Lavaggio delle mani

06 giugno 2007

Lavaggio delle mani


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03 giugno 2007

Lavaggio delle mani

mia figlia 23 anni studente di psicologia da alcuni anni si lava le mani in modo eccessivo sia per il numero delle volte sia per il tempo che impiega a lavarsele facendo più saponate. Premetto che mia figlia a 3 anni ha avuto la leucemia linfoblastica acuta per cui l'abbiamo educata con attenzione per la pulizia e l'igiene essendo stata in quel periodo immunodepressa. Però quest fatto si è manifestato in maniera eccessiva negli ultimi 2/3 anni e alterna nei periodi in cui questa sua mania è più frequente. Ho cercato di farlo notare con calma invitandola a parlarle con il medico di famiglia o con un professore universitario ma si chiude e non risponde. Ho provato a scuoterla rimproverandola ma non è servito a niente. Come mi devo comportare? Anche il medico mi ha detto che deve essere lei a prendere conoscenza del problema per affrontarlo ma come faccio se non ne prende atto da sola? devo ignorare facendo finta di niente? Mi si stringe il cuore quando la vedo effettuare la pulizia delle mani come un rituale. . . .

Risposta del 06 giugno 2007

Risposta a cura di:
Dott.ssa MARIA ADELAIDE BALDO


Con ogni probabilità si tratta di una manifestazione di un Disturbo Ossessivo Compulsivo che, non curato, può peggiorare in maniera drammatica. Poichè chi soffre di questo disturbo ha all'origine conflitti inconsci che si strutturano in maniera rigida connettendosi con una componente depressiva, credo che sarebbe opportuno capire anche come mai sua figlia ha scelto proprio gli studi di psicologia! Spesso molti ragazzi si iscrivono a psicologia nell'illusione di risolvere i problemi che sentono di avere, attraverso lo studio dei testi o comunque la sensazione di essere "dall'altra parte". Dico questo perchè mi pare di capire che sua figlia non voglia rendersi conto della situazione e metta in atto difese inconsce che la portano a non confrontarsi col vero problema. E' vero che senza il consenso di sua figlia non è possibile farle nessuna terapia (e tanto meno una psicoterapia), però lei deve parlarle. Potrebbe ad esempio essere utile proporle una psicotereapia personale con la motivazione (per altro vera) che chi vuole fare una professione come quella di psicologo dovrebbe prima mettere a posto se stesso. Brevemente le dico queli sono le strategie per il disturbo ossessessivo compulsivo: farmaci antidepressivi assolutamente necessari almeno inizialmente; psicoterapia che può essere o di tipo cognitivo o di tipo analitico. La scelta va fatta caso per caso, anche se data la giovane età di sua figlia credo che sarebbemeglio quella analitica.

Dott. Ssa M. Adelaide Baldo
Specialista attività privata
Specialista in Psicologia
BRESCIA (BS)



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