Dieci anni dopo l'ictus emorragico

25 giugno 2006

Dieci anni dopo l'ictus emorragico


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21 giugno 2006

Dieci anni dopo l'ictus emorragico

Salve, scrivo per avere un parere su una evoluzione a distanza di anni da un'emorragia cerebrale. Mia madre 10 anni fa (ora ha 66 anni) fu colpita da ictus emorragico dx con esito grave emiplegia sx. Tuttavia non ebbe bisogno della logopedia che solitamente si attua nei primi mesi dopo l'evento. La voce e le funzioni della deglutizione le aveva recuperate perfettamente. La bocca non appariva "storta" come spesso accade. Per cinque-sei anni la situazione si è mantenuta stabile. Il problema è questo: negli ultimi 2 anni ho assistito ad un rapido deterioramento del suo stato complessivo, fisico e neuropsicologico. In pochi mesi ha perso quasi completamente la sua autonomia e le sue difficoltà di deambulazione sono notevolmente aumentate. Ma la cosa più particolare è, riferendomi a quanto scritto sopra, che solo adesso (e non prima) ha iniziato ad avere problemi di articolazione della parola, ad avere difficoltà nel deglutire (specialmente i liquidi che le vanno spesso "di traverso") e a perdere il cibo dal lato colpito(sx). Spesso si morde la lingua o il labbro e il tono della voce è diventato del tutto monotono e nasale. Disturbi che secondo i medici di allora, potevano manifestarsi solo subito dopo l'ictus e non a distanza di anni. Neurologo e fisiatra consultati recentemente hanno tuttavia "alzato le spalle" addebitando il tutto al passare del tempo e agli "inevitabili peggioramenti", limitandosi a raccomandare la fisioterapia (che lei già faceva!). Non sono per niente convinto. Vorrei capire se questa "parabola discendente" può effettivamente essere una storia comune a lungo termine dopo un ictus emorragico o se invece è giusto pensare a nuove patologie neurologiche indipendenti o correlate e se sì, a quali esami/accertamenti diagnostici sottoporla (nel dubbio due mesi fa le ho fatto eseguire una RM con e senza contrasto: apparentemente non ha rilevato nulla di particolare solo che, rispetto alle RM e TAC dell'epoca che parlano di emorragia/ematoma, descrive se non erro (non l'ho sotto mano ora che scrivo) "aree ipodense" riferite "alla pregressa sofferenza ischemica" il che - da profano - mi sembrerebbe un'incongruenza). Mi scuso per la lunghezza e ringrazio anticipatamente per la risposta,

Risposta del 25 giugno 2006

Risposta a cura di:
Dott. GIOVANNI MIGLIACCIO


Dovrei vedere le immagini anch'io, oltre alla paziente, ma un'area ipodensa puo' essere cosi' descritta sia riferendosi a un'area ischemica sia a un'area malacica come esito dell'insulto emorragico, A suo tempo può anche essere avvenuta una emorragia in una zona già ischemica (il cosiddetto Infarto rosso). Il peggioramento clinico attuale di Sua madre sicuramente non è dovuto agli esiti della pregressa emorragia e se è così ingravescente sicuramente vanno eseguiti approfondimenti diagnostici, come una nuova RNM encefalo con contrasto.
Cordiali saluti

Dott. Giovanni Migliaccio
Medico Ospedaliero
Specialista in Neurochirurgia
MILANO (MI)



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