Epilessia parziale

25 marzo 2005

Epilessia parziale


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20 marzo 2005

Epilessia parziale

Caro dottore, io sono un ragazzo di 15 anni affetto da epilessia parziale, prima di cominciare la cura con 4 pillole di Keppra da 1000 milligrammi al giorno, ho avuto all'incirca 12 crisi epilettiche, a riguardo ho letto molto, sia in internet quanto sui giornali. Adesso che ne prendo 4 al giorno, ne ho avute due abbastanza distanti l'una dall'altra (9 Gennaio - 16 Marzo). Il Neurologo mi ha detto che le pillole devo prenderle tutti i giorni possibilmente sempre allo stesso orario, di solito ne prendo 1 e mezza la mattina alle 8, 1 verso le 13. 30 quando torno da scuola e 1 e mezza la sera verso le 20. 30. Io conduco una vita abbastanza solitaria, di fatti avevo alcuni amici ai quali ho rinunciato perchè accortomi della loro ambiguità e ipocrisia. Come già detto vado a scuola e il pomeriggio sto o a casa oppure esco da solo di tanto in tanto. Vorrei sapere, se io sospendessi la somministrazione di Keppra da un giorno all'altro cosa potrebbe succedermi, per piacere mi dica le conseguenze, dalle più levi a quelle che potrebbero essere le più drastiche. La ringrazio per avermi ascoltato, nell'attesa di ricevere una Sua risposta Le porgo i più lieti saluti.

Risposta del 23 marzo 2005

Risposta a cura di:
Dott. MARCO TRUCCO


Caro lettore,
la sospensione improvvisa di un farmaco antiepilettico, come il Keppra, comporta il rischio di ripresa (probabilmente immediata) delle crisi epilettiche. Peraltro non specifichi esattamente di quali crisi si tratta (parli solo di Epilessia parziale, che è un termine molto generico), né se hai effettuato esami, tra cui un Elettroencefalogramma o esami radiologici. Non sono quindi in grado di dire molto di più. Ti consiglio quindi di attenerti ai consigli del tuo Neurologo: inoltre il Keppra è un farmaco molto moderno ed efficace, e soprattutto è senz'altro uno dei meglio tollerati tra quelli della sua categoria, quindi prendilo regolarmente senza timori. Ma dalla tua lettera mi sembra che tu abbia molta paura ed Ansia riguardo alla tua malattia; desidero rassicurarti e stimolarti a vivere pienamente la tua vita, in particolare a coltivare di più le amicizie (sono certo che sarai in grado di trovarne delle nuove, se quelli a cui hai rinunciato ti hanno deluso). La tua malattia non impedisce in alcun modo una normale vita di relazione, che è molto importante per la tua crescita e la formazione del tuo carattere. Se hai di questi pensieri, non limitarti a confidarli ad un foglio elettronico, ma chiedi un conforto ad una persona che ti possa aiutare.
Con un grosso saluto e tanti auguroni

Dott. Marco Trucco
Medico Ospedaliero
Specialista attività privata
Specialista in Neurofisiopatologia
Specialista in Neurologia
PIETRA LIGURE (SV)

Risposta del 25 marzo 2005

Risposta a cura di:
Dott. GIOVANNI MIGLIACCIO


Caro ragazzo,
sono perfettamente d'accordo con quanto ha scritto il dr. Trucco sia sui consigli terapeutici che su quelli diciamo comportamentali.
Purtroppo proviene da molto lontano nei secoli la diffidenza e l'emarginazione di molte persone affette di Epilessia, poichè non conoscendosi le cause nè il modo di curarla, questi pazienti venivano considerati come posseduti da spiriti maligni o cose similari. Come sempre quindi è l'ignoranza che procura danni sia nei rapporti sociali che in politica. . . Ma questo è un altro argomento, anche se il termine "comitiale" per definire la crisi epilettica deriva dal fatto che alcuni epilettici nell'antica Roma avevano le crisi durante i comizi politici. (Forse anche allora i discorsi di alcuni uomini politici erano. . . Irritanti per il cervello dell'uomo comune).
Quindi se qualcuno dei tuoi amici ti emargina e non gradisce esserti più amico, il problema non è tuo ma suo.
Cerca quindi di fare nuove conoscenze frequentando persone intelligenti e mature che anche alla tua età si trovano. Farai un pò fatica a "rintracciarle" ma vedrai che con la tua sensibilità e il tuo fiuto ci riuscirai, ma non certo standotene chiuso in casa. La vita bisogna affrontarla, non lasciarsi sconfiggere dalla sue difficoltà che ci sono e ci devono essere, altrimenti il mondo sarebbe un paradiso terrestre.
Quindi coraggio e tanti tanti auguri.

Dott. Giovanni Migliaccio
Medico Ospedaliero
Specialista in Neurochirurgia
MILANO (MI)



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