Ernia inguinale

25 luglio 2007

Ernia inguinale


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19 luglio 2007

Ernia inguinale

Nel marzo del 2000 fui operato al policlinico di Napoli per un'ernia inguinale sinistra e mi fu applicata una rete protesica (morlax-Trabucco) in anestesia locale; alla prima visita post-operatoria lamentavo dolori, ma il chirurgo non mi disse nulla; alla seconda visita lamentavo ancora dolori ed il chirurgo mi confessò onestamente che l'operazione non era riuscita per un suo errore, cioè aveva usato una protesi già sagomata, mentre avrebbe dovuto sagomarla al momento e di conseguenza l'ernia c'era ancora; poi aggiunse: 'può darsi però che la fessura si chiuda da sè per indurimento' - o qualcosa del genere - e mi prenotò una terza visita, visita che non potè però farmi perchè nel frattempo morì. Seppi poi che era malato di cuore ed in attesa di trapianto cardiaco. La terza visita mi fu quindi fatta da un suo collega, il quale purtroppo mi confermo il fallimento dell'operazione ed aggiunse che sarebbe bastato però un secondo intervento con applicazione di un semplice 'plug'. Nel 2003 mi feci visitare in un altro ospedale e questo chirurgo mi confermò la presenza dell'ernia, 'grande come una susina' mi disse, ed aggiunse che lui però in un caso come questo avrebbe operato con operazione tradizionale ed anestesia totale. Io non mi sono fatto rioperare ancora perchè ho sempre avuto problemi con l'anestesia totale perchè smetto di respirare e mi devono applicare la maschera con grande sofferenza da parte mia perchè avverto una forte e lunghissima sensazione di soffocamento. Ora però ho deciso di farmi rioperare, ma, secondo Lei, è possibile ancora rifarlo con un semplice 'plug' ed in anestesia non generale? Grazie.

Risposta del 22 luglio 2007

Risposta a cura di:
LUCIO PISCITELLI


L'intervento di riparazione di ernia inguinale secondo la metodica di Trabucco prevede l'impiego di una rete presagomata (in Marlex nella tecnica originale), le cui dimensioni sono calcolate in modo da adattarsi alla stragrande maggioranza dei canali inguinali.
Con i limiti di un giudizio a distanza, la recidiva di cui è portatore può essere riparata con metodica tradizionale (via anteriore) o più opportunamente con accesso properitoneale (via posteriore non laparoscopica). In entrambi i casi è possibile eseguire l'intervento in anestesia spinale o generale, talvolta (ma non è la scelta preferibile) anche in anestesia locale.
Gli inconvenienti riferiti in corso di anestesia generale sembrerebbero da riferire ad un qualche problema in fase di risveglio non legato con certezza ad una sua personale suscettibilità e che non necessariamente dovrebbe ripresentarsi nell'eventualità optasse per questo tipo di tecnica.
http://xoomer. Alice. It/luciopiscitelli/Home. Html

Dott. Lucio Piscitelli
Medico Ospedaliero
Specialista attività privata
Specialista in Chirurgia generale
Specialista in Chirurgia vascolare, angiologia
NAPOLI (NA)

Risposta del 25 luglio 2007

Risposta a cura di:
Dott. GIOVANNI PETRACCA


L'intervento è possibile rifarlo senza anestesia totale ma con una semplice anestesia spinale che le addormenta la zona che va più o meno dalla regione ombelicale fino ai piedi oppure in mani esperte anche in anestesia locale.

Dott. Giovanni Petracca
Medico Ospedaliero
Specialista in Chirurgia apparato digerente
SERRA SAN BRUNO (VV)



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