pelo degli animali domestici (gatti), mentre per quanto riguarda gli aspetti legati alla dieta, oltre all'obesità che sembra favorirne la comparsa, alcune osservazioni suggeriscono che il consumo di poca vitamina C ed E e di pochi acidi grassi omega3 possa collegarsi all'asma.
Il più noto dei fattori predisponenti perinatali è il mancato allattamento al seno (l'alimentazione col latte materno ha un effetto protettivo), ma vengono chiamati in causa anche il basso peso alla nascita, la malnutrizione materna, la prematurità e l'esposizione al fumo passivo.

Quando un asmatico respira un allergene i suoi bronchi reagiscono dando origine a un processo infiammatorio. A causa dell'infiammazione si verifica un restringimento dei bronchi che dipende da diversi meccanismi. Si verifica infatti una contrazione dei piccoli muscoli che si trovano nelle pareti dei bronchi stessi, inoltre, sempre a causa dell'infiammazione, le mucose che rivestono la parete interna dei bronchi si fanno più spesse perché imbevute di liquidi (edema), infine aumenta la produzione di muco nelle vie respiratorie e ciò contribuisce a ostacolare ulteriormente il passaggio dell'aria.
Un'altra caratteristica dei bronchi di chi soffre d'asma è la loro particolare reattività per cui, anche quando vengono esposte a fattori irritanti aspecifici (per esempio, fumo, sostanze chimiche, ecc.) reagiscono chiudendosi.

A lungo andare infine, se l'asma non viene adeguatamente curata (la raccomandazione è sempre di fare riferimento al proprio medico di famiglia o allo specialista per la corretta diagnosi e per la scelta della terapia), le vie respiratorie possono subire un vero e proprio rimodellamento, perdendo la capacità di ridistendersi dopo la contrazione come avviene alla fine dell'attacco asmatico.

Teoria dell'igiene

L'interazione fra i fattori genetici e quelli ambientali determina la tendenza che ciascuno di noi ha di ammalarsi di allergie. Poiché però i fattori genetici possono modificarsi solo dopo molte generazioni, l'aumento delle malattie allergiche osservato negli ultimi decenni viene attribuito più a fattori ambientali. Una delle spiegazioni proposte è la cosiddetta ipotesi dell'igiene: l'esposizione a fattori ambientali come le tossine, i virus e i batteri indurrebbe il nostro sistema di difesa ad armarsi contro le infezioni e a diminuire la tendenza alla risposta allergica; al contrario il fatto di essere preservati dall'esposizione a questi fattori indurrebbe il sistema immunitario a rispondere più in modo allergico. È proprio questo il meccanismo che viene chiamata in causa per spiegare l'aumento delle malattie allergiche verificatosi nei paesi sviluppati in cui sono migliorate le condizioni igieniche, le famiglie si sono fatte meno numerose, gli ambienti più puliti e si dispone di terapie come antibiotici e vaccini in grado di prevenire le infezioni.



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