Emorragia subaracnoidea

16 febbraio 2005

Emorragia subaracnoidea


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07 febbraio 2005

Emorragia subaracnoidea

Mio padre è stato colpito da un'emorragia subaracnoidea in seguito a rottura di un aneurisma. Dopo l'intervento chirurgico è stato quindici giorni in coma. Ha riportato un'ischemica e dalla TAC si evidenziano: una lesione frontale e bilaterale (come ci hanno detto i medici). La diagnosi dice: "Stato minimamente responsivo da esiti di emorragia subaracnoidea da rottura di aneurisma dell'arteria pericalosa dx, operato". Presenta attualmente un'emiplegia della parte sinistra. I medici dicono che la situazione fisica non corrisponde alla lettura della TAC e ipotizzano un danno più grave non emerso dall'esame. Sono passati circa trenta giorni dal ricovero nel centro riabilitativo e i dottori parlano di un recupero motorio lento rispetto alla loro previsione: muove solo le dita della mano colpita, mentre la gamba è ancora flaccida e non presenta movimenti. Ha ripreso gradualmente l'alimentazione e a breve dovrebbe togliere la tracheotomia. Mio padre lamenta, inoltre, dolori al ginocchio e al braccio sinistro. Secondo i dottori ci sono anche compromissioni a livello cognitivo. Dicono che il recupero da tale punto di vista è migliore rispetto a quello fisico, ma sono presenti atteggiamenti "non concreti": vuoti di memoria, confusione, toglie le scarpe durante la terapia, non accetta il pannolone e vuole strapparlo, cerca di slegarsi. Come ho detto ai medici, mio padre potrebbe essere un mancino corretto, in quanto usa entrambe le mani. Spero di averle fornito sufficienti informazioni sulla base delle quali potrà darmi un suo parere. La ringrazio per l'attenzione. In attesa di una sua risposta le porgo distinti saluti.

Risposta del 14 febbraio 2005

Risposta a cura di:
Dott. MARCO TRUCCO


Purtroppo la patologia da cui è stato colpito Suo padre è stata, a quanto viene riferito, assai grave in sé e risulta complicata da un'ischemia cerebrale che dopo un'emorragia subaracnoidea è sempre possibile, dovuta a spasmo delle arterie cerebrali. La lesione responsabile dell'emiplegia descritta è localizzata a livello emisferico cerebrale destro (controlarerale all'emiplegia). I dolori possono essere dovuti alla prolungata immobilità. I disturbi comportamentali sono purtroppo frequentissimi in casi simili.
Non è possibile in questa sede dare un sicuro parere prognostico e tantomeno terapeutico sul caso. Potrebbe comunque, a giudizio dei Colleghi della Struttura dove il Paziente è ricoverato, un approfondimento diagnostico mediante Risonanza Magnetica. Va fatta una valutazione completa del linguaggio (se il Paziente è mancino potrebbero esserci anomalie dell'espressione orale), da trattare in questo caso con logoterapia. Tale indagine però potrebbe essere viziata dalla mancata collaborazione del Paziente.

Cordialmente

Dott. Marco Trucco
Specialista in Neurofisiopatologia
Specialista in Neurologia
Medico Ospedaliero
Specialista attività privata
PIETRA LIGURE (SV)

Risposta del 16 febbraio 2005

Risposta a cura di:
Dott. GIOVANNI MIGLIACCIO


Non aggiungo altro alla soddisfacente risposta del dr. Trucco, ma non capisco perchè "i medici dicono che la situazione fisica non corrisponde alla lettura della TAC". Suo padre ha una lesione ischemica nei due emisferi frontali (verosimilmente più estesa a dx, vista l'emiparesi sinistra) che purtroppo può essere una complicanza sia della patologia aneurismatica in se stessa sia dell'intervento chirurgico che presenta a volte notevoli difficoltà.
Presuppongo che l'età di Suo papà sia quella qui indicata (30-40 anni). E' pertanto molto giovane e, anche se i tempi non saranno brevissimi, se verrà seguito in un buon Centro di Neuroriabilitazione, sono sicuro che potrà ottenere risultati soddisfacenti.
Cordialmente e Auguri

Dott. Giovanni Migliaccio
Specialista in Neurochirurgia
Medico Ospedaliero
MILANO (MI)



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