Ernia inguinale

12 febbraio 2007

Ernia inguinale


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09 febbraio 2007

Ernia inguinale

Sono un professore di lettere con una grande passione per la musica. Da un po' di mesi, poiché suono il sax quotidianamente, avvertivo un fastidio nella regione inguinale, cosi ho scoperto di avere un 'ernia inguinale. Premetto che sono piuttosto fifone e il chirurgo che mi ha visitato mi ha sconsigliato di fare un intervento in anestesia locale, ma di ricorrere all'epidurale, oppure mi ha proposto l' anestesia generale o l'uso della laparoscopia, garantendomi un recupero più veloce. Premetto che non ho subito interventi in precedenza e temo l' anestesia generale. Mi sembra di capire che molti sono contrari a utilizzare la laparoscopia per ernie primitive (leggevo che si usano "reti"di diverso materiale meno robuste e che la tecnica a cielo aperto è più sicura contro le recidive. Se bene ho compreso la laparoscopia permrtterebbe però di controllare ed eventualmente operare anche bilateralmente se si riscontra qualcosa! Sono in lista ma quando verrò chiamato vorrei andare con un'idea più chiara: visto la mia fifa non so decidermi. Un'altra cosa, soffrendo di cefalea tensiva ( circa un episodio alla settimana) l'epidurale può essere controindicata? Come vincere la fifa? E' meglio vincere la paura dell'anestesia generale o superare il timore di vivere con le altre due tipologie di anestesia tutto il corso dell'operazione? P. s. ho già letto il testo presente sul sito che opta per la scelta delll'intervento con anestesia locale, ma volevo ragguagli maggiori in merito. Grazie per l'attenzione!

Risposta del 12 febbraio 2007

Risposta a cura di:
LUCIO PISCITELLI


L'intervento di scelta per un'ernia inguinale primitiva è la riaparazione con rete per via anteriore (per intenderci non la laparoscopica). La tecnica videolaparoscopica in questo caso presenta una invasività sproporzionata rispetto alle metodiche tradizionali, necessitando inevitabilmente dell'anestesia generale e dell'induzione di un pneumoperitoneo, nonchè dell'accesso alla cavità peritoneale; la sua indicazione è limitata, a mio parere, al trattamento di ernie in corso di altro intervento; anche le complicazioni riferite in letteratura non sono di poco conto.
Nel suo caso opterei per una riparazione per via anteriore, sempre con rete, in anestesia locale o spinale assistita da una opportuna sedazione, cosa che si fa di frequente per i pazienti un pò "fifoni".

Dott. Lucio Piscitelli
Medico Ospedaliero
Specialista attività privata
Specialista in Chirurgia generale
Specialista in Chirurgia vascolare, angiologia
NAPOLI (NA)



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