Le immunoglobuline anti d sono necessarie? si possono rifiutare?

10 luglio 2017

Le immunoglobuline anti d sono necessarie? si possono rifiutare?


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09 luglio 2017

Le immunoglobuline anti d sono necessarie? si possono rifiutare?

Sono alla mia prima gravidanza ed essendo rh negativa e mio marito rh positivo, il ginecologo ci parlava della necessita di effetuare alla 28esima settimana e poi subito dopo il parto questa iniezione di anti d.
Da quanto leggo queste immunoglobuline anti d non sono affatto prive di rischi in quanto essendo emoderivati c'è sempre il rischio di malattie virali (come hiv, epatite, mucca pazza. . . ) ed inoltre sono stati riportati casi di reazione allergica anche fatali (shock anafilattico), tant'è che richiedono il consenso firmato.
Mi chiedo pertanto se si possano evitare?
Ho letto che difficilmente alla prima gravidanza si creano problemi quindi posso sperare di partorire serenamante monitorando mensilmente il test di coombs, inoltre dopo il parto anche se fosse accertato che il bambino è positivo, posso rifiutare l'iniezione? quali rischi potrei correre?
Da quello che ho capito il rischio è solo quello di sviluppare anticorpi pericolosi per le successive gravidanze ma escludendo di volere altre gravidanze anche questo rischio si azzera. Volevo domandare quindi se vi sono altri rischi, perchè credo di aver capito che comunque è solo un rischio legato alle successive gravidanze, anche se una donna si immunizza non ci sono rischi per la sua salute?
Quindi si possono in definitiva evitare queste iniezioni? Grazie

Risposta del 10 luglio 2017

Risposta a cura di:
Dott.ssa MARIA TERESA SILVESTRI


L'iniezione di immunoglobuline serve per dostruggere globuli rossi Rh positivi eventualmente venuti in contatto con il sistema circolatorio materno al momento del parto. In questo modo vengono distrutti prima che possano essere prodotti dalla mamma anticorpi contro l'Rh, che essendo molto "piccoli" attraversano la placenta e, in caso di altra gravidanza con feto Rh positivo, attaccano i globuli rossi distruggendoli. Certmente ci si può rifiutare di fare l'iniezione, controllando dopo 6 mesi dal parto se per caso c'è stata la produzione di anticorpi. Se no, tutto bene. Se sì, un'altra gravidanza comporterà gravi problemi per il bambino (se Rh positivo), dall'aborto alla morte endouterina, anche se esiste al possibilità di eseguire trasfusioni intrauterine di sangue materno (solo in pochi centri superspecialistici, con rischio di aborto o parto pretermine, dato che è una procedura estremamente invasiva, da ripetere più volte). L'isoimmunizzazione non crea però nessun pericolo per la donna.

Dott. Ssa maria teresa silvestri
Medicina Territoriale
Specialista in Ginecologia e ostetricia
Asolo (TV)


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