San Marino in prima linea contro l’epatite c

03 maggio 2016
Aggiornamenti e focus

San Marino in prima linea contro l’epatite c



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L'informazione è la prima arma per combattere l'epatite C: è questa l'idea che ha spinto il 28 aprile, esperti, associazione pazienti, medici di Medicina generale, farmacisti, odontoiatri e cittadini sanremesi a riunirsi per parlare di epatite C, fattori di rischio e prevenzione presso l'Ospedale di Stato e alla sala Montelupo di San Marino.

L'occasione è stata legata alla presentazione della campagna di informazione Una malattia con la C realizzata da AbbVie, con il patrocinio dell'Associazione italiana per lo studio del fegato (Aisf), dellaSocietà italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e di EpaC associazione onlus.

L'obiettivo è trasferire a un ampio pubblico, attraverso vari canali di comunicazione, le informazioni su come fare prevenzione. Grazie alla collaborazione con medici di medicina generale, farmacisti ed odontoiatri del territorio, i cittadini riceveranno informazioni e materiali informativi utili a conoscere meglio le modalità di contagio e le condizioni che mettono a rischio di infezione.

«L'iniziativa è solo l'inizio di un percorso molto ambizioso che punta a fare di San Marino il primo Paese al mondo "epatite C free" entro i prossimi dieci anni. Nonostante la severità di questa patologia sono ancora molte le persone che non sono adeguatamente informate sulla natura, l'evoluzione e i rischi di contagio dell'epatite C» afferma il Segretario di Stato Francesco Mussoni.

A fronte di circa 150 persone a cui è stata diagnostica l'epatite C si stima che circa il 2 per cento della popolazione abbia contratto il virus e che, quindi, circa 150 cittadini sono portatori del virus senza saperlo. Si tratta infatti di una patologia subdola, i cui sintomi possono richiedere anche 30 anni per manifestarsi, tanto che circa l'80 per cento delle persone infette non sa di esserlo, poiché non percepisce alcun segnale di allarme tale da suggerire una visita specialistica e i test necessari alla diagnosi. La prima arma per prevenire e contrastarne la diffusione e le sue conseguenze è dunque l'informazione.

«Significativo è il dato, emerso da una recente ricerca realizzata da Doxa Pharma, che evidenzia come non conosca l'epatite C persino chi ha un parente o un conoscente malato, con tutto quanto consegue in termini di incapacità di proteggersi dal rischio di contagio» commenta Marco Marzioni, dell'Università delle Marche.

«L'assenza di sintomi evidenti è la ragione alla base della forte diffusione e del ritardo diagnostico dell'epatite C, con tutte le conseguenze legate al peggioramento complessivo della qualità di vita e delle condizioni di salute di chi ne è colpito. Il dato che inquieta di più è la totale mancanza di percezione della gravità di questa patologia che nella sua naturale evoluzione può portare a complicanze anche molto gravi, tra cui danni al fegato, cirrosi, insufficienza epatica o epatocarcinoma, tumore del fegato, fino alla morte» precisa Massimo Andreoni, del Policlinico Tor Vergata di Roma.

Oltre a compromettere significativamente la qualità di vita di chi ne è colpito, l'epatite C si lega spesso a barriere culturali, fonte di paura e stigma, alimentate dall'ignoranza di chi conosce poco o nulla questa patologia. «La nostra Associazione è da sempre impegnata con i pazienti nella diffusione di informazioni corrette sulla patologia e su come affrontarla. È per questo che abbiamo deciso di sostenere con entusiasmo la Campagna di informazione e sensibilizzazione Una malattia con la C in grado di raggiungere, attraverso diversi canali, l'intera popolazione sanmarinese offrendo l'opportunità di una più capillare informazione» spiega Ivan Gardini,Presidente di EpaC Associazione Onlus.

«San Marino libero dall'epatite C è un sogno e una speranza concreta che deve vedere coinvolti tutti gli operatori sanitari pubblici e privati e tutte le Agenzie del territorio a partire dalle scuole. Raggiungere questo obiettivo sarà un successo di tutta la comunità e dell'Istituto Sicurezza Sociale e consentirà di restituire alla serenità, alla famiglia e alla societàdecine, centinaia di persone che fino ad oggi hanno convissuto con una grave malattia aspettando solo il peggio»dichiara Dario Manzaroli, Direttore delle Attività Sanitarie e Socio Sanitarie dell'Istituto superiore di sanità e Responsabile del progetto.

«La sostenibilità delle cure e dei sistemi sanitari sono temi in cui AbbVie è profondamente impegnata, anche attraverso programmi e partnership volti a individuare a tal fine soluzioni concrete. Mettere a disposizione delle Istituzioni dii San Marino la nostra Campagna vuole essere una risposta concreta alla necessità di maggiori informazioni su questa malattia» afferma Umberto di Luzio Paparatti, Direttore medico di AbbVie Italia.



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