Interpretazione tac

16 ottobre 2005

Interpretazione tac


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13 ottobre 2005

Interpretazione tac

SE INVIO L'ESITO DI UNA TAC ALLA TESTA: POTETE DARMI UN INTERPRETAZIONE? Le scrivo per sottoporre alla Sua attenzione il caso di mio padre di 70 anni. Nel Dicembre del 1999 gli è stato diagnosticato un melanoma. Dopo l’asportazione si è sottoposto ad una cura di interferone secondo le linee guida di Kirkwood per un anno. Ai successivi controlli fino al 2002 non sono comparse recidive. Dal 2003 fino ad Aprile 2005 è stato sottoposto a diversi interventi per asportare le recidive che si presentavano di volta in volta a distanza di mesi. Nel giugno 2005 è stato ricoverato al pronto soccorso di Civitavecchia, dove risiede mio padre, in seguito ad un attacco di tipo epilettico. La TAC del cranio evidenziava: Sospetta alterazione di circolo cerebrale. Non lesioni vascolari. Presenza in emisfero sinistro in sede frontale e temporale di 3 focalità tondeggianti iperdense di dimensioni 8, 11 e 20 mm da riferire a lesioni secondarie. Linea mediana in asse, non segni di edema, ventricoli e spazi liquorali regolari. L’oncologo che ha in cura mio padre ha prescritto un ciclo di temodal 350 mg x 5 giorni e sospensione per 23 giorni, decadron e mannitolo. In seguito al peggioramento delle condizioni fisiche di mio padre (paresi del braccio destro, difficoltà di deambulazione, difficoltà nel parlare, labbro pendente nella parte destra del viso) l’oncologo ha consigliato una cura radioterapia Whole brain. Questa è stata effettuata nel mese di Agosto 2005 (30 Gy in 10 giorni). La cura prescritta per evitare la formazione di edema è sempre mannitolo e decadron a scalare. Dopo circa 20 giorni si sono notati miglioramenti (movimento del braccio, parlato, deambulazione), durati solo qualche giorno. Il 7 Ottobre 2005 si stava recando a fare la TAC ma arrivava all’Ospedale di Viterbo in stato saporoso. Al Pronto soccorso hanno fatto una TAC d’urgenza (senza mezzo di contrasto, dopo Radioterapia fatta nella seconda settimana di Agosto) dove si evidenziava: Presenza di lesione espansiva disomogenea con calcificazioni, localizzata in sede temporo - parietale sinistra. Presenza di effetto massa emisferico ed edema diffuso. Discreta ernia sotto la falce verso destra. Compressione dell’emisistema ventricolare di sinistra. Il medico di Pronto Soccorso ha prescritto mannitolo (100 mL x 4 volte al giorno), Decadron (8 mg x 3 volte al giorno), morfina sublinguale (10 mg, secondo necessità ) per alleviare dolore alla gamba (contrazione e rigidità gamba sinistra), amminoacidi ramificati come integratore alimentare. ( riesce a mangiare solo the con biscotti). Mio padre, attualmente, non è in grado di camminare né di stare su una sedia a rotelle ( è a letto) ma ancora vede e capisce tutto. La pressione sanguigna è 80 - 120 mm Hg, temperatura al di sotto dei 37 °C, diuresi ancora attiva. A questo punto vorrei un suo parere: E’ necessario continuare la somministrazione e. V. di mannitolo e decadron e fino a quando? E’ ancora necessario effettuare la TAC con mezzo di contrasto, per avere dati obiettivi sullo stato della malattia (metastasi o grave edema)? Mi potrebbe indicare, se è possibile un’eventuale ricovero d’urgenza (indicandomi l’iter da seguire) presso un istituto di ricovero per effettuare un esame approfondito dello stato di salute di mio padre o ormai ogni tentativo è inutile? In quest’ultimo infausto caso quale terapia sarebbe la migliore per poter rendere meno penosa la degenza di mio padre (terapia del dolore?) Grazie

Risposta del 16 ottobre 2005

Risposta a cura di:
Dott. GIOVANNI MIGLIACCIO


Gentile signore o signora,
nonostante la Sua precisa esposizione con dovizia di particolari, non è facile esprimere giudizi diagnostici.
Infatti non è chiaro se Suo padre ad una prima TAC presentava tre localizzazioni metastatiche in sede cerebrale, mentre a quella del 7 ottobre u. S. la lesione è apparsa unica.
Poi non ho capito se Suo padre è mai stato operato al cervello.
In linea generale mi pare che i Colleghi stiano facendo tutto il possibile e che non rimane altro che proseguire con il diuretico e il corticosteroide.
Per quanto riguarda la terapia del dolore, bisognerebbe capire il tipo di dolore, in che sede e la sua origine: spesso vi possono essere metastasi osse che lo causano. Se il dolore è circoscritto all'arto inferiore paretico, i comuni antidolorifici e la fisioterapia possono essere sufficienti.
Non credo, da quanto ha scritto, che ci siano soluzioni alternative agli attuali provvedimenti terapeutici.
Con cordialità ed auguri

Dott. Giovanni Migliaccio
Medico Ospedaliero
Specialista in Neurochirurgia
MILANO (MI)



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