20 febbraio 2006
Farmaci neurolettici o antipsicotici
Tags:
17 febbraio 2006
Farmaci neurolettici o antipsicotici
Gent. esperto, ho letto con stupore che si parla di tolleranza, quindi assuefazione, dell'effetto sedativo dei neurolettici, con riferimento al recettore istaminico. Le espongo il mio caso: sono un ex doc (durato circa 4 anni). Per tutto questo tempo sono stato curato con antidepressivi, ansiolitici e neurolettici a basse dosi. In uscita dal DOC sono entrato in ansia cronica, rispetto alla quale il lorazepam sembra non avere alcun effetto apprezzabile nemmeno nella dose di mg 2, 5 per 3 al giorno. L'unica speranza mi è stata data dall'utilizzo di seroquel (quitiapina) in dosi da 200 a 400 mg al giorno. Leggendo questo articolo mi sono molto preoccupato (e ho dovuto incrementare la dose di seroquel) in quanto trovo scritta una affermazione che per me può rappresentare una condanna al peggioramento progressivo dell'ansia, laddove si afferma che l'effetto sedativo è soggetto con il tempo a tolleranza. Il mio psichiatra afferma che gli antipsicotici o neurolettici non portano nè e a dipendenza nè a tolleranza, ora mi trovo molto confuso. Gradirei se potesse una risposta veloce e chiarificatrice. Grazie. Un lettore.Risposta del 20 febbraio 2006
Risposta a cura di:
Dott.ssa MARIA ADELAIDE BALDO
Il suo psichiatra ha ragione: gli antipsicotici o neurolettici semplicemente aiutano l'organismo a compiere quelle fiunzioni neurochimiche che si sono per così dire inceppate. Le faccio l'esempio dei diabetici: devono tutti i giorni prendere l'insulina, ma questo non vuol dire che diventano dipendenti, semplicemente che il loro organismo non la produce come dovrebbe e perciò la devono introdurre dall'esterno con il farmaco.
Per gli antispicotici o neurolettici è una cosa simile riferita alle sostanze che regolano la neurotrasmissione.
Spero di essere riuscita a tranquillizzarla.
Dott. Ssa M. Adelaide Baldo
Specialista attività privata
Specialista in Psicologia
BRESCIA (BS)