Deterioramento cognitivo... che fare?

09 ottobre 2006

Deterioramento cognitivo... che fare?


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06 ottobre 2006

Deterioramento cognitivo... che fare?

Salve Dott. Muciaccia, in merito alla mia precedente domanda del 28/07 nella quale trascrivevo anche gli esiti della RM di mia madre, il neuropsichiatra presso l'ospedale dove nel frattempo è stata ricoverata, visto il referto e avendo ritenuto (come il suo collega Dott. Migliaccio) che la disartria come pure i subentrati deficit motori e cognitivi non potessero essere determinati dal vecchio ictus, l'ha sottoposta ad una batteria di test dalla quale è risultato un deterioramento cognitivo di entità ancora non sufficiente per una diagnosi di sindrome demenziale (il deficit memoria che di solito è il sintomo di esordio di tutte le demenze è del tutto assente: ha una memoria intatta) ma comunque di grado rilevante, specialmente in merito alle abilità logiche e visuo-spaziali (disegni, matrici. . . ). Una sorta di compromissione dell'emisfero che era "sano", non colpito dall'ictus: il sinistro. In ogni caso non ha saputo/potuto fornirmi una diagnosi differenziale (escludendo l'Alzheimer, è un inizio di Parkinson? demenza vascolare? paralisi pseudobulbare? morbo di Pick?. . . ) e né una previsione sulla progressività o stazionarietà dell'evoluzione. Ho chiesto se fosse il caso di approcciare terapie per migliorare o almeno prolungare lo stato attuale di mia madre (ho letto per esempio sulla nicergolina e altre sostanze), so infatti che i malati di AD o PD vengono accolti in appositi centri e trattati sin dalle prime fasi della malattia, invece la risposta secca è stata "Senta, sono tutte medicine prescritte per far guadagnare chi le produce. Non c'è nessuna sostanza di provata efficacia. Faccia svagare sua madre e la faccia stare tranquilla. Il resto sono tutte stupidaggini. Ci vediamo fra sei-nove mesi per vedere se ci sono stati peggioramenti". Vorrei sapere da lei che ne pensa di questo parere. Può darsi infatti che quel suo collega dica il vero e che è inutile cercare disperatamente risultati improbabili col rischio di stressare ulteriormente mia madre e magari così ottenere l'effetto contrario. Ma non so neanche se mi devo semplicemente rassegnare ad assistere ad un declino progressivo senza poterci far nulla. . . Grazie di nuovo, D.

Risposta del 09 ottobre 2006

Risposta a cura di:
Dott. MASSIMO MUCIACCIA


Gentile utente,

frequentemente i deficit cognitivi esordiscono in modo graduale, tanto che si utilizza spesso la frase inglese "mild cognitive impairment" (MCI) per il deficit isolato di memoria del soggetto anziano. In realtà alcuni soggetti affetti da MCI nel tempo presentano i sintomi conclamati della M. di Alzheimer. Il collega giustamente afferma che attualmente non esistono farmaci di comprovata efficacia in grado di rallentare o arrestare la progressione di queste patologie neurologiche; tuttavia alcuni dei farmaci che citava possono, in casi isolati, produrre lievi miglioramenti delle funzioni cognitive. Inoltre se Sua madre ha riportato un pregresso ictus cerebrale, è necessario identificare e correggere tutti gli eventuali fattori di rischio vascolare, nonchè valutare una possibile terapia antiaggregante (previa esclusione di controindicazioni).
Per finire, uno stile di vita sano, che comprenda una alimentazione ricca di frutta e verdura, un po' di esercizio fisico quotidiano e attività che favoriscano un impegno mentale (ad es. leggere, scrivere, giocare a carte, ecc. ) sono un'ottima terapia per rallentare il declino fisico e mentale.

Cordiali saluti.

Dott. Massimo Muciaccia
Medicina Territoriale
Specialista in Neurologia
BARI (BA)



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