Ipocondria, fobia o stress?

15 marzo 2002

Ipocondria, fobia o stress?


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12 marzo 2002

Ipocondria, fobia o stress?

Sono una donna di 32 anni, da cinque anni mi capita a volte di uscire a mangiare in compagnia e di avere all'improvviso un attacco di ansia (tachicardia, tremori) che sfocia poi a livello intestinale. Inizialmente pensavo fosse qualcosa che mi facesse male, ma ho verificato che non sempre succese pur mangiando le stesse cose. A causa di queste sporadiche "ansie" il mio comportamento é cambiato, tendo a non voler uscire o viaggiare per paura che possano ricapitare queste cose. Devo sottolineare che tutto é iniziato quando da quando é capitato un grave problema in famiglia che mi ha portato per 5 anni a frequentare reparti ospedalieri. Leggendo le varie domande dell'elenco mi trovo in accordo con alcune patologie, come l'ipocondria o le ansie o le fobie ma non riesco a focalizzare il vero problema. Sono sempre stata molto razionale, e tendo a cercare il problema escludendo le varie possibilità. Come ho detto inizialmente non sempre mi capita, ma tendo comunque ad avere un pensiero fisso che mi condiziona!. Se mi può consigliare le sarei grata.

Risposta del 15 marzo 2002

Risposta a cura di:
Dott. MAURO MILARDI


La sintomatologia descritta sembra rientrare nello spettro dei disturbi di Ansia, lo stesso quindi delle fobie, per intenderci. Il fatto che razionalmente noi sentiamo di avere tutte le risorse per ben gestire quelle situazioni che poi invece sembrano sfuggire (tachicardia, mal di pancia, ecc. ) è comune. Noi non siamo solo aspetto cognitivo razionale, ma anche emozioni e la nostra memoria recepisce delle situazioni non solo con una memoria descrittiva, ma con le tante cose collegate ad un fatto: le emozioni, i suoni, i profuni, ecc. secondo modalità di condizionamento. Questo vuol dire che se abbiamo "associato" alcuni ricordi a sensazioni spiacevoli, queste tenderanno a ripresentarsi, se siamo "attivati" da un qualcosa che richiama un momento spiacevole. Certamente tutto questo non è automaticamente riconoscibile ed infatti, se la situazione non risolve, ritengo opportuno che lei si rivolga ad uno psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo comportamentale e magari esperto in EMDR.

Dott. MAURO MILARDI
Medico Ospedaliero
Specialista attività privata



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