Vivere in città. I rischi per la salute

28 dicembre 2017
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Vivere in città. I rischi per la salute



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Dal 2010, per la prima volta nella storia umana, oltre la metà della popolazione mondiale risiede in città. Una percentuale in crescita come indicano le stime dell'Oms. Nel 2030, 6 persone su 10 vivranno nei grandi agglomerati urbani e nel 2050 saranno 7 su 10. Oggi 3 miliardi di persone si concentrano in città metropolitane e megalopoli: Tokyo ha 37 milioni di abitanti, Nuova Delhi 22, Città del Messico 20.

400 milioni di persone soffrono di diabete

Questo massiccio inurbamento negli ultimi cinquant'anni ha cambiato pesantemente il volto del pianeta e comporta serie conseguenze per la salute dei cittadini. Sono infatti aumentate malattie come obesità e diabete : 400 milioni di persone nel mondo soffrono di diabete e saliranno a 600 milioni entro il 2035.

Cities Changing Diabetes. Anche Roma nel Programma

Per questo è nato il programma Cities Changing Diabetes che ha portato a Torino il 5 dicembre scorso il secondo Forum italo/danese dedicato alla promozione della salute in contesto urbano. Obiettivo: individuare a livello mondiale comportamenti e strategie sociali per promuovere la salute nelle città e prevenire malattie croniche non trasmissibili come diabete e obesità. Proprio quest'anno Roma è entrata a far parte del Programma, insieme a metropoli coinvolte dal 2014 come Houston, Copenhagen, Tianjin, Shanghai, Vancouver, Johannesbourg, Città del Messico.

Politiche sociali contro il diabete

Steffen Nielsen, direttore Cities Changing Diabetes Novo Nordisk, presente al Forum, ha spiegato come "l'obiettivo del programma è dar vita a un movimento di collaborazione internazionale in grado di unire le forze per proporre e trovare, attraverso l'analisi delle best practice, nuove soluzioni".
Angelo Lino Del Favero, direttore generale Istituto Superiore di Sanità, ha annunciato il prossimo lancio di un portale web sul modello di quello inglese per dare accesso veloce ed esaustivo ai cittadini sul tema della salute. "Per combattere le malattie come diabete e obesità - ha inoltre detto - vanno strette forti partnership e bisogna dialogare tra aziende sanitarie, associazioni di volontariato, Comuni. La salute deve essere inserita in tutte le politiche locali".

Manifesto e Lettera aperta dell'Anci

Per aumentare l'aspettativa di vita è dunque necessario ri-orientarsi su priorità e servizi. Roberto Pella, vice presidente vicario dell'Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e responsabile di Urban Health Anci, ha ricordato la nascita del Manifesto: azioni prioritarie concentrate in 10 punti per aiutare le città a fare prevenzione. E ha presentato la prima Lettera aperta inviata in occasione dell'ultima assemblea Anci agli 8 mila sindaci italiani e condivisa, tra gli altri, da Istituto Superiore della Sanità e Coni. È la prima campagna congiunta su un tema di rilevanza sociale come salute e benessere nelle città. "Il sindaco ha un ruolo centrale" ha sottolineato Pella. "Dobbiamo rammendare il tessuto urbano delle nostre città. Nelle 14 città metropolitane c'è moltissimo da fare ma anche nei piccoli Comuni. Su questa tematica siamo impegnati ai massimi livelli come sui temi della sicurezza e del lavoro".

Carla De Meo



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