Ernia iatale e tendinite

15 settembre 2004

Ernia iatale e tendinite


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11 settembre 2004

Ernia iatale e tendinite

Mi chiamo Paolo, ho 28 anni e 2 anni fa, in seguito a problemi di gonfiore intestinale, stipsi reflusso e difficoltà digestive, ho fatto una gastroscopia che ha riscontrato esofagite distale di 1° grado da reflusso in ernia iatale, HP test negativo. Nel contempo mi hanno diagnosticato una probabile sindrome dell’ intestino irritabile. I primi trattamenti sono stati con Motilium e Axagon che non hanno migliorato le mie condizioni. Altri esami, con esiti nella norma, sono stati i seguenti: · Test cutanei (prick) con alimenti · Esami sangue completi ed esami feci · Visita allergologica · Ecografia addome superiore Qualche mese fa ho utilizzato riopan gel e poi gaviscon, che utilizzo tutt’ora dopo i pasti e che mi da buoni risultati per ciò che riguarda il reflusso. Ho anche fatto il biotricotest che ha individuato l’uovo, i latticini e il pomodoro come campo di disturbo alimentare. I sintomi li avverto molto in primavera-estate, specie se è molto caldo e umido, molto meno o quasi per niente in inverno. La domanda che le porgo non riguarda l’ernia iatale in se come problema da risolvere, ma è legata ad un problema di tenosinovite al polso sinistro. Sono un musicista e studiando il pianoforte ho iniziato ad accusare questo handicap 5 anni fa, ed i vari trattamenti tradizionali e non nel corso di questi anni non mi hanno aiutato a risolvere il problema. Da un anno e mezzo però seguo delle lezioni del metodo feldenkrais, che mi insegna sempre di piu ad avere coscienza dei propri movimenti corporei, a riconoscere e diminuire le varie tensioni muscolari superflue e soprattutto a sentire fisicamente quali parti del corpo interessano. Con queste lezioni ho imparato a rendermi conto di come il gonfiore addominale, il reflusso e soprattutto il mal di schiena localizzato in un punto preciso sotto la scapola sinistra, siano strettamente correlati ad un impedimento nel libero utilizzo del braccio sinistro nel suonare il pianoforte o nel fare altre cose. Tensioni nel braccio, quindi infiammazione tendinea, e aumento dei sintomi dell’ernia iatale vengono avvertiti in maniera simultanea e diretta al minimo cambio di tempo, aumento di temperatura (o forse meglio dire dell’umidità?). In sostanza avvertirò il problema ancora per poco, visto che si avvicina l’autunno, e si ripresentera’ in primavera. Ma posso io fare il pianista solo da ottobre a marzo? Sono convinto che la mia tendinite è causata unicamente dall’ernia iatale, difatti d’inverno suono senza alcuna infiammazione dei tendini pur eseguendo i diversi e difficili passaggi tecnici. La mia convinzione ha fatto sorridere i diversi specialisti che ho consultato ultimamente, i quali comunque mi hanno sconsigliato l’interevento chirurgico perché un’ernia come la mia non lo prevede, perché é pur sempre un intervento…e se invece può risolvere o migliorare di molto la mia condizione? O se effettivamente non andrebbe fatto, quale alternativa potrebbe esserci nel mio caso? Esiste un centro che possa trattare il mio problema così come lo ho descritto? Grazie per l’attenzione e mi scuso per essermi dilungato troppo. Paolo

Risposta del 15 settembre 2004

Risposta a cura di:
Prof. ANTONIO IANNETTI


Conosco poco il metodo Feldenkrais che necessiterebbe di approfondimento e verifica. Per quanto posso intuire, tale metodo "anti-stress", per usare una definizione semplicistica, dovrebbe aiutarla a star meglio anche per quanto riguarda la patologia da reflusso gastroesofageo. Provi a verificare tale punto di vista, e a non voler cercare un rimedio drastico per un problema che può giovarsi anche e solo di accortezze alimentari e di postura, che sicuramente gli specialisti consultati le avranno indicato. L'intervento chirurgico è consigliato per coloro che non hanno beneficio dalla terapia comportamentale e farmacologica, o che non vogliono sottoporsi a trattamenti farmacologici protratti.

Prof. Antonio Iannetti
Universitario
ROMA (RM)



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