Dolore al piede ealla gamba

04 novembre 2007

Dolore al piede ealla gamba


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31 ottobre 2007

Dolore al piede ealla gamba

ciao sono clara, ho 39 anni, il mio problema è cominciato 2 anni fa. Sono rimasta bloccata con una forte sciatalgia, dalla RM risulta ernia discale asimmetrica destra L5 S1, così comincia la mia grande odissea. Consultando un ortopedico mi consiglia di fare una discolisi percutanea, da questa non ottengo nessun risultato, così lo stesso ortopedico mi consiglia di intervenire con una microdiscectomia percutanea. Continuo ad avere fortissimi dolori senza riuscire più neanche a camminare chiedo aiuto sempre allo stesso ortopedico ma, dopo20 giorni mi liquida dicendomi di rivolgermi ad un neurochirurgo. Potete immaginare la mia rabbia dopo aver subito 2 interventi ed non aver ottenuto nulla, ansi il dolore è aumentato a tal punto che pensavo di rimanere paralizzata. Grazie al mio medico di famiglia sono riuscita a trovare un ottimo neurochirurgo, che vista la situazione decide di ripetere la RM, risulta che non solo l'ernia non era stata asportata ma bensì espulsa. A distanza di 1 mese dal precedente intervento vengo operata dal neurochirurgo dove finalmente mi asporta l'ernia. Per mia sfortuna però mi rimane un dolore permanente alla gamba destra, e a distanza di 8 mesi ripetendo nuovamente un RM risultano 2 vertebre scivolate. A questo punto il neurochirurgo mi riopera (sono arrivata così al 4 intervento in meno di 1 anno ) per fare una stabilizzazione in L5-S1, l'intervento riesce alla perfezione però c'è ancora un ma. Il dolore alla gamba destra rimane. Sono passati 7 mesi da quest'ultimo intervento decido di consultare altri medici che mi dicono tutti la stessa cosa, ripeto un RM , risulta che la mia schiena è a posto, le piastre e le viti che mi sono state installate sono perfettamente in asse, non risultano ernie, i medici che ho consultato mi rispondono che non c'è più nulla da fare poichè il nervo sciatico è stato danneggiato propio dall'ortopedico che mi aveva lasciata dolorante nel mio letto senza darmi aiuto. Non voglio essere ripetitiva, ma ho solo 39 anni e mi sento gia un anziana signora, non posso fare una passeggiata, non posso più guidare perchè il mio dolore alla gamba destra non mi lascia, certo avevo fatto altri progetti per la mia vita, è gia brutto accettare le malattie quando vengono, ma non si può accettare che un medico abbia distrutto la mia vita e debba continuare a distruggerne delle altre, e di questo ne sono convinta perchè altrimenti si sarebbe preso le sue responsabilità ed in qualche modo aiutata. Ho aspettato ha scrivervi perchè la mia speranza era che qualcuno mi trovasse una soluzione, non è mia intenzione rovinare nessuno però la mia rabbia è tanta e so anche che colui che mi a rovinato sa perfettamente ciò che a fatto ed è stato indifferente. Spero con tutto il mio cuore che potrete aiutarmi, così potrò dare una risposta a me stessa qualunque essa sia bensì onesta e vera. Grazie ed a presto.

Risposta del 04 novembre 2007

Risposta a cura di:
Dott. GIOVANNI MIGLIACCIO


Gentile signora,
Per attribuire delle responsabilità professionali, queste vanno attentamente valutate e comprovate.
E' possibile che al primo e secondo intervento siano stati fatti degli errori, ma, ripeto, vanno vagliati molto bene.
Spesso si confondono le complicanze cui purtroppo non si può ovviare con la colpa professionale. Le dico questo non per difesa di categoria(nel caso so anche andare contro la categoria), ma perchè spesso si fanno errori di valutazione.
E' implicito che se la colpa professionale dovesse essere ampiamente e oggettivamente provata è giusto che Le venga riconosciuto il danno.
Fatta questa premessa bisogna anche capire perchè dopo 4 interventi i Suoi sintomi, a quanto dice, sostanzialmente sono rimasti immodificati.
E' necessario pertanto conoscere tutti i dati clinici e strumentali per valutare se realmente i Suoi sintomi sono irreversibili o, viceversa, quali possibili terapie è possibile attuare per risolverli.
In altri Forum è possibile avere un rapporto più diretto con l'utente, invitandolo anche a mettersi in contatto telefonico e quindi apprendere in modo più completo le notizie che consentirebbero un maggior orientamento nella diagnosi. Qui le norme lo vietano (e, aggiungo io, non si capisce il perchè).
Quindi gentile signora qui non posso che consigliarLe di sentire qualche altro collega o di girare un po' per internet.
Cordialità ed auguri

Dott. Giovanni Migliaccio
Medico Ospedaliero
Specialista in Neurochirurgia
MILANO (MI)



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