Disturbo ossessivo compulsivo

08 febbraio 2007

Disturbo ossessivo compulsivo


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05 febbraio 2007

Disturbo ossessivo compulsivo

Gentile Dottore sono un quarantenne sposato e padre di due bellissimi figli. Sono aflitto da un problema che ultimamente mi sta distruggendo la vita. Ultimamente ci siamo accorti sia io che mia moglie dei comportamenti strani nel figlio piu piccolo ( 7 anni e mezzo ) dice a me che vorrebbe avere un altro papa` e piange perche dice che vuole bene solo a me. Poi dice a mia moglie ala stessa cosa su di lei. Dice di vederci brutti Ma e consapevole che non e cosi` e piange. Si guarda allo specchio e si vede brutto anche lui. Dice che vorrebbe vivere in un altra famiglia e piange e dice di amare solo noi. L`altro giorno a detto a mia moglie che vorrebbe ucciderla e poi uccidersi lui stesso. Dice che ha dei brutti pensieri nella mente ma dice che sono solo pensieri perche lui non la pensa cosi` e la realta e un altra. Siamo andati da un psicologo che dopo ben tre sedute ci ha detto che visto che negli ultimi tempi abbiamo avuto parecchi problemi ( lavorativi, finanziari, e anche di salute nel caso di mia madre) mia moglie e entrata in uno stato depressionale e il bambino ne ha subito a sua volta le conseguenze. Allora abbiamo deciso di avere anche un altro parere( premetto che il bambino dopo le tre sedute non ne parla quasi piu delle ossesioni che aveva, che erano per piu` di un mese giornaliere e parecchie volte al giorno ) E siamo andati da uno psichiatra per due volte che alla fine ha diagnosticato che il bambino soffre di una forma di disturbo chiamato Disturbo Ossessivo Compulsivo. E ci ha detto di fare una cura con 10 mg di anafranil ogni giorno prima di andare a letto, e di andare da lui almeno ogni venti giorni. L`Altra notte si e` svegliato piangendo e dicendo cosi`( cosa mi succede perche` ho questi brutti pensieri nella testa ho paura di morire ) La cosa per me strana e che la stessa forma di disturbo e stata diagnosticata anche a mia moglie ( io pensavo solo fosse una semplice depressione dovuta ad alcune situazioni mie economiche e lavorative) ed ha ordinato anche a lei l`anafranil e il valium se c`e` bisogno prima di dormire. Quello che vorrei chiedervi, e` qualcosa di grave ? E` solo una forma di depressione ? Il periodo di recupero e` lungo ? Questi psicofarmaci possono dare dei disturbi nella vita quotidiana di mio figlio e di mia moglie ? Sono dei farmaci che possono dare dipendenza e causare dei danni a lungo andare ? Se potete datemi delle delucidazioni almeno per tranquillizarmi un po prima che io e il mio figlio grande finiamo in depressione anche noi. Grazie Di Tutto ANTONIO

Risposta del 08 febbraio 2007

Risposta a cura di:
Dott.ssa MARIA ADELAIDE BALDO


Sono molto perplessa circa l'uso di anafranil su un bambino così piccolo. I farmaci a volte sono necessari, ma mi sembra, in base a quello che lei dice, che qui si sia imboccata da subito una strada un po' troppo "medicalistica", cioè che pensa di poter risolvere tutto solo con farmaci. Ripeto, a volte i farmaci sono veramente necessari ma, soprattutto nel caso di un bambino, è bene valutare anche la possibilità di una psicoterapia. Probabilmente il bambino sta faticosamente e senza successo cercando di organizzare dentro di sè delle angosce relative al distacco da voi genitori: cosa assolutamente normale perchè non dobbiamo dimenticare che il processo di crescita del bambino è complesso e spesso difficile. Può essere che anche voi genitori siate poco o tanto depressi. In tal caso a maggior ragione opterei per una psicoterapia che magari coinvolga anche voi. Il disturbo ossessivo compulsivo è motlo frequente nell'infanzia, più di quanto si pensi, ma va inquadrato all'interno di un processo, cioè visto nell'ambito della crescita. Se lo si osserva come un dato fisso e non dinamico si rischia, a mio parere, di perdere di vista molti altri elementi che farebbere vedere le cose in modo diverso.
Personalmente credo che per i bambini il primo approccio debba essere di psicoterapia. Solo in un secondo momento si può eventualmente valutare la possibilità di una terapia farmacologica che comunque non va mai disgiunta dalla psicoterapia. Tenga conto che i risultati della psicoterapia si ottengono non in due o tre sedute, ma attraverso un percorso che può essere anche lungo. L'importante è trovare uno specialista (leggasi psicoterapeuta) capace davvero di inquadrare il caso in tutte le sue sfumature. Cioè capace di capire se c'è bisogno di farmaci, capace di capire le angosce inconsce del bambino, capace di capire le dinamiche familiari. Tanto per cominciare non colpevolizzatevi troppo: un conto è capire cosa sta succedendo, altro è darsi delle colpe che non è detto ci siano. Ricordatevi che il genitore perfetto non è ancora nato.

Dott. Ssa M. Adelaide Baldo
Specialista attività privata
Specialista in Psicologia
BRESCIA (BS)



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